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Il Pasubio è un massiccio montuoso carbonatico, dolomitico e in parte calcareo nelle parti sommitali, delle Prealpi Vicentine, situato al confine tra le province di Vicenza e Trento, delimitato dalla Val Leogra, Passo del Pian delle Fugazze, Vallarsa, Val Terragnolo, Passo della Borcola, Val Posina e Colle Xomo. Congiunge le Piccole Dolomiti all'Altopiano di Folgaria. È stato un importante luogo dei combattimenti della prima guerra mondiale.

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Pasubio (disambigua).
Pasubio
Monte Pasubio
Stato Italia
Regione Trentino-Alto Adige
 Veneto
Provincia Trento
Vicenza
Comune Vallarsa
Trambileno
Valli del Pasubio
Altezza2 232 m s.l.m.
CatenaAlpi
Coordinate45°47′32″N 11°10′36″E
Mappa di localizzazione
Pasubio
Dati SOIUSA
Grande ParteAlpi Orientali
Grande SettoreAlpi Sud-orientali
SezionePrealpi Venete
SottosezionePrealpi Vicentine
SupergruppoPiccole Dolomiti
GruppoMassiccio del Pasubio
CodiceII/C-32.I-B.4

Descrizione



Morfologia


Vista panoramica dal Pasubio
Vista panoramica dal Pasubio

Le pendici sul fronte veneto del gruppo sono molto scoscese, di carattere prettamente dolomitico e dalle caratteristiche guglie, forre e gole, soprattutto sul versante meridionale. La parte superiore è invece costituita da un piccolo, ondeggiato altopiano intorno ai 2 000 metri di altitudine, in cui si alternano alcuni crinali ad ampie conche prative, spesso usate come pascoli.

Caratteristiche sono le valli laterali, impervie e scoscese, che offrono molte possibilità di accesso alla parte più alta del monte. Di particolare interesse sono sul versante meridionale la Val Fieno, la Val Canale e la Val Fontana d'Oro; la Val Sorapàche, la Val Caprara e la Val Gulva in quello orientale; la Val delle Prigioni, la Val di Piazza e la Val dei Foxi in quello occidentale.

Il crinale principale si sviluppa in direzione nord-sud, dal Cogolo Alto alla massima altezza del Pasubio, Cima Palon (2232 m), estendendosi oltre al Dente italiano e al Dente austriaco. Si tratta della Zona Sacra del Pasubio, così dichiarata dal Regio Decreto n. 1386 nel 1922 in quanto il massiccio fu teatro dei cruenti combattimenti della prima guerra mondiale ed in particolare la prima linea passava proprio in corrispondenza del suddetto crinale.

L'intero paesaggio del Pasubio è sconvolto dai combattimenti durati tre anni e mezzo: ovunque la superficie è martoriata dai crateri delle bombe, si notano ancor oggi le trincee e i camminamenti, non di rado si trovano gallerie e ricoveri. La stessa fitta rete di sentieri che permette di percorrerlo in ogni direzione è stata ottenuta nel corso della guerra, sfruttando anche i preesistenti percorsi utilizzati dai pastori, unici abitanti del luogo.


Principali vie d'accesso


La Zona Sacra è accessibile anche mediante due strade carrozzabili, anche se oggi chiuse al traffico veicolare. Si tratta della rotabile degli Scarubbi, che parte dal Colle Xomo (1058 m) e che dopo Bocchetta Campiglia (1216 m) è totalmente sterrata. Si risale la gola delle Caneve di Campiglia con 12 tornanti per tagliare poi la parete rocciosa che cade verticale fino a risalire alle Porte del Pasubio (1928 m). Dal Pian delle Fugazze (1162 m) è possibile raggiungere le Porte del Pasubio (1928 m), ove sorgono il rifugio gen. Achille Papa e il bivacco Sacchi-Marzotto, mediante un'altra rotabile che risale la Val Fieno per inserirsi infine nell'impervia Val Canale attraverso la Galleria d'Havet. Prende da qui il nome di Strada degli Eroi, in quanto sulla parete rocciosa scavata per permettere il transito, sono incastonate delle targhe che ricordano le medaglie d'oro del Pasubio.

