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La Sila è un vasto altopiano dell'Appennino calabro, che si estende per 150.000 ettari attraverso le province di Cosenza, Crotone e Catanzaro, suddivisa da nord a sud in Sila Greca, Sila Grande e Sila Piccola e caratterizzata dalla presenza di varie cime montuose, altipiani, folte zone boscose e laghi artificiali d'altura.

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Sila (disambigua).
Sila
La Sila Grande d’inverno (2021)
ContinenteEuropa
Stati Italia
Catena principaleAppennini (Appennino calabro)
Cima più elevataBotte Donato (1.928 m s.l.m.)
Superficie1.500 km²
Massicci principaliSila Grande, Sila Piccola, Sila Greca

Sede del più vecchio parco nazionale della Calabria, con decreto del presidente della Repubblica del 14 novembre 2002 sono stati istituiti il Parco Nazionale della Sila ed il relativo Ente, che ricomprende i territori già ricadenti nello "storico" parco nazionale della Calabria (1968), tutelando aree di rilevante interesse ambientale per complessivi 73.695 ettari.

Entrata nell'immaginario collettivo per i suoi boschi e foreste miste di aghifoglie e latifoglie, i suoi altopiani, le sue cime arrotondate, i suoi laghi, le grandi nevicate, la presenza stabile dei lupi, quella stagionale dei funghi porcini, in un ambiente che a tratti ricorda quello nordico-scandinavo[1], dalle cime più alte, a seconda della loro posizione nell'altopiano, è possibile scorgere in giornate limpide l'Aspromonte a sud e il Massiccio del Pollino a nord, il Mar Tirreno a ovest, il Mar Ionio a est, la piana di Sibari a nord, la Piana di Sant'Eufemia e la Piana di Gioia Tauro, la Sicilia, l’Etna e le isole Eolie a sud.

Etimologia Il toponimo "Sila" deriva dalla denominazione di epoca romana Silva Brutia, ossia selva, foresta dei Bruzi, in quanto da essi abitata. Il termine latino potrebbe a sua volta derivare dal greco "ὕλη", [yle], col medesimo significato di "foresta".


Storia


La storia della Calabria è molto vasta, ricordiamo che nell'Età del Bronzo vi era la civiltà appenninica, che giungeva qui dall'Emilia. La civiltà appenninica si caratterizza per un allevamento e un'agricoltura incentrati sulle risorse e sulla caccia-pesca. I Bruzi (in latino: Brettii o Bruttii), antico popolo di pastori e artigiani, vennero a contatto con i Greci che avevano colonizzato le zone costiere con la fondazione di Sibari, di Crotone, di Petelia, di Krimisa e con loro probabilmente stabilirono inizialmente rapporti di "buon vicinato". Il più importante insediamento di età greca (VI-III secolo a.C.), in Sila, è costituito dal santuario scoperto - a breve distanza da Camigliatello Silano - nel lago artificiale Cecita ad opera della soprintendenza per i beni archeologici della Calabria.

Dopo la distruzione di Sibari avvenuta nel 510 a.C. ad opera dei Crotoniati, essi continuarono ad abitare prevalentemente nelle zone interne. Solo molto più tardi, dopo le guerre puniche, Roma iniziò ad interessarsi a tutta la Calabria ed anche a questo territorio montano traendone soprattutto legname pregiato utilizzato nella costruzione di navi e per l'estrazione della pece (pix bruttia). Scavi ad opera della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria hanno messo in luce un importante insediamento di età romana dedicato all'estrazione e lavorazione della pece, attivo tra il III secolo a.C. ed il III secolo d.C..

