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Le Alpi Apuane sono una catena montuosa situata nel nord-ovest della Toscana, facente parte del Subappennino toscano e delimitata a nord-ovest dal fiume Magra (Lunigiana), a est dal fiume Serchio (Garfagnana, Mediavalle e Piana di Lucca) e a sud-ovest dalla Versilia e dalla Riviera Apuana, interessando parte del territorio delle province di Lucca e Massa-Carrara. Confinano a sud col Monte Pisano e a nord con l'Appennino ligure.

Alpi Apuane
Le Apuane al tramonto
ContinenteEuropa
Stati Italia
Catena principaleSubappennino toscano (negli Appennini)
Cima più elevataMonte Pisanino (1946 m s.l.m.)
Lunghezza60 km
Larghezza25 km
Tipi di rocceMetamorfiche (facies scisti verdi) e sedimentarie
Alpi Apuane
Stato Italia
Regione Toscana
 Liguria
Provincia Lucca
 Massa-Carrara
 Pisa
 La Spezia
Altezza1 946 m s.l.m.
Coordinate44°06′11.51″N 10°08′05.79″E
Mappa di localizzazione
Alpi Apuane

«"Che sono quei monti?" chiesi molto incuriosito, quasi impaurito. "Sono le Alpi Apuane", mi fu spiegato. Ammirai a lungo lo spettacolo inconsueto che mi faceva pensare, non so perché, alla creazione del mondo: terre ancora da plasmare che emergevano da un vuoto sconfinato, color dell'incendio.»

(Fosco Maraini[1])

Il territorio, corrispondente al loro bacino e storicamente conosciuto anche con il toponimo Apuania, è in parte compreso nel Parco naturale regionale delle Alpi Apuane.

Esso fu istituito nel 1985, a seguito di una raccolta di firme partita molti anni prima e la presentazione nel 1978 di una legge di iniziativa popolare. La Regione Toscana, nel 1997 con la Legge Regionale 65/1997 ne ridusse il perimetro da circa 54.000 ettari agli attuali 20.598 ettari (200 km²), in modo da tutelare la presenza delle cave di marmo, riclassificate come “aree contigue[2].

Il parco dal 2012 è entrato nella rete dei Geoparchi tutelati dall'UNESCO. Nel 2020 è stata avviata una petizione per l'istituzione di un parco nazionale[3] e c'è inoltre la proposta di accorpare le Alpi Apuane al già esistente Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano[4].

Le Alpi Apuane infatti racchiudono circa il 50% della biodiversità toscana, compresi alcuni endemismi[5]. Sono presenti, tra la flora e la fauna, anche specie rare e relitte[6][7][8][9][10], tra i quali il tritone alpestre, minacciato dalla Cava Valsora[11]. Da notare che il comprensorio delle Apuane è parte della rete Natura 2000 e racchiude aree di elevato interesse ambientale come ad esempio Important Bird and Biodiversity Area, Zone di Protezione Speciale, Zone speciale di conservazione, Siti di Interesse Comunitario, Oasi WWF, Oasi LIPU e aree di rilevanza erpetologica. Inoltre è attiva una collaborazione tra Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano e Parco regionale delle Alpi Apuane per la protezione del lupo[12].

Anche da un punto di vista escursionistico, alpinistico e speleologico, le Apuane sono un territorio di pregio, ricco di sentieri, vie ferrate (quella del Monte Procinto, aperta nel 1893, è la più antica d'Italia), vie d'arrampicata e cavità carsiche, spesso minacciate dalle cave[13][14], rifugi e bivacchi. Inoltre nella catena montuosa si trovano diverse tappe del Sentiero Italia. Numerose sono anche le antiche vie e cammini tra i quali la Via Vandelli e la Via del Volto Santo. Nel 2021 il C.A.I. ha proposto l'istituzione di un Parco Culturale delle Apuane[15].

Inoltre nell'area sono presenti emergenze storiche, artistiche ed archeologiche, alcune delle quali legate alla stessa attività estrattiva antica. Nel 2000, tramite una legge nazionale tuttora valida, fu decretata l'istituzione del Parco Archeominerario delle Alpi Apuane per tutelare dall'attuale attività estrattiva le testimonianze di quella di epoca antica[16], ma la cui effettiva istituzione è tuttavia sospesa dal 2006, nonostante i pareri favorevoli degli enti locali[17]. Per ovviare ai ritardi, nel 2003 il Parco naturale Regionale delle Alpi Apuane ha istituito il Sistema museale di archeologia mineraria delle Alpi Apuane[18]. Sono inoltre presenti testimonianze della Linea Gotica[19][20], delle lotte partigiane[21] e della Seconda Guerra Mondiale[22], come il Parco Nazionale della Pace di Sant'Anna di Stazzema e il Parco della Resistenza al Monte Brugiana.


Etimologia


L'aggettivo "apuane" è legato alla popolazione dei Liguri Apuani, i quali popolavano una parte dell'Appennino ligure e tosco-emiliano e le Alpi Apuane nell'epoca dell'Italia preromana. Strabone li chiamava Lunae montes, cioè "monti della luna", Dante Alighieri Monti di Luni,[23] antica città romana in provincia di La Spezia. Analogamente Gabriele d'Annunzio: Alpe di Luni[24]

Per quanto riguarda il termine "Alpi", esso deriva dall'aspetto aspro e frastagliato delle creste montane della catena[25]. Viene ufficializzato nella regione con l'istituzione della Repubblica Cisalpina nel 1798. Felice Giordano nel 1868, durante una delle prime adunate del Club Alpino Italiano a Firenze dice che "Il nome di Alpi sta bene invero a questa giogaia che proietta nel cielo un profilo scabro, straziato e irto di picchi alti". La definizione di "Alpi in miniatura" è invece dei fiorentini Bertini e Triglia, autori di una guida escursionistica pubblicata dal CAI Firenze nel 1876. Secondo altri, il nome "Apuane" è da riferirsi alla città che un tempo era chiamata Apua e che oggi potremmo identificare con Pontremoli.