Un'altra rotabile permette l'accesso all'Alpe Pozze, nella zona settentrionale del massiccio, ove sorge il rifugio Vincenzo Lancia (1825 m), partendo dalla statale che congiunge il Pian delle Fugazze a Rovereto.

Da ricordare la Strada delle 52 gallerie, una mulattiera che attraversa 52 gallerie, costruita durante la prima guerra mondiale. Parte da Bocchetta Campiglia e giunge alle Porte del Pasubio in prossimità del Rifugio Papa.

Il Pasubio presenta infine vie d'accesso attraverso le varie valli che lo solcano in ogni suo lato. È possibile perciò esplorarlo in ogni suo lato, spesso nascosto e selvaggio: talvolta i sentieri si riducono ad esili tracce ed essendo frequente che il monte sia avvolto dalla nebbia, è sempre da prestare attenzione, in quanto non è raro perdere l'orientamento a causa di queste caratteristiche.


Rinvenimenti archeologici


Il Monte Pasubio, come molte altre aree montane e pedemontane, è stato frequentato sin dall'antichità. Le più antiche frequentazioni sono riferibili al passaggio di cacciatori-raccoglitori del periodo Mesolitico (tra i 10 000 e gli 8 000 anni dal presente). In particolare, i rinvenimenti, costituiti da strumentario litico in selce, si trovano tutti nel territorio amministrativo pertinente alla Provincia Autonoma di Trento: Alpe Pozze, Monte Roite e Col Santo. I materiali sono conservati presso il Museo tridentino di scienze naturali di Trento.


Opere belliche


Inizio della Strada delle 52 gallerie
Inizio della Strada delle 52 gallerie

La zona storicamente più importante del Pasubio è stata dichiarata monumentale dal 1922. È delimitata da 30 cippi che ricordano i reparti che maggiormente si distinsero negli accaniti combattimenti e comprende il Dente italiano, la Cima Palon e il Cògolo Alto, la vetta immediatamente a sud di detta cima. Le principali vie di accesso al Pasubio sono tre:

Un'altra considerevole opera bellica del Pasubio è costituita dal sistema sotterraneo dei due Denti. Si tratta di due speroni rocciosi che superano di poco i 2 200 metri, sul crinale principale, posti l'uno di fronte all'altro, divisi da una selletta. Dopo le prime fasi del conflitto il dente meridionale (Dente italiano) fu fortificato dagli italiani e quello settentrionale dagli austriaci, (Dente austriaco) da cui i loro nomi. Si tratta di vere e proprie fortezze naturali, in cui furono scavati ricoveri, postazioni d'artiglieria e feritoie.

Monte Pasubio, strada delle 52 gallerie: imbocco di una galleria
Monte Pasubio, strada delle 52 gallerie: imbocco di una galleria
immagine invernale di un tratto della strada delle 52 gallerie
immagine invernale di un tratto della strada delle 52 gallerie
L'Ossario del Pasubio
L'Ossario del Pasubio

In particolare nella seconda fase del conflitto, in corrispondenza dell'inverno 1917-18, furono teatro di una guerra parallela denominata “guerra sotterranea” o "guerra delle mine", in quanto da ambo le parti vi era il progetto di arrivare a far saltare con l'esplosivo le postazioni nemiche. Così ancor oggi è possibile individuare (con i dovuti mezzi e le dovute cautele, con la guida di un esperto) le gallerie austriache, con la Ellison che costituisce il tratto principale in direzione del Dente Italiano. Mentre quelle austro-ungariche seguivano un certo progetto iniziale, le gallerie italiane sono contorte e intricate, dovuto evidentemente al fatto che furono scavate come gallerie di contromina, per porre rimedio ai tentativi nemici di far saltare il Dente. Il Dente italiano è inoltre collegato dalla galleria Papa alla retrostante Cima Palon, il cui accesso è ben segnalato appena sotto il punto più alto del Pasubio.