Una valle della Sila Piccola
Una valle della Sila Piccola

Con la caduta dell'Impero romano d'Occidente ebbero luogo le invasioni barbariche. Nel VI secolo i Bizantini ristabilirono l'ordine, la pratica dell'allevamento e dell'agricoltura. Nell'VIII secolo i Longobardi sottrassero molti terreni a Costantinopoli. Le successive invasioni arabe lungo le coste calabre costituirono la decadenza definitiva dei Bizantini. Dal 1045 al 1060 si sostituirono i Normanni che contribuirono a diverse fondazioni monastiche che diedero vita (nel XII secolo) alla costruzione delle abbazie cistercensi. Alcuni esempi sono l'Abbazia di Santa Maria della Matina a San Marco Argentano,l'Abbazia di Sant'Angelo de Frigillo a Mesoraca, l'Abbazia di Santa Maria di Acquaformosa, l'Abbazia di Santa Maria della Sambucina a Luzzi, l'Abbazia di Santa Maria di Corazzo a Castagna, frazione di Carlopoli e l'Abbazia Florense a San Giovanni in Fiore.Nel 1224 una concessione imperiale di Federico II di Svevia dotava l'Abbazia di Sant'Angelo de Frigillo di Mesoraca di una grande area silana da utilizzare per il libero pascolo e l'estrazione della pece,comprendeva : Ciricilla, Caput Tacina, Pisarello e Gariglione. I monasteri furono luoghi di studio, centri di cultura e di stimolo per la rinascita agricola.[2]

La Sila innevata
La Sila innevata

Le genti delle coste migrarono verso le pendici dell'altopiano silano, dove fondarono i cosiddetti Casali. In quell'epoca venne realizzato un monastero ad opera di Gioacchino da Fiore intorno al quale si sviluppò il primo centro abitativo dell'altopiano: San Giovanni in Fiore. Tra il 1448 e il 1535 molti esuli dall'Albania si insediarono nelle terre del versante ionico della Sila creando alcune comunità dette Sila Greca. I comuni di lingua albanese sono circa trenta. I loro usi, costumi e tradizioni sono rimasti inalterati nel tempo. Il territorio successivamente appartenne alle diverse dinastie regnanti; da ultimi i Borbone prima che tutto il Sud e le Isole vennero annesse al Regno d'Italia dopo la spedizione dei Mille ad opera di Garibaldi. Solo nei decenni scorsi venne realizzata la Paola Cosenza Crotone, per iniziativa di Giacomo Mancini nel 1974, oggi SS 107 che attraversa tutto l'altipiano dal Tirreno allo Jonio.

Per rompere l'isolamento dei paesi montani, in inverno piuttosto forte a causa della neve, vennero realizzate, con opere di ingegneria a volte spettacolari come viadotti e tracciati di montagna, alcune ferrovie: la Cosenza-Camigliatello-San Giovanni in Fiore delle Ferrovie Calabro Lucane (a scartamento ridotto) e la Paola-Cosenza a cremagliera, delle Ferrovie dello Stato. Molti villaggi agricoli finirono per diventare insediamenti a carattere turistico. Nel dopoguerra si cerca di dare un impulso allo sviluppo dell'altopiano silano istituendo l'Opera per la valorizzazione della Sila.


Geografia fisica


La valle di San Nicola vista dalla cima del monte Volpintesta
La valle di San Nicola vista dalla cima del monte Volpintesta

Orografia


I rilievi più alti sono: Monte Botte Donato (1.928 m), Monte Nero (1.881 m), Montagne della Porcina (1.826 m), Serra Stella (1.813 m), Monte Curcio (1.768 m), Colli Perilli (1.766 m), Monte Gariglione (1.765 m), Monte Scorciavuoi (1.745 m), Monte Timpone Bruno (1.742 m), Monte Femminamorta (1.730 m), Monte Volpintesta (1.729 m), Monte Pettinascura (1.689 m), Serra Ripollata (1.682 m), Cozzo del telegrafo (1.679 m), Monte Funnente (1.674 m), Monte Carlomagno (1.669 m), Timpone della Guardiola (1.667 m), Timpone Morello (1.665 m), Monte Altare (1.653 m), Timpone Vecchio (1.648 m), Monte Scuro (1.633 m), Cozzo del Principe (1.600 m), Timpone della Monaca (1.598 m), Monte Paganella (1.526 m) e Monte Zigomarro (1.506 m), Monte Giove(1.239 m).