Storia


Monte Sumbra e Passo Fiocca
Monte Sumbra e Passo Fiocca

Primi insediamenti


Le Alpi Apuane sono tra le poche zone d'Italia in cui siano rimaste sicure tracce della civiltà paleolitica[25]. I primi insediamenti dei Liguri-Apuani risalgono al V secolo a.C., ma già nella tarda età del Bronzo è possibile rintracciare i primordi di quella civiltà, che si sviluppò tra i bacini del Vara, del Magra ed in quello montano del Serchio, oltre che nelle omonime montagne. Verso il VI secolo a.C., la popolazione risentì in parte anche dell'influenza culturale degli Etruschi (a loro volta stanziati da secoli fin nella Piana di Lucca e nei dintorni di Pisa). Col III secolo a.C. l'espansione dei Romani, costrinse i Liguri-Apuani a ritirarsi sulle montagne della Garfagnana, della Lunigiana, della Val di Vara e della Versilia.


Il Novecento


Il secolo scorso è stato caratterizzato da un grande spopolamento delle zone territoriali di quello che oggi è in gran parte il Parco delle Alpi Apuane. Il decremento demografico è dovuto alle forti emigrazioni dell'epoca sia verso Paesi economicamente benestanti, quali Stati Uniti e nazioni del nord-Europa, sia verso i centri urbani della pianura. Inoltre, il territorio apuano è stato segnato anche da catastrofi naturali non di poco conto, tra cui ricordiamo il terremoto del 1920 e l'alluvione del 1996, quest'ultimo con gravi conseguenze nelle frazioni della valle del Vezza (il paese di Cardoso andò quasi distrutto). La zona delle Alpi Apuane è stata anche teatro dell'orrore nazifascista durante la Seconda guerra mondiale, come testimonia l'efferato eccidio di Sant'Anna di Stazzema del 12 agosto 1944, giorno in cui furono trucidate circa 560 persone inermi.


Geografia fisica


La catena delle Alpi Apuane si differenzia dal vicino Appennino per la sua morfologia aspra e incisa, da cui appunto l'appellativo di Alpi. L'energia del rilievo è molto elevata, specialmente nel versante versiliese-marittimo: se si escludono infatti i chilometri della pianura costiera versiliese (circa 4 km di larghezza), si passa da poche decine di metri sopra il livello del mare agli oltre 1800 metri in meno di 7 km.

Panorama delle Alpi Apuane. Sono visibili i sette borghi principali arrampicati sulle Apuane: uno scorcio di Mulina, con il suo campanile e la pineta, circondato dalle dolci vallate del Nona, del Matanna e del Gabberi; il paese di Stazzema con in fondo la pieve e il campanile; la chiesa e il campanile di Pomezzana; il sobborgo delle Calde; il paese di Farnocchia, nell'altra valle, il paese di Volegno con il campanile e il paese di Pruno; in fondo alla vallata il paese di Cardoso con il campanile. In fondo sono visibili il paese di Ruosina e la città di Seravezza. Sulla costa si trovano Massa, Forte dei Marmi e poi, oltre il Monte Gabberi, sono visibili Viareggio, Camaiore, Livorno e poi Pisa (quest'ultima visibile solo in perfette condizioni meteorologiche).

Orografia: vette principali



Geologia


Le Alpi Apuane sono un'importante ed estesa finestra tettonica in cui affiorano le rocce più profonde (Unità Metamorfiche Toscane) dell'intera catena appenninica.

Pania della Croce
Pania della Croce
Il Monte Altissimo da Pozzi
Il Monte Altissimo da Pozzi
Il monte Sagro al tramonto
Il monte Sagro al tramonto
L'imponente parete nord del Pizzo d'Uccello
L'imponente parete nord del Pizzo d'Uccello
Il Monte Tambura coperto di neve
Il Monte Tambura coperto di neve
La Pania della Croce vista dal paese di Volegno
La Pania della Croce vista dal paese di Volegno
Il Monte Forato
Il Monte Forato
Il massiccio delle Panie
Il massiccio delle Panie
La Via Vandelli
La Via Vandelli
Monte Corchia e Foce di Mosceta dalle pendici della Pania della Croce
Monte Corchia e Foce di Mosceta dalle pendici della Pania della Croce
Panorama delle Apuane Settentrionali (da sinistra, Zucchi di Cardeto, monte Cavallo e monte Contrario)
Panorama delle Apuane Settentrionali (da sinistra, Zucchi di Cardeto, monte Cavallo e monte Contrario)
La piana di Campocecina in autunno
La piana di Campocecina in autunno
Le Alpi Apuane viste da Marina di Massa
Le Alpi Apuane viste da Marina di Massa
Le Alpi Apuane viste da Marina di Pietrasanta
Le Alpi Apuane viste da Marina di Pietrasanta
Veduta verso le Apuane settentrionali al tramonto
Veduta verso le Apuane settentrionali al tramonto
Lago di Gramolazzo e monte Pisanino
Lago di Gramolazzo e monte Pisanino

Sono distinguibili due maggiori unità tettono-metamorfiche, l'unità di Massa e l'unità delle Apuane. La prima affiora principalmente nella porzione più occidentale della catena ed è costituita dal basamento paleozoico e dalla successione metasedimentaria triassica che ha sperimentato un grado metamorfico superiore rispetto all'unità delle Apuane. Nelle metapeliti dell'Unità di Massa sono stati rinvenuti la cianite ed il cloritoide.

L'unità delle Apuane consiste anch'essa in un basamento paleozoico al di sopra del quale giace in discordanza angolare la sequenza metasedimentaria triassico-oligocenica. Il basamento è composto da rocce metasedimentarie e metavulcaniche formatesi dal Cambriano superiore al Siluriano, esso presenta una deformazione ed un metamorfismo tipico di condizioni metamorfiche di basso grado avvenuti durante l'orogenesi varisica. Le coperture mesozoiche sono costituite dai depositi continentali triassici del Verrucano, e da metasedimenti di piattaforma carbonatica come metadolomie, marmi e marmi dolomitici (Triassico superiore – Liassico). Queste rocce giacciono al di sotto dei metacalcari selciferi, metadiaspri e calcescisti (Lias superiore-Cretaceo inferiore) e degli scisti sericitici e dei calcescisti con intercalazioni di marmi (Cretaceo inferiore - Oligocene inferiore). Chiude la sequenza metasedimentaria la formazione torbiditica areacea dello Pseudomacigno.