La guerra di mine fu caratterizzata da numerosi scoppi e alterne vicende fino alla grande mina austriaca del 13 marzo 1918, quando cinquantamila chilogrammi di esplosivo squarciarono l'avamposto del Dente italiano.

Un secondo, considerevole sistema sotterraneo si può individuare nel Monte Corno Battisti, così denominato in quanto fu teatro, nel 1916, della cattura da parte delle truppe imperiali dell'irredentista trentino Cesare Battisti, arruolato con il ruolo di tenente nel battaglione alpino Vicenza. L'entrata a questo labirinto sotterraneo è nota solo a pochi esperti, in quanto le gallerie del Corno denominato "Battisti" sono molto più pericolose e soggette a crolli rispetto a quelle dei due Denti.

Oltre alle numerose opere belliche secondarie che si possono trovare in numerose parti del Pasubio, dai ricoveri alle trincee, vi sono altre costruzioni successive al conflitto ma direttamente collegate ad esso.


Alpinismo


Il massiccio del Pasubio presenta verso sud numerose guglie e vaji (canaloni molto ripidi), una zona somigliante al lato nord del Gruppo del Carega. Alcuni di questi rilievi, in particolare il Soglio d'Uderle, il Soglio Rosso ed il Campanile Fontana d'oro hanno suscitato interesse negli alpinisti fin dagli anni venti del secolo precedente quando i vicentini Bortolan e Padovan hanno scalato la linea di camini più evidente sulla grande parete del Soglio Rosso. Successivamente anche Raffaele Carlesso ha visitato il gruppo negli anni trenta aprendovi ben tre itinerari di estrema difficoltà. Da allora gli itinerari alpinistici sono proliferati su tutte le pareti della zona del Pasubio, in particolare è stato molto attivo Renato Casarotto negli anni settanta ed i fratelli Balasso negli ultimi due decenni.

Le vie oggi più conosciute ed apprezzate sono: Area dei Sogli:

A nord, lato Posina, nella Val Sorapache, l'intensa attività di Tranquillo Balasso e compagni ha portato all'apertura di numerose vie nuove ed alla prima ascensione di alcuni contrafforti rimasti dimenticati per lungo tempo.

Il resto della Val Sorapache presenta anche altri settori come la Val del Tauro con numerose nuove realizzazioni, sempre in ambiente selvaggio e che stanno venendo di volta in volta esplorate; a ciò si aggiungono brevi itinerari sportivi in Vallarsa, tra cui uno al Corno Battisti, e altri ormai sconosciuti nella zona del Monte Novegno.

I versanti del Pasubio presentano alcuni profondi solchi, i Vaji, alcuni dei quali molto impegnativi. Il Vajo del Motto, lo Scaranto dei Ronle ed il Vajo di Mezzo sono solo alcuni di questi canaloni che rappresentano valide salite invernali e primaverili per terreno misto di neve, ghiaccio e roccia.


Panorama


Veduta da Cima Palon

Cartografia



Bibliografia



Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


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Portale Grande Guerra
Portale Montagna
Portale Trentino-Alto Adige
Portale Vicenza

На других языках


[de] Pasubio

Der Pasubio ist ein Massiv in den Vizentiner Alpen in Italien an der Grenze zwischen den Provinzen Vicenza und Trient. Die höchste Erhebung ist die Cima Palon mit 2232 m s.l.m. Der Pasubio ist Heimat der endemischen Monte-Pasubio-Gebirgsschrecke.

[fr] Mont Pasubio

Le Pasubio est une montagne des Préalpes vicentines culminant à 2 232 m d'altitude à la Cima Palon. Cette crête calcaire marque la frontière entre les provinces italiennes de Vicence et de Trente.
- [it] Pasubio



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