Clima


La Sila è posta in una zona di convergenza della circolazione atmosferica mediterranea tra Mar Tirreno meridionale a ovest e Mar Ionio ad est. Il clima della Sila varia generalmente al variare della quota. Ad altitudini minori il clima presenta tratti tipici mediterranei, osservabili sia dal punto di vista termico, sia dal punto di vista floristico. Analizzando le varie stagioni, si osserva che:

Oltre i 1.100-1.200 metri si osserva soprattutto il clima di montagna, caratterizzato da temperature medie inferiori e stagione estiva più breve. Durante la stagione estiva, i temporali di calore pomeridiani producono precipitazioni maggiori rispetto alle aree poste a quote più basse, con frequenti grandinate e con temperature che raramente superano i 27 °C anche nell'altopiano, mentre durante la stagione invernale si hanno maggiori precipitazioni, per lo più nevose, che possono provocare accumuli anche consistenti e duraturi. Questi, oltre i 1.700 metri, possono protrarsi anche fino a maggio.

Paesaggio della Sila Grande
Paesaggio della Sila Grande

Le precipitazioni medie si attestano attorno ai 1.200 mm annui, con differenze tra i diversi settori. Le aree occidentali beneficiano maggiormente dei flussi perturbati atlantici, con precipitazioni invernali spesso abbondanti, mentre le aree orientali beneficiano soprattutto dei flussi sciroccali e orientali, che possono portare precipitazioni notevoli, ma distribuite durante i tempi meno equamente, quindi non sempre regolari.

In inverno, durante le ondate di gelo, l'altopiano silano può raggiungere picchi negativi ragguardevoli, dovuti soprattutto all'effetto albedo. In tempi recenti, spiccano i -24,6 °C segnati dalla stazione di Nocelle[3], sebbene possano raggiungersi punte di -28°[4] nelle aree più soggette ad inversione. Sulle cime le temperature medie invernali si attestano attorno ai -1 °C, -2 °C, con accumuli nevosi che possono raggiungere anche i 3,4 metri di spessore[5].

Il massiccio Silano caratterizza molto il regime pluviometrico e termico delle aree circostanti. Grazie alla sua presenza, le aree costiere del crotonese e le pianure del Marchesato beneficiano poco o per niente dei flussi perturbati da ovest, che provocano precipitazioni anche abbondanti sul tirreno cosentino; viceversa, durante i flussi perturbati da est, sud-est, nord est, le aree costiere settentrionali e orientali godono di buone precipitazioni, a differenza dei settori tirrenici. In questi casi i venti sciroccali spesso non riescono a penetrare nella Valle del Crati, incastonata tra la Catena Costiera e le vette silane, e questo può provocare in inverno ottime nevicate da addolcimento su Cosenza e aree limitrofe.


Idrologia


La Sila è la parte territoriale più piovosa della Calabria[senza fonte] e vi sono ubicati i principali bacini idrici della regione, inoltre vi hanno le loro sorgenti i principali corsi d'acqua regionali. Gli attuali laghi silani sono tutti artificiali realizzati, nella prima metà del XX secolo, per la produzione di energia elettrica. Essi sono stati realizzati in aree particolarmente paludose, presso ampie vallate, particolarmente favorevoli nell'ospitare bacini idrici, considerando la posizione geografica e la geologia del terreno.

I fiumi

I principali corsi d'acqua sono il fiume Crati e il fiume Neto, i due più lunghi ed importanti fiumi della Calabria. Ad essi si associano una serie di affluenti, alcuni molto rilevanti per simbiosi biogenetica.