Dal punto di vista tettonico le Alpi Apuane sono molto complesse e le strutture deformative sono attribuibili a due fasi principali. La fase D1 rappresenterebbe l'impilamento delle falde metamorfiche ed è definita da una foliazione di piano assiale di pieghe isoclinali a scala da centimetrica a chilometrica. Durante la fase D2, le precedenti strutture sono state sovraimpresse da una nuova generazione di pieghe e dalla formazione di zone ad alta deformazione correlate all'esumazione del complesso metamorfico. I dati P-T-t disponibili per le Alpi Apuane affermano che il picco metamorfico (450 °C; 0.6 GPa) e l'inizio della fase D1 sono datate al Miocene inferiore.


Carsismo

Un'importante caratteristica della catena apuana è la massiccia presenza di grotte carsiche e di morfologie tipiche del carsismo.

Le Alpi Apuane rappresentano infatti una delle aree carsiche più importanti d'Italia: vi si contano quasi 2000 grotte[senza fonte]. Tra le 50 grotte più profonde della penisola, 17 sono apuane, così come tra le 50 più estese in lunghezza, 8 sono apuane. Il carsismo rappresenta uno dei processi geologici più conosciuti per la capacità di dare vita a forme e paesaggi spettacolari. La maggior parte dei fenomeni carsici è dovuta all'azione delle acque d'origine meteorica sulle rocce, principalmente di tipo carbonatico (calcari e dolomie) che sono la litologia prevalente nella zona. Oltre ai numerosi abissi (fra i quali quelli che raggiungono profondità maggiori di 1000 metri, come l'Abisso Roversi, Abisso Olivifer, Abisso Fighierà-Farolfi-Buca d'Eolo, Abisso Perestoika e altri), sono presenti 3 grotte turistiche visitabili durante tutto l'anno, e sono: Antro del Corchia, Grotta del Vento e le Grotte di Equi Terme.

Il carsismo in Apuane ha dato luogo anche a paesaggi carsici epigei come il campo carreggiato della Vetricia (Gruppo delle Panie) e il campo di doline della Carcaraia (versante settentrionale del monte Tambura).


Laghi


Nella catena apuana non sono presenti laghi naturali poiché l'accentuato carsismo e l'acclività dei versanti non favoriscono il ristagno di acque superficiali. Tuttavia sono presenti 5 laghi artificiali ottenuti dallo sbarramento di corsi d'acqua e volti alla produzione di energia idroelettrica.

L'unica area umida che in passato si ipotizza essere stato un lago di origine glaciale, oramai ridotta a padule (o torbiera), è il padule di Fociomboli, nel versante settentrionale del monte Corchia. Un'altra area che in passato è stata ipotizzata essere un lago di origine glaciale è la conca glaciale di Campocatino, nei pressi del paese di Vagli Sopra.


Glacialismo


Durante l'ultima glaciazione, sui versanti settentrionale e orientale si trovavano vari ghiacciai, i principali dei quali erano i seguenti:

Nevai recenti. Prima dell'imponente cambiamento climatico iniziato con l'inverno 1989 - 1990 le Apuane facevano registrare, alle quote superiori ai 1400 - 1500 metri, accumuli di neve veramente imponenti e ciò a causa dell'entità notevolissima delle precipitazioni. Questi accumuli di neve giungevano ordinariamente fino all'estate formando anche dei nevai. Questi nevai, durante la piccola età glaciale possono aver dato origine anche a piccoli glacionevati. Alcuni nevai, dato il carsismo, si trovavano sul fondo di cavità e pozzi verticali. Fino agli anni seguenti la seconda guerra mondiale alcuni abitanti della zona raggiungevano nevai e buche della neve durante l'estate per estrarne il ghiaccio, trasportarlo a valle e farne commercio. La località "Passo degli Uomini della Neve" rappresenta una traccia toponomastica di questo commercio di ghiaccio. Tutti i nevai si sono estinti tra il 1990 e il 2010 e purtroppo nessuno ha pensato di prelevare campioni di ghiaccio in luoghi come l'abisso Revel o le cavità presso il passo di Cardeto; questi campioni avrebbero potuto dare interessantissime notizie sulla storia del clima tra il XV e il XX secolo.

Si fornisce di seguito un elenco di nevai e accumuli che arrivavano ordinariamente al mese di luglio e in qualche caso all'autunno:


Clima


La geomorfologia della catena influenza notevolmente il clima delle Apuane e delle aree circostanti. I due versanti presentano una certa diversità climatica poiché la catena costituisce una vera e propria barreria sia contro i venti settentrionali, freddi e secchi, sia contro i venti più umidi che arrivano dal mar Ligure/mar Tirreno. Così il versante versiliese-marittimo presenta un clima mite, con estati fresche ed inverni non troppo rigidi, non a caso la copertura nevosa invernale è quasi assente o comunque al di sopra dei 1300-1400 metri, mentre il versante garfagnino-lunigianese esposto a nord-est presenta un clima tipicamente continentale, con inverni freddi ed estati relativamente brevi dove le precipitazioni, anche nevose, in certi punti si accumulano e persistono tutto l'anno. L'articolazione del rilievo tuttavia determina una considerevole varietà di microclimi: versanti assolati ed esposti al vento si alternano a forre umide e freddi fondovalle, aree soleggiate e protette dal vento a boschi densi e ombrosi. Particolare attenzione merita lo stau della catena nei confronti delle correnti umide che provengono da ovest dal Mar Ligure, origine di diverse alluvioni avvenute nella zona (in tempi recenti Alluvione della Versilia del 19 giugno 1996 e Alluvione dello Spezzino e della Lunigiana del 25 ottobre 2011).


Ambiente



Flora


Le Alpi Apuane presentano una grande varietà di flora grazie alla combinazione di diversi fattori, specialmente le caratteristiche geografiche, la diversità climatica e la natura geologica dei rilievi montuosi.

Sui primi rilievi, più vicini al mare o sottoposti alla sua influenza, la copertura vegetale rientra nel tipo mediterraneo. Nelle zone dove il terreno ha una composizione calcarea, fino a quote modeste è presenta la macchia mediterranea composta da leccio, mirto e fillirea. Con l'accrescimento demografico degli insediamenti montani, spesso parte di questa copertura vegetale è stata sostituita da campi di olivi. Ad oltre 600 metri di altitudine, il terreno mostra una composizione più silicea, favorendo la diffusione del pino marittimo.