FiumeSorgenteLunghezzaComune principale attraversatoAltri comuni attraversati
CratiTimpone Bruno91 kmCosenzaBisignano, Montalto Uffugo, Rende, Tarsia, Terranova di Sibari, Cassano allo Ionio, Corigliano-Rossano
NetoTimpone Sorbella80 kmSan Giovanni in FioreRocca di Neto
TacinaCaput Tacinae Gariglione Morello58 kmRoccabernardaMesoraca, Petilia Policastro, Cutro
Amato Unione dei torrenti Sabettella e Occhiorosso 56 km Lamezia Terme Soveria Mannelli, Tiriolo, Marcellinara, Serrastretta
MuconeSerra Stella54 kmCamigliatello Silano fraz. di Spezzano della SilaAcri
Corace Loc. Bianchi 48 km Catanzaro Gimigliano, Tiriolo
SavutoLoc. Spineto48 kmLamezia TermeAprigliano, Nocera Terinese
Simeri Monte Pietra Posta 45 km Simeri Crichi Sellia, Soveria Simeri
LeseMonte Pettinascura43 kmSan Giovanni in FioreSavelli
TriontoMonte Paleparto40 kmAcriLongobucco

Altri fiumi sono l'Ampollino, l'Arvo, il Crocchio.

I laghi
Rive del lago Arvo, creato dallo sbarramento dell’omonimo fiume per mezzo di una diga
Rive del lago Arvo, creato dallo sbarramento dell’omonimo fiume per mezzo di una diga

I laghi silani, tutti di origine artificiale, sono il lago Cecita, il lago Ampollino, il lago Arvo e il lago Ariamacina. Da segnalare è la presenza accertata di alcuni laghi del passato, estinti migliaia di anni fa a causa di forme di erosione delle loro soglie. Questi laghi sono il Mucone, che interessava pressoché l'areale dell'attuale lago Cecita, e il lago Trionto, sito in località Difesella di Trionto. In entrambi i casi sono state trovate tracce di depositi pleistocenici contenenti materiale organico, elementi che farebbero presupporre l'esistenza dei laghi[6].

LagoPrincipale affluenteSuperficieComune ricadenteAltro comune ricadente
Cecitafiume Mucone12,6 km²Spezzano della SilaLongobucco e Celico
Arvofiume Arvo8 km²San Giovanni in FioreAprigliano
Ampollinofiume Ampollino5,59 km²San Giovanni in FioreCotronei
PassantePassante1,9 km²TavernaColosimi e Sorbo San Basile
Ariamacinafiume Neto1 km²Serra PedaceSpezzano Piccolo
RedisoleRedisoleSan Giovanni in Fiore-
Savutofiume SavutoParenti-

Un tempo vi era anche il lago Votturino, svuotato precauzionalmente per via di crepe presenti sulla diga.


Flora


La Sila, le cui caratteristiche paesaggistiche richiamano alla memoria scenari montani nordici, presenta un patrimonio floristico di grande valore scientifico. La flora silana è composta da più di 900 specie. Alcune di queste sono esclusive dei rilievi calabresi come la Soldanella calabrese e la Luzula calabra, altre sono esclusive dell'Appennino meridionale come l'acero della varietà Acer lobelii e altre ancora sono esclusive dell'Appennino calabro-peloritano come la Rosa viscosa.

Pinus nigra ssp. laricio nella Riserva biogenetica naturale di Fallistro
Pinus nigra ssp. laricio nella Riserva biogenetica naturale di Fallistro

Numerose sono le erbe officinali presenti. Ad esempio citiamo la valeriana, il sambuco, la malva, l'ortica e lo stesso pino di cui si raccolgono, per scopi medicinali, le gemme.

Ad eccezione di poche radure, utilizzate in genere come pascoli, in Sila domina il bosco sia di pineta pura, sia come pino consociato a faggio o faggio con abete bianco. Gran parte dei prati silani sono di origine secondaria, cioè derivano dalla distruzione del bosco primogenio. Nei prati utilizzati come pascolo le specie floristiche foraggiere si indeboliscono e tendono a diffondersi specie non commestibili come piante che contengono sostanze tossiche ad esempio l'asfodelo ed il narciso oppure piante dotate di robuste spine come la Genista silana, pianta particolarmente endemica. Quest'ultima pianta è una leguminosa a fiori gialli, originaria delle coste europee dell'oceano Atlantico, che in Italia vegeta solo in Sila ed in Aspromonte.

Un tramonto nella foresta del Monte Gariglione
Un tramonto nella foresta del Monte Gariglione

L'area boschiva silana si può far ricadere in due fasce altimetrico-climatiche caratterizzate da una diversa specie di pianta predominante. La prima fascia è quella del Pino laricio. Comprende zone come la Fossiata, Gallopane, Colle del Lupo, Cozzo del Principe, Macchia della Giumenta e il Fallistro dove si trovano 50 superbi esemplari ultrasecolari di Pino laricio. In questa prima fascia, il Pino laricio, trova il suo ambiente ottimale e vi domina incontrastato. Al limite inferiore della fascia del Pino laricio, questa pianta, si mescola con il cerro o con il castagno. Al limite superiore, invece, si mescola con il faggio. Il pino tende ad occupare le pendici esposte a sud, il faggio quelle rivolte al nord. La seconda fascia è denominata fascia del faggio perché questa pianta vi ha trovato l'ambiente ottimale per il suo sviluppo. Comunque, in vaste zone come sul Monte Gariglione, Macchia dell'Orso e Vallone Cecita, il faggio si trova mescolato con l'abete bianco. Nel sottobosco sono diffuse la felce aquilina ed arbusti delle rosacee come la rosa canina. Negli ambienti più umidi si trova una felce particolare, Blechnum spicant, ed il lampone.


Fauna


Il territorio silano ospita la fauna tipica delle zone appenniniche. È ancora presente, con un nucleo storico, il lupo malgrado le persecuzioni, la scomparsa del suo habitat ideale e la rarefazione dei mammiferi selvatici che costituiscono la sua base alimentare.

Il Lupo della Sila
Il Lupo della Sila

Il lupo, protetto dalla legge dal 1976, nei decenni passati era in via di estinzione, ma grazie all'istituzione del Parco Nazionale della Calabria è stata possibile una ricolonizzazione di questo carnivoro sia all'interno che all'esterno dell'area protetta. Attualmente è presente in Sila uno dei nuclei storici e più consistenti di lupo dell'Appennino. Numerosa è la rappresentanza, sull'Altopiano, dei piccoli predatori. Il gatto selvatico è piuttosto elusivo, ma vive in diverse aree della Sila. La volpe è diffusa e attacca ancora i pollai dei casolari silani.

Diverse specie di mustelidi sono presenti in Sila anche se, per la loro rarità e per le loro abitudini notturne, è difficile avvistarli. Ci riferiamo al tasso, il più grande della famiglia (raggiunge i 90 cm.) con le caratteristiche bande nere su fondo chiaro che partendo dal naso passano per gli occhi e le orecchie; alla martora, abile predatrice di scoiattoli; alla faina che si distingue dalla martora per la macchia bianca anziché gialla sul petto; alla donnola ed alla puzzola. Un progetto di ricerca, attuato recentemente da parte del Parco Nazionale della Sila, riguarda la rarissima lontra, in passato presente in diverse zone della Sila e oggi confinata in alcune aree, un eccezionale avvistamento si è registrato nel mese di maggio del 2013, all'interno di un'area mantenuta segreta, ricadente nel Parco Nazionale della Sila, ad opera degli agenti della Polizia Provinciale di Cosenza, in servizio presso il distaccamento operativo di San Giovanni in Fiore (CS)[7]. Tra i roditori sono presenti il ghiro, lo scoiattolo nero caratteristico dell'Italia meridionale e delle montagne della Sila, il quercino e il moscardino. Rara e particolare la presenza del driomio, roditore che compare solo nell'arco alpino orientale e sui rilievi calabri tra cui la Sila.

Altri mammiferi attualmente presenti in Sila sono il capriolo ed il cervo. Il cervo si era estinto all'inizio del secolo scorso e da poco più di un decennio è presente in particolar modo nella Sila grande grazie alla reintroduzione attuata da parte del Corpo Forestale dello Stato. Il capriolo invece è stato oggetto negli anni passati, di un'azione di ripopolamento ed oggi è presente su tutti i settori dell'altipiano. Sono presenti anche il cinghiale e la lepre, sia la specie italica sia quella comune.