Le Apuane interne sono ricoperte da querceto-carpineti e cerreto-carpineti, largamente sostituiti dall'uomo con castagneti. I quercieto-carpineti (Quercus pubescens, Ostrya carpinifoglia, Fraxinus ornus) sono diffusi in tutti i terreni calcarei soleggiati del versante tirrenico e presso le rocce carbonatiche, a partire da una quota di 400 metri fino a 1400 metri circa. I cerreto-carpineti sono diffusi per lo più nei terreni freschi e più umidi del versante della Lunigiana e della Garfagnana.

Gran parte dei boschi caducifogli in passato è stata trasformata in castagneti cedui o da frutto: l'uomo ha piantato o favorito il castagno in tutti i terreni leggermente acidi adatti alla pianta per ricavare castagne e legname; è infatti largamente conosciuta l'importanza che il castagno ha rivestito, soprattutto in passato, nella vita e nell'economia delle popolazioni apuane.

Salendo ancora in alto, superando i 1000 metri, si incontrano aree dominate dal faggio (Fagus sylvatica L.), con maggiore estensione nel versante settentrionale delle Apuane, nella Garfagnana e nella Lunigiana. Nel versante che si affaccia sul Mar Tirreno, invece, data la composizione marmorea del substrato geologico, il faggio è meno esteso e sussiste a quote inferiori che si aggirano sui 1300 m in media.


Fauna


Il muflone è stato introdotto negli anni ottanta.
Il muflone è stato introdotto negli anni ottanta.

La fauna annovera scoiattoli, ghiri, talpe, moscardini, volpi, lepri, faine, donnole, tassi e martore nonché almeno 300 specie di uccelli, tra cui il gracchio corallino, che col suo inconfondibile becco rosso è diventato il simbolo del Parco naturale. Sono presenti vari rapaci: tra quelli diurni troviamo la poiana, l'aquila reale, il falco pellegrino e il gheppio, mentre tra quelli notturni il barbagianni, la civetta, l'allocco e il gufo comune sono le più comuni. Un altro predatore importante è il corvo imperiale. Molte specie sono legate alle migrazioni: il sordone, il codirosso spazzacamino, la pernice rossa, il torcicollo, il cuculo, il picchio muraiolo e la rondine montana. Sono invece presenti tutto l'anno e ben distribuite molte specie di passeriformi e cincie, il picchio rosso maggiore e il picchio verde.[26] Sono presenti alcune specie di chirotteri al riparo nelle grotte ed oltre ai roditori già elencati è presente l'arvicola delle nevi.

Sono presenti anche rettili come il biacco, il colubro di esculapio, la natrice dal collare, l'orbettino, il ramarro e la vipera.[27]

Ma l'esemplare più caratteristico è, con il tritone alpestre apuano, il geotritone italiano (Speleomantes italicus), antichissimo anfibio cavernicolo presente in forma endemica. Oltre a questi due sono presenti altri anfibi come la salamandra pezzata, il tritone alpestre apuano e la salamandrina dagli occhiali e il molto più comune rospo.

All’inizio degli anni ‘80 del XX secolo, il muflone è stato introdotto con intenti venatori, antecedentemente all’istituzione dell’area protetta; gli individui, provenienti dal Parco dell'Orecchiella, sono stati rilasciati nel territorio del Comune di Stazzema (LU), in due riprese: nel 1981 (6 capi) e nel 1982 (10 capi). Partendo dai 16 esemplari iniziali, la sua presenza nell’area è oggi ampiamente affermata, con una popolazione che si può considerare “indigenata”, in particolare nell'area del gruppo montuoso delle Panie.
Invece cinghiali e caprioli sono giunti spontaneamente, dai territori circostanti. Nel 2011, c'è stato il primo avvistamento di cervo, proveniente (quasi sicuramente) dagli Appennini.


Il lupo

Mediante l'uso di fototrappole, nel 2008 è stata accertata la presenza del lupo[28]. Trovando un habitat favorevole, il lupo ha ricolonizzato spontaneamente le Apuane, e dal 2014 un piccolo branco ha iniziato anche a riprodursi; nel 2015 i lupi si sono suddivisi in due branchi[29]. Nel 2016, i branchi sono diventati tre, creando qualche preoccupazione agli abitanti delle zone più isolate.[30]


Il gatto selvatico

Nel 2020 sono stati avvistati quelli che sembravano essere esemplari di gatti selvatici europei; ipotesi confermata nel 2021[31].


Economia



Estrazione del marmo


Lo stesso argomento in dettaglio: Marmo di Carrara.

I marmi delle Alpi Apuane sono probabilmente il materiale lapideo più conosciuto al mondo. Sono state riconosciute fino a 14 varietà merceologiche, raggruppate secondo le loro caratteristiche in 5 gruppi: marmi bianchi, marmi brecciati, marmi grigi e venati, marmi cipollini e marmi storici.

Esempio di cave di marmo viste da Campocecina e del loro irreversibile impatto paesaggistico ed ambientale
Esempio di cave di marmo viste da Campocecina e del loro irreversibile impatto paesaggistico ed ambientale

L'inizio dell'escavazione di marmo nelle Apuane è ben testimoniata in epoca romana, ma recentemente, alcuni studi hanno confermato la lavorazione di questo marmo anche in epoca pre-romana che veniva utilizzato per manufatti funerari. Una prima attività di escavazione intensiva è stata registrata durante il I secolo a.C., infatti, in conseguenza di un forte rinnovamento dell'architettura pubblica e privata di Roma ci fu un notevole incremento della produzione di marmo che veniva estratto, per la maggior parte, da cave poste presso i fondovalle dei quattro principali bacini marmiferi del carrarese (Bacino di Boccanaglia, di Torano, di Miseglia e di Colonnata).