Fra la popolazione ornitologica nidificante sono presenti dei rapaci come: l'astore, lo sparviero, la comunissima poiana, il sempre più raro nibbio reale, che nidifica nelle pendici orientali della Sila, il biancone che ancora è presente con pochissime coppie e il rarissimo gufo reale. Altri rapaci notturni nidificano dalle aree marginali e interne, come il gufo comune Asio otus, il barbagianni, l'allocco e la civetta. Tra i corvidi, vive il corvo imperiale, dove in alcune aree è presente con colonie di centinaia di individui. Diffusissima ed infestante è la cornacchia grigia avvistabile in grandi stormi. Fra i picidi, in Sila, vivono il picchio verde, il picchio rosso maggiore, minore e mezzano, quest'ultimo una rarità assieme al picchio nero. Nidifica anche il torcicollo. Non è raro osservare, nei laghi silani, gabbiani reali, germani reali, svassi maggiori, aironi bianchi maggiori e aironi cenerini, sia tutto l'anno che nei periodi di migrazione. Sulla Sila nidifica anche il lucherino, il regolo, lo stiaccino, la passera scopaiola, lo spioncello, il prispolone e il crociere.[8][9] Sono presenti anche nidificazioni della passera lagia, del regolo, della cincia bigia, della tottavilla, della tordela, dello zigolo muciatto, del merlo acquaiolo, del passero solitario e di tante altre specie[8].

Daini nel Parco nazionale della Sila
Daini nel Parco nazionale della Sila

Nel periodo primaverile-estivo è possibile avvistare lo stiaccino, il culbianco, la balia dal collare, il luì verde, il calandro e l'averla piccola, tutte specie nidificanti nel comprensorio[8][9] . Negli anni, le osservazioni ornitologiche hanno consentito di documentare il passaggio di diverse specie: falco pescatore, albanella pallida, albanella reale, albanella minore, falco di palude, cavaliere d'Italia, gru, piviere tortolino. In inverno è stata segnalata la presenza della peppola e avvistato il ciuffolotto.[10] Osservati durante il periodo migratorio, la monachella, il codirossone, l'averla cenerina, l'averla capirossa e la ghiandaia marina.[11]

In una zona interna dell'Altopiano della Sila sono presenti pure alcune piccole colonie nidificanti di un variopinto uccello migratore transahariano, il gruccione. Quest'uccello, in Italia, nidifica in pianura e nella bassa collina; quella della Sila, sarebbe la nidificazione alla quota più elevata del Paese.[12] Nel Parco Nazionale della Sila, a partire dall'inverno 2016 è stato per la prima volta documentato l'eccezionale svernamento della rarissima Cicogna nera (Ciconia nigra)[13]. L'avifauna della Sila è descritta in una check-list pubblicata in una prima edizione nel 2019 e aggiornata nel 2021.[8] Tra gli anfibi che vivono in Sila si segnalano, oltre alle comuni rana verde, raganella e rospo, anche la salamandra pezzata e la salamandrina dagli occhiali esclusiva dell'Appennino meridionale.

Tra i rettili è presente il ramarro verde, che raggiunge i 40 centimetri, e serpenti come la vipera, il biacco, il cervone. La vipera è diffusa e si trova nelle forme a dorso grigio, a dorso scuro e ventre chiaro, a dorso completamente nero. Il biacco è un comunissimo serpente interamente nero, non velenoso, di abitudini diurne. Il cervone è il più grande rettile dell'Altopiano. Questo serpente, che può superare i due metri di lunghezza, è denominato, in dialetto, "mpasturavacche" per la credenza che si nutra del latte dei bovini che attingerebbe direttamente dalle mammelle una volta bloccate le mucche attorcigliandosi alle loro zampe. Emblematica la scoperta fatta alcuni anni fa, in Sila fu rinvenuto e documentato un rarissimo caso di albinismo completo nel serpente cervone, probabilmente l'unico caso chiaramente documentato.[14] La trota fario è il pesce più diffuso nei corsi d'acqua e nei laghi silani. Nonostante i numerosi sbarramenti, dovuti agli impianti idroelettrici, ancora oggi si riescono a pescare esemplari di anguilla. Nei bacini silani è presente la trota lacustre.