All'epoca tutte le fasi dell'attività estrattiva erano già accuratamente programmate e pianificate: il materiale estratto subiva una prima lavorazione direttamente in cava, mentre i detriti di scarto erano adoperati per costruire le “vie di lizza” sulle quali venivano fatti scendere a valle i blocchi di marmo. Le tecniche di escavazione si basavano sullo sfruttamento delle principali linee di fratturazione presenti nel marmo: utilizzando martelli e scalpelli metallici venivano eseguiti nella roccia dei tagli a trincea (“cesurae”) che successivamente venivano allargati per mezzo di cunei di ferro o legno. Quest'ultimi erano continuamente bagnati in modo tale che la spinta generata dal rigonfiamento del legno fosse capace di determinare il distacco del blocco. La caduta dell'Impero romano d'Occidente e la conseguente crisi economica e sociale che caratterizzò il Medioevo determinarono una forte contrazione dell'attività estrattiva che proseguì rimanendo di fatto solo un'attività locale.

Dal XII secolo ci fu una moderata ripresa dell'attività estrattiva, ma solo in epoca rinascimentale si assistette nuovamente ad una netta ripresa della produzione; in particolare, a partire dal la seconda metà del XV secolo, l'attività estrattiva fu allargata anche ai bacini marmiferi della Versilia (Monte Altissimo), i cui marmi sono stati utilizzati anche da Michelangelo Buonarroti. Le tecniche di escavazione sono rimaste artigianali fino all'introduzione dell'esplosivo avvenuta nel XVIII: questa tecnica velocizzava i tempi ma non considerava i danni che l'esplosione arrecava al materiale da estrarre producendo un'enorme quantità di detriti, dando così inizio allo sviluppo dei ravaneti (accumuli di materiale lapidei stoccati sui pendii di cava).

Dalla seconda metà del XIX secolo, anche il territorio della Garfagnana viene coinvolto nel processo di industrializzazione del marmo. Durante il XX secolo l'escavazione del marmo ha avuto alti e bassi, risentendo anche dei periodi bellici che hanno coinvolto in primo piano questo territorio; tuttavia dal secondo dopoguerra fino ad oggi si è assistito ad un incremento di materiale estratto, con ricadute occupazionali e economiche importanti, soprattutto per l'area di Carrara. Negli ultimi decenni le moderne tecniche di taglio basate sull'utilizzo del filo diamantato hanno rivoluzionato il lavoro in cava, diminuendo il quantitativo di detrito prodotto, rendendo possibile una maggiore tutela del territorio.

Oggi il numero di cave attive nelle principali aree estrattive (Carrara, Massa, Lunigiana, Garfagnana e Versilia) è di 143, di cui 100 concentrate nel bacino di Carrara. La mole di materiale estratto in blocchi si attesta intorno ai 400.000 metri cubi annui, impiega circa 6.000 addetti e rappresenta il 70% del PIL provinciale nonché uno dei settori di maggior rilievo e prestigio dell’economia del centro Italia. La linea di business più grande, sebbene meno conosciuta, consiste nella produzione del carbonato di calcio in polvere, materia prima impiegata nella produzione di plastiche, gomme, pneumatici, isolanti, vernici, colle, carta, prodotti chimici, farmaceutici, cosmetici e nell'edilizia. Ad oggi, circa il 75% dell’estratto nelle cave è costituito da carbonato di calcio, destinato a usi industriali, mentre il 25% è marmo, destinato principalmente all'edilizia[32][33][34].


Impatto negativo dell'attività estrattiva

Lo stesso argomento in dettaglio: Marmo di Carrara e No Cav.

L'attività estrattiva ha tuttavia anche risvolti negativi per la collettività e per l'ambiente naturale: ha un impatto negativo[35] sugli acquiferi per l’inquinamento delle acque superficiali e profonde derivanti dalla lavorazione del marmo, per la dispersione delle polveri nell’atmosfera, per l’inquinamento e i disagi dovuti all’intensità dei trasporti su strada dei materiali estratti e per la modifica irreversibile della morfologia dei luoghi, con elevatissimo impatto paesaggistico[36], e talvolta anche dei profili delle montagne più elevate e significative[37]. Infine, sotto il profilo del dissesto idrogeologico i ravaneti, in particolare quelli recenti, rappresentano aree a forte rischio[38].

Contro l'attività estrattiva intensiva sulle Alpi Apuane si battono da anni numerose associazioni ambientaliste, comitati, collettivi, gruppi speleologici ed alpinistici, talvolta definiti "no cav"[39], tramite manifestazioni, appelli ed azioni legali.

Sono comparsi numerosi articoli di denuncia della situazione ambientale apuana su quotidiani e riviste[32][40][41][42][43][44][45][46][47][48]. Il docufilm americano Antropocene inserisce inoltre quello delle Alpi Apuane tra i 43 maggiori disastri ambientali contemporanei[49].

Nel 2020 il partito Europa Verde, che si prefigge la chiusura delle cave ricadenti nel parco e l'abrogazione delle deroghe regionali, ha sollevato la questione nelle sedi istituzionali e ha proposto un referendum abrogativo riguardante le norme regionali più favorevoli alle cave[50][51].

Numerosi intellettuali hanno preso posizione per la tutela delle Alpi Apuane[52][53]. Ulteriore visibilità internazionale alla causa "no cav" è stata data dalla vittoria del Wildlife Photographer of the Year nel 2020 da parte di Lorenzo Shoubridge con una fotografia dei lupi nei pressi del Monte Corchia[54].


Produzioni agroalimentari


Numerose e pregiate le produzioni agricole e gastronomiche apuane[55][56] tra le quali è in ascesa negli ultimi anni[57][58] quella vinicola, in particolare il Candia dei Colli Apuani.

Nelle Alpi Apuane si trovano inoltre diverse sorgenti impiegate per la produzione di acque minerali in bottiglia.

Secondo il movimento No Cav, tali produzioni, insieme al turismo, opportunamente sostenute potrebbero costituire una valida alternativa economica all'estrazione del marmo per le popolazioni locali.


Turismo e sport


Le Apuane sono visitate ogni anno da molti turisti, la maggior parte dei quali provenienti dalle zone limitrofe.

La maggior parte del turismo è di tipo naturalistico e paesaggistico, e legato all'escursionismo o ad altri sport montani, ma nella catena montuosa sono presenti anche numerosi siti di valore storico-culturale e artistico, quali borghi, pievi, eremi e castelli, e punti di interesse enogastronomico. Numerose sono anche le feste tradizionali e la sagre che si svolgono nei borghi. Inoltre è presente la stazione termale di Equi Terme.

Tuttavia, nonostante l'elevato valore ambientale, paesaggistico e storico-culturale di quest'area, il turismo non è ancora pienamente sviluppato, sebbene sia in crescita.

Secondo i movimenti No Cav, ciò sarebbe causato principalmente dall'estrazione del marmo, che costituirebbe un ostacolo a ogni ipotesi di sviluppo economico differente. Numerosi movimenti favorevoli alla chiusura delle cave apuane hanno elaborato proposte di sviluppo economico alternativo, largamente basate sulle potenzialità naturalistiche dell'area[59][60][61].


Escursionismo


La fitta presenza di associazioni C.A.I. nei dintorni dell'area ha favorito la realizzazione di una rete sentieristica molto ampia e variegata, integrata da vecchie mulattiere, vie di lizza e strade marmifere. La morfologia molto acclive e accidentata, combinata alla vicinanza di queste montagne al mare, fanno delle Alpi Apuane un terreno ostico e imprevedibile, con sentieri che talvolta sono esposti ed aerei e con condizioni meteorologiche che possono cambiare repentinamente. Si consiglia pertanto di informarsi su condizioni dei sentieri e di controllare le previsioni meteorologiche prima di avventurarsi se non si conosce la zona.

Nelle Alpi Apuane esistono diversi trekking plurigiornalieri che percorrono interamente o parte della catena, e sono:

Inoltre nella catena montuosa si trovano diverse tappe del Sentiero Italia. Numerose sono anche le antiche vie e cammini che attraversano la catena montuosa, tra i quali la Via Vandelli e la Via del Volto Santo.

Alcuni maneggi del comprensorio offrono la possibilità di fare trekking a cavallo anche di più giorni, con animali addestrati e insieme a guide abilitate, lungo i percorsi idonei.


Vie Ferrate


La presenza di versanti spogli e di pareti verticali nelle Alpi Apuane ha portato alla realizzazione sia di tratti di sentiero attrezzati con cavo metallico sia di vere e proprie ferrate (cinque percorribili ed una dismessa):


Alpinismo ed arrampicata


Nelle Alpi Apuane sono presenti anche numerose vie d'arrampicata, sia monotiro che vie lunghe, di diversi gradi di difficoltà. Tra le più conosciute, le falesie di Candalla, a pochi chilometri da Camaiore e le Rocchette, alle pendici della Pania della Croce.


Speleologia


Le Alpi Apuane sono state riconosciute Geoparco UNESCO per via della loro elevata geodiversità. Presentano estesi fenomeni carsici, tra i quali i più famosi sono la Grotta del Vento, l'Antro del Corchia, la Buca del Muschio e l'Abisso Revel, che le rendono una meta molto ambita da parte degli speleologi. La Grotta del Vento e l'Antro del Corchia inoltre sono stati resi parzialmente accessibili al pubblico.


Torrentismo, sport acquatici e balneazione


Il torrentismo viene praticato principalmente, ma non solo, nei torrenti Serra, Vezza, Lombricese, Renara, Acquetta, Ania e Canale Levigliese. Peraltro alcuni di questi corsi d'acqua presentano a bassa quota alcune pozze dove viene anche praticata la balneazione, tra le più celebri delle quali Malbacco, Candalla e Guadine.

Canoa, kayak, sup e altri sport acquatici vengono invece praticati al lago di Gramolazzo, al lago di Vagli e in alcuni torrenti.


Scialpinismo ed escursionismo su neve


Nelle Alpi Apuane non sono presenti impianti sciistici classici, come invece nei vicini Appennino, ma in alcune aree vengono praticati sci alpinismo e trekking con ciaspole. Careggine è il più famoso comprensorio per questo tipo di attività.


Trail running



Cicloturismo, Ciclismo, Mountain biking


Le Alpi Apuane sono metà anche di cicloturismo e per appassionati di Ciclismo su strada e di mountain biking (MBT). Il ciclismo viene praticato sulle strade asfaltate o le strade bianche che collegano i vari borghi, mentre la MBT sia su sentieri escursionstici che su piste dedicate. Una celebre meta per la MBT è il Monte Folgorito.


Mototurismo, enduro, off-road, rally


Le strade montane che collegano i borghi delle Alpi Apuane sono frequentate anche con finalità di mototurismo. Inoltre, in alcuni percorsi sterrati talvolta situati anche all'interno di cave, viene praticato anche l'enduro con moto o l'off-road con auto 4x4 o quad.

Per quanto riguarda i rally, viene annualmente organizzato il Rally del Ciocco a Camporgiano.


Altre attività sportive e ludiche


Sono presenti aree attrezzate per pic-nic e campeggio e alcuni parchi avventura, quali ad esempio il Parco avventura Levigliese a Vergemoli.

Inoltre vengono organizzate attività quali paintball, softair e corsi di sopravvivenza.

Dal prato di Campocecina è possibile lanciarsi in deltaplano o parapendio.

Grazie alla loro elevata biodiversità, le Alpi Apuane sono una meta di birdwatching, wildwatching e fotografia naturalistica.

Inoltre per i loro panorami e per le ampie visuali che si godono dalle loro vette sono apprezzate anche per la fotografia paesaggistica e per le escursioni fotografiche. Il versante lato mare è celebre per i suoi tramonti rosati e l'effetto ottico del "doppio tramonto" del Monte Forato attrae numerosi visitatori [62]

La pesca viene praticata in alcuni laghi e torrenti, come ad esempio i laghi di Isola Santa, Gramolazzo e Vagli e il torrente Turrite Secca, acquistando licenze temporanee.

Infine, in alcune aree esterne al Parco naturale regionale delle Alpi Apuane è consentita la caccia, con limitazioni.