Aree naturali protette e di interesse


Faggeta Sila Grande
Faggeta Sila Grande

Rifugi



Comuni interessati


La Sila in inverno
La Sila in inverno

Il territorio è diviso tra 37 comuni: (nell'elenco ne figurano 38 - Longobucco, Vaccarizzo Albanese e Celico vengono ripetuti)

Tali comuni ricadevano nella Comunità montana Silana e nella Comunità montana Sila Greca. Il comune più vasto della Sila e della Calabria è San Giovanni in Fiore (Cosenza) con i suoi 27.945 ettari di cui più della metà ricadenti nel Parco.


Economia


L'economia della Sila è basata essenzialmente sull'allevamento di ovini e caprini tipicamente al pascolo, sulla pastorizia con la lavorazione dei derivati del latte, sulla coltivazione di foraggio e prodotti tipici locali e sul turismo montano, estivo e invernale nelle maggiori località montane. Antichi mestieri erano anche quelli di carbonai, fungaioli, scalpellini e tessitori[15].


Infrastrutture


È attraversata dalle seguenti strade:

Era presente una volta:


Attività possibili


Impianto di risalita a Camigliatello Silano
Impianto di risalita a Camigliatello Silano

La Sila è sede di numerosi campeggi attrezzati,[16]


Trenino storico della Sila


Nelle stagioni estive e invernali, le Ferrovie della Calabria organizzavano un viaggio in treno da Camigliatello Silano a San Nicola Silvana Mansio, sulla linea Cosenza - San Giovanni in Fiore. Questa linea a scartamento ridotto, attualmente limitata a Spezzano della Sila per quanto riguarda il servizio regolare, ha trovato in questo breve tratto un grande e importante impiego turistico. Infatti il viaggio su carrozze storiche, datate 1932, al traino di locomotive a vapore FCL del gruppo 350, 400 e 500, o, in caso di manutenzione delle stesse, locomotore diesel, rappresentava una grande attrattiva per i turisti e per gli appassionati di ferrovie, affascinati dai paesaggi che questa ferrovia attraversa.


Stazioni sciistiche


Sono presenti due principali stazioni sciistiche: Lorica e Camigliatello Silano con i loro impianti di risalita e relative piste da sci per lo sci alpino. Sono anche praticabili lo sci escursionismo nei boschi e negli altipiani lo sci nordico. Altre località turistiche sono Trepidò, Cupone, Villaggio Mancuso, Villaggio Racise, Fago del Soldato, Tirivolo, il Centro Fondo Carlomagno.