Rifugi e bivacchi delle Alpi Apuane


Nome rifugioLocalitàAltezza
(m s.l.m.)
Posti letto
Rifugio C.A.I. "Carrara"Campocecina - Monte Sagro1 32036
Rifugio C.A.I. Nello ContiCampaniletti - Monte Tambura1 44224
Rifugio Guido Donegani Val Serenaia 1 150 40
Rifugio Val SerenaiaVal Serenaia1 10020
Rifugio Orto di DonnaVal Serenaia1 50340
Rifugio C.A.I. Forte dei MarmiAlpe della Grotta - Monte Nona86525
Rifugio C.A.I. Adelmo PulitiAl Giannelli - Arni1 01512
Rifugio C.A.I. Enrico Rossi Versante Nord Uomo Morto - Gruppo delle Panie 1 609 22
Rifugio C.A.I. Del Freo Foce di Mosceta - Gruppo delle Panie 1 180 48
Rifugio Albergo Alto Matanna Piano d'Orsina - Monte Matanna 1 047 30
Rifugio Città di Massa Pian della Fioba 880 30
Rifugio Azienda Agr. Il Robbio Puntato - Monte Corchia 1 013 12
Baita Barsi Campo all'Orzo - Monte Prana 888 14
Bivacco C.A.I. Capanna Garnerone Fonte della Vacchereccia - Monte Grondilice 1 260 18
Bivacco K2 Monte Contrario 1 500 6
Bivacco C.A.I. Aronte Passo della Focolaccia - Monte Tambura 1 642 6

Note


  1. Fonte, su tgcom24.mediaset.it. URL consultato il 18 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2012).
  2. Una firma per le Apuane, su Mountain Wilderness Italia ONLUS, 14 dicembre 2020. URL consultato il 19 agosto 2021.
  3. L’appello: le Alpi Apuane in un Parco nazionale, su Il Tirreno, 21 dicembre 2020. URL consultato il 3 agosto 2021.
  4. "Salviamo le Apuane" propone un piano per eliminare le cave, su La Nazione, 1619155685486. URL consultato il 19 agosto 2021.
  5. Rita Rapisardi, Concessioni abusive, cave di marmo e profitto: così muoiono le Alpi Apuane, su Corriere della Sera, 23 ottobre 2020. URL consultato il 17 agosto 2021.
  6. Parco Alpi Apuane: L'Area Protetta, su parks.it. URL consultato il 18 agosto 2021.
  7. Le Alpi Apuane - Il Mulino, su mulinoisola.it. URL consultato il 18 agosto 2021.
  8. Guida alle piante palustri del Parco delle Alpi Apuane - KeyToNature / Dryades, su dbiodbs.units.it. URL consultato il 18 agosto 2021.
  9. Parcapuane, La fauna, su parcapuane.it.
  10. ISPRA, I caratteri naturalistici (PDF), su isprambiente.gov.it.
  11. Manuel D’Angelo, Sos da Massa, a rischio l’oasi dei tritoni, su Corriere Fiorentino, 20 febbraio 2019. URL consultato il 18 agosto 2021.
  12. Parco Regionale delle Alpi Apuane e Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano. Siglata la convenzione per il WAC., su parcapuane.toscana.it.
  13. «L’escavazione distrugge le Apuane», su La Nazione. URL consultato il 9 agosto 2021.
  14. Cave delle Cervaiole: Club alpino italiano e Legambiente contro il nuovo piano estrattivo, su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile, 28 maggio 2021. URL consultato il 9 agosto 2021.
  15. Cai Toscana, un parco culturale dedicato alle Alpi Apuane di Fosco Maraini, su Lo Scarpone, 6 agosto 2021. URL consultato l'8 agosto 2021.
  16. Proposta di elenco di siti e di beni da inserire nel “Parco archeologico delle Alpi Apuane” di cui all’art. 114, commi 15 e 16 della legge 23 dicembre 2000, n. 388 (PDF), su archeominerario.it.
  17. Parco Archeologico delle Alpi Apuane: breve storia di un’occasione mancata (PDF), su archeominerario.it.
  18. archeominerario, su archeominerario.it. URL consultato il 19 agosto 2021.
  19. Linea Gotica: i Sentieri di Pace sulle Alpi Apuane, su Trekking.it, 8 febbraio 2021. URL consultato l'8 agosto 2021.
  20. Il Parco delle Apuane e la Linea Gotica, su ilsitodiFirenze.it. URL consultato il 17 agosto 2021.
  21. Il terribile agosto del 1944 a nord delle Alpi Apuane | ToscanaNovecento, su toscananovecento.it. URL consultato l'8 agosto 2021.
  22. Sulle Alpi Apuane, lassù dove combatterono i soldati brasiliani, su lastampa.it. URL consultato l'8 agosto 2021.
  23. Dante Alighieri Divina Commedia canto XIX.
  24. Alcione, L'arca romana
  25. APUANE, ALPI in "Enciclopedia Italiana", su treccani.it. URL consultato il 25 maggio 2022.
  26. Parco regionale delle Alpi Apuane, su www.parcapuane.it. URL consultato il 9 settembre 2022.
  27. ESCURSIONI APUANE - Home Page, su www.escursioniapuane.com. URL consultato il 9 settembre 2022.
  28. Il lupo è tornato, su apuanebiopark.it. URL consultato il 24 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2016).
  29. Apuane: sono due i branchi di lupi (2016), su lanazione.it.
  30. Apuane: aumentano i lupi (2017), su lanazione.it.
  31. Redazione Web, Avvistamento del gatto selvatico nelle Alpi Apuane, su unipi.it. URL consultato il 14 aprile 2022.
  32. Blog | Carrara, il disastro continua. 'Salviamo le Apuane' dalla gruviera delle cave, su Il Fatto Quotidiano, 1º giugno 2020. URL consultato il 3 agosto 2021.
  33. Blog | Il saccheggio delle Alpi Apuane (ridotte a dentifricio), su Il Fatto Quotidiano, 28 ottobre 2013. URL consultato il 3 agosto 2021.
  34. Le Alpi Apuane ‘polverizzate’ per il mercato dello scarto - Il prezzo dell'oro bianco, su ifg.uniurb.it. URL consultato il 3 agosto 2021.
  35. Dobbiamo salvare le nostre montagne, su vdnews.tv. URL consultato il 3 agosto 2021.
  36. Rapporto Cave in Toscana: male Apuane, Campiglia Marittima e Isola d’Elba. Bene Prato, su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile, 10 maggio 2021. URL consultato il 3 agosto 2021.
  37. Apuane, le montagne con i fiumi bianchi. Per l'inquinamento degli intoccabili del marmo: "Violazioni note, ma continuano", su Il Fatto Quotidiano, 19 dicembre 2015. URL consultato il 31 gennaio 2020.
  38. Le Alpi Apuane corrono il rischio di diventare montagne sbriciolate, su Altreconomia, 30 novembre 2016. URL consultato il 31 gennaio 2020.
  39. «Le cave portano ricchezza? Ma se siamo poveri e disoccupati...», su La Voce Apuana, 8 agosto 2020. URL consultato il 4 agosto 2021.
  40. Rita Rapisardi, Concessioni abusive, cave di marmo e profitto: così muoiono le Alpi Apuane, su Corriere della Sera, 23 ottobre 2020. URL consultato il 3 agosto 2021.
  41. La montagna scomparsa, su la Repubblica, 20 aprile 2018. URL consultato il 3 agosto 2021.
  42. Blog | Le Alpi Apuane e l'estrazione selvaggia, su Il Fatto Quotidiano, 1º marzo 2014. URL consultato il 3 agosto 2021.
  43. Parliamo del disastro sulle Alpi Apuane senza paura, su L'HuffPost, 25 settembre 2019. URL consultato il 3 agosto 2021.
  44. riccioni, Ambiente: allarme Apuane, il marmo 'mangia' 4 mln tonn di alpi l'anno, su Adnkronos, 18 dicembre 2020. URL consultato il 3 agosto 2021.
  45. Alpi Apuane, le montagne che scompaiono per cavare il marmo, su Focus.it. URL consultato il 3 agosto 2021.
  46. Le Alpi Apuane sventrate, su Il Giornale dell'arte. URL consultato il 3 agosto 2021.
  47. Il marmo di Carrara: una maledizione? - Le Alpi Apuane in pericolo - Guarda il documentario completo, su ARTE. URL consultato il 3 agosto 2021.
  48. Le Alpi Apuane corrono il rischio di diventare montagne sbriciolate, su Altreconomia, 30 novembre 2016. URL consultato il 3 agosto 2021.
  49. Le cave tra i «disastri planetari» del film "Anthropocene", su La Voce Apuana, 29 agosto 2019. URL consultato il 3 agosto 2021.
  50. "Salviamo le Apuane" propone un piano per eliminare le cave, su La Nazione, 1619155685486. URL consultato il 4 agosto 2021.
  51. Salviamo le Apuane, Eros Tetti con Europa Verde - Politica Versiliatoday.it, su Versiliatoday.it, 14 settembre 2020. URL consultato il 4 agosto 2021.
  52. Carrara, in difesa delle Alpi Apuane l'appello di scrittori e intellettuali, su la Repubblica, 7 settembre 2016. URL consultato il 3 agosto 2021.
  53. Appello alla Corte costituzionale contro la privatizzazione e lo sfruttamento delle Alpi Apuane, su Il Giornale dell'arte. URL consultato il 3 agosto 2021.
  54. (EN) Wildlife Photographer of the Year: the fight to save the Apuan Alps, su nhm.ac.uk. URL consultato il 3 agosto 2021.
  55. Parco Alpi Apuane: Prodotti, su parks.it. URL consultato il 14 aprile 2022.
  56. Atlante dei Prodotti Tipici nei Parchi - Parco Regionale delle Alpi Apuane, su atlanteparchi.it. URL consultato il 14 aprile 2022.
  57. Atlante dei Prodotti Tipici nei Parchi - Parco Regionale delle Alpi Apuane - Vino, su atlanteparchi.it. URL consultato il 14 aprile 2022.
  58. (EN) Città del Vino - Enoregioni italiane: Apuane, Lunigiana e Lucchesia, su Città del Vino. URL consultato il 14 aprile 2022.
  59. Un Piano Programma di Sviluppo Economico Alternativo per le Apuane (PIPSEA) (PDF), su salviamoleapuane.org.
  60. Verso un futuro sostenibile per le Alpi Apuane (F. Baroni) (PDF), su cai.it.
  61. Il Parco delle Alpi Apuane (PDF), su italianostra.org.
  62. Il sole nell'occhio del Forato. Lo spettacolo del doppio tramonto della Candelora, su noitv.it.

Bibliografia



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[de] Apuanische Alpen

Die Apuanischen Alpen (italienisch Alpi Apuane) liegen im Nordwesten der Toskana, zwischen Lucca und La Spezia. Die Bergkette wird im Nordwesten vom Fluss Magra (Lunigiana), im Osten vom Fluss Serchio (Garfagnana) und im Südwesten von der Versilia begrenzt. Sie schließt an den nordwestlich gelegenen Ligurischen Apennin an und hebt sich durch ihre schroffe Form und die Marmorsteinbrüche deutlich von den anderen Gebieten des toskanischen Apennin ab. Trotz der Bezeichnung Alpen hat dieses Teilgebirge nichts mit den Alpen im eigentlichen Sinne zu tun. Der höchste Gipfel in den Apuanischen Alpen ist Monte Pisanino (1946 m s.l.m.). In der Bezeichnung dieses Gebirges lebt der Name des antiken ligurischen Stammes der Apuaner fort.

[en] Apuan Alps

The Apuan Alps (Italian: Alpi Apuane) are a mountain range in northern Tuscany, Italy. They are included between the valleys of the Serchio and Magra rivers, and, to the northwest, the Garfagnana and Lunigiana, with a total length of approximately 55 kilometres (34 mi).[1]

[es] Alpes Apuanos

Alpes Apuanos se denomina a una cadena montañosa en Italia situada al norte de la Toscana sobre la Riviera Ligure, el Mar de Liguria y la Versilia.

[fr] Alpes apuanes

Les Alpes apuanes (en italien Alpi Apuane) sont un massif montagneux, situé au nord-ouest de la Toscane, en Italie, entre les fleuves Magra et Serchio dont le point culminant est le mont Pisanino (1 947 m).
- [it] Alpi Apuane

[ru] Апуанские Альпы

Апуанские Альпы (итал. Alpi Apuane) — горный хребет в Италии, в северной Тоскане. Часть системы Апеннинских гор.



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