Prodotti gastronomici silani



Note


  1. La Sila, Un Pezzo Di Scandinavia Nel Cuore Del Mediterraneo, su arcar.org. URL consultato il 6 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2017).
  2. Il monastero di Sant’Angelo de Frigillo presso Mesoraca dal ripristino alla soppressione, su archiviostoricocrotone.it.
  3. Renato Sansone, Gli estremi termici calabresi: dai -25 °C della Sila ai 46 °C di Santa Cristina d'Aspromonte - Meteo Web, su meteoweb.eu, 28 ottobre 2011. URL consultato il 10 luglio 2016 (archiviato il 27 agosto 2016).
  4. Il Clima della provincia di Cosenza, su cosenzameteo.it. URL consultato l'8 settembre 2012 (archiviato il 31 luglio 2012).
  5. Montagne italiane straordinariamente innevate: anni recenti a confronto, su meteogiornale.it. URL consultato il 10 luglio 2016 (archiviato il 12 agosto 2016).
  6. Ente Parco Nazionale della Sila, 2008, 62.
  7. La Polizia Provinciale di Cosenza avvista due rarissimi esemplari di Lontra nel Parco Nazionale della Sila, su provincia.cosenza.it (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2015).]
  8. Congi G., 2021. Atlante fotografico degli uccelli del Parco Nazionale della Sila con inediti contributi sull'avifauna silana. Seconda edizione riveduta e aggiornata. Ente Parco Nazionale della Sila - Lorica di San Giovanni in Fiore (CS), 416 pp.
  9. Osservazioni faunistiche a cura di Gianluca Congi - Sila anni 2000-2013
  10. Osservazioni faunistiche a cura di Gianluca Congi - Sila - anni 2000-2013
  11. Osservazioni faunistiche a cura di Gianluca Congi - Sila anni 2011-2013
  12. Sila, accertata nidificazione del Gruccione. URL consultato il 13.05.2016, su cn24tv.it. URL consultato il 13 maggio 2016 (archiviato il 19 settembre 2016).
  13. Congi G., 2017. Svernamento di Cicogna nera Ciconia nigra in Calabria. Alula XXIV (1-2): 130-132
  14. Il serpente bianco della Sila: documentazione di un caso di albinismo completo nel serpente Cervone. Ottobre 2008 a cura di Gianluca Congi, su ilcrotonese.it. URL consultato il 13 maggio 2016 (archiviato l'11 giugno 2016).
  15. “Antichi mestieri”, su camigliatellosilano.it, 6 marzo 2016. URL consultato il 26 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2017).
  16. Regione Calabria, Assessorato turismo, emigrazione, identità e culture locali, minoranze linguistiche, sport, spettacolo - Calabria 2010, decimo rapporto sul turismo - Sistema Informativo Turistico Regione Calabria

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Collegamenti esterni


Controllo di autoritàVIAF (EN) 151256147 · LCCN (EN) n79041635 · BNF (FR) cb12020702g (data) · J9U (EN, HE) 987007559521205171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n79041635
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На других языках


[de] Sila (Gebirge)

Die Sila ist ein Gebirgsmassiv in Kalabrien, Italien. Die etwa 1500 km² umfassende Bergregion besteht aus drei Teilen, der Sila Grande, der Sila Piccola und der Sila Greca. Der höchste Berg (Monte Botto Donato), in der Sila Grande, erreicht eine Höhe von 1928 Metern. Hier befinden sich Skipisten, da es in der Sila in den Wintermonaten beträchtliche Schneemengen gibt. In dem Gebirge entspringen die Flüsse Neto, Amato, Corace und Crati. Das Gebirge fällt im Westen zur Stadt Cosenza steil ab.

[en] La Sila

La Sila, also simply Sila, is the name of the mountainous plateau and historic region located in Calabria, southern Italy. The Sila National Park is known to have the purest air in Europe.[1][2]

[es] La Sila

La Sila (en calabrés Sila) es una meseta montañosa y una comarca histórica de la zona septentrional de la región italiana de Calabria. Se extiende a lo largo de 150.000 hectáreas, por las provincias de Catanzaro, Crotona y Cosenza. Se divide, de norte a sur, en Sila Greca, Sila Grande y Sila Piccola, esto es "Sila griega", "Sila grande" y "Sila pequeña". Los picos más altos son el monte Botte Donato (1.928 msnm) en Sila Grande, y el Monte Gariglione (1.765 m) en Sila Piccola.

[fr] Sila (Italie)

La Sila est un plateau situé en Calabre, dans le Sud de l'Italie, qui s'étend sur le territoire de trois provinces : Crotone, Catanzaro, Cosenza et qui recouvre une superficie de 1 700 km2.
- [it] Sila

[ru] Сила (горное плато)

Сила (итал. Sila, от лат. sylva — лес) — горное плато, расположенное на юге Италии в центральной части региона Калабрия. Занимает площадь более 2000 км². Сила подразделяется на три части, с севера на юг — Сила-Грека (Sila Greca), Сила-Гранде (Sila Grande) и Сила-Пиккола (Sila Piccola)[1].



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