Il monte Altissimo di Nago è la vetta più alta nella parte settentrionale della dorsale del monte Baldo che si estende approssimativamente da nord a sud. Altri picchi importanti di questa catena sono, a sud, Cima delle Pozzette (2.132 m), Cima Valdritta (2.218 m), cima Fontanelle (2.208 m)e Punta Telegrafo (2.200 m).
Tra l'Altissimo e il monte Baldo si trova il valico della Bocca di Navene (1.420 m).[2]
Storia
Il rifugio Damiano ChiesaPanorama sul monte Baldo e sul lago di GardaPanoramica del Monte Altissimo di Nago e le sue vette
Facendo escursioni sul monte Altissimo è possibile osservare trincee e piccole fortificazioni risalenti alla prima guerra mondiale, essendo stato parte del fronte del Baldo.
Inizialmente difeso dagli austro-ungarici e poi conquistato dall'esercito italiano durante il primo giorno di guerra.[3] In questo contesto viene percorso il sentiero attrezzato Sentiero delle vipere.[4]
Flora del Baldo
Il monte Altissimo e le zone limitrofe (in particolare la riserva naturale "Bés-Corna Piana", situata a poche centinaia di metri dallo stesso) sono caratterizzate da una flora ricchissima e talvolta endemica, tutto ciò grazie ad un microclima particolare dovuto all'influenza del lago di Garda e al fatto che la zona non è stata interessata dall'ultima glaciazione.
Il monte Altissimo è per la maggior parte ricoperto da prati ma alla base è presente anche una ampia e fitta zona boschiva.[5]
La fauna è invece costituita da specie tipicamente montane abitanti i fitti boschi quali:
Vespertilio maggiore ( molti siti riproduttivi e non, oltre che quelli soliti e comuni per la specie, in almeno due casi una colonia si è stabilita in cassette nido per uccelli in loc. Tempesta), Vespertilio smarginato (segnalato soprattutto in boschi decidui misti, più precisamente fitti ed ombrosi oltre i 1500 m e in piccole vallate e frutteti), Pipistrello nano ( una cospicua e numerosa colonia con 18 femmine gravide venne identificata nel 2021 in una miniera in disuso da anni non lontano da loc. Malga Zures), Orecchione austriaco ( abbastanza comune, individuato a inizio 2020 in ben quattro siti di riproduzione di una cinquantina di individui ciascuno in una caverna profonda in loc. Selva, una grotta carsica di ridotte dimensioni in un bosco a pochi chilometri da Bocca di Navene, in questo caso gli esemplari erano in buona parte giovani dell'inverno precedente o nati quell'anno, sotto le cortecce esfoliate in un bosco di abeti misto a faggi a circa 1200 m dell'Altissimo e in una ampia dolina sul versante gardesano dove si riportò anche la presenza di femmine gravide ed in allattamento con prole), vespertilio di Alcatoe ( raro poichè strettamente legato a corsi d'acqua e boschi con piante secolari), Miniottero comune ( molto diffuso e segnalato presso due falesie carsiche, una profonda fenditura ed una forra boscosa in zona naghese, raro oltre gli 800 m), Vespertilio mustacchino (particolarmente numerosi gli esemplari e in crescita), Pipistrello di Nathusius (predilige pareti rocciose e grotte rivolte verso sud), Vespertilio maghrebino ( almeno un sito riproduttivo regolare e uno di letargo invernale con numero di esemplari incerto nella grotta di Giusse presso Nago), Ferro di cavallo maggiore ( individuati tra il 2018 e 2019 siti di riproduzione/letargo in vari tronchi cavi alle pendici di loc. Piani di Festa, inoltre è facilmente osservabile in boschi con densità rada e fitti con radure, con strato arbustivo discontinuo e spesso dominanza di faggio e castagno, a volte caccia anche su stagni o al limite della vegetazione), Ferro di cavallo euriale (piuttosto sedentario e frequentatore di boschi di latifoglie e conifere maturi, assente oltre i 1000 m di altitudine, rinvenuta nel 2016 una colonia di svernamento di oltre 300 individui in una piccola grotta della laterale sinistra della Val del Parol presso il M Varagna), Orecchione bruno ( segnalato in una decina di casi in cavità naturali e depressioni carsiche ai Prati di Nago e loc. Doss Alto a 1800 m) e Vespertilio di Daubenton, quest'ultimo rinvenuto in un solo sito, una piccola chiesetta abbandonata del XII sec. presso Navene con due colonie che si riproducono regolarmente dal 2009, le uniche dell'Alto Garda e che contano in totale 200 individui, di cui gran parte femmine con prole, vitali e sedentarie.
Uccelli: Picchio nero, Picchio muraiolo, Picchio rosso maggiore, Astore, Sparviero, Falco pellegrino, Biancone, Lanario, Nibbio reale, Gheppio, Aquila reale ( una delle due coppie nidificanti sul Baldo vive qui) Civetta nana, Civetta capogrosso, Gufo reale (che conta ad oggi tre coppie attive sul massiccio ed i loro rispettivi piccoli), Allocco, Corvo imperiale, Francolino di monte (specie a rischio di estinzione), Gallo cedrone, Fagiano di monte, Pernice bianca (solo nelle aree di pascolo e boschi oltre i 2000 m), Coturnice, Upupa, Re di quaglie( raro, preferisce solo i boschi fitti più alti del Baldo e limitrofi a pascoli intatti privi di disturbo umano), Gracchio alpino ( solo oltre i 2000 m),Codirosso spazzacamino, Prispolone,Allodola, Cutrettola, Stiaccino ( presenza caratteristica e tipica oltre i 1000 m di radure aperte e prati alpini in vetta), Averla piccola, Ortolano, Sordone, Fringuello alpino (anch'esso raro), Culbianco, quest'ultimo in aumento negli scorsi anni.
Rettili e Anfibi: Tritone alpino, Tritone crestato italiano (sempre più raro sul massiccio), Tritone punteggiato meridionale, Salamandra pezzata (presente solo in vari ruscelli localizzati della Val del Parol), Salamandra nera o alpina ( in diminuzione), Ululone dal ventre giallo, Rospo comune ( piuttosto raro, ma un gruppo riproduttivo numeroso venne indicato nel 2008 in uno specchio d'acqua con sorgente sotterranea ipogea poco sotto la cima del Varagna, in un bosco deciduo e si crede sia ancora presente ed in attività [senza fonte]), Rana montana (in aumento in alcune zone), Rospo smeraldino ( di presenza certa ma finora segnalato e osservato solo in un sito, presso Pozza Malga Campo in una colonia riproduttiva di circa 80 unità), Raganella ( poco comune localmente), invece tra gli anfibi più rari ed elusivi sul massiccio vi sono la rana di Lessona (Pelophylax lessonae), in calo e minacciata, presente con appena una ventina di unità totali in un paio di laghi e stagni d'alta quota oltre i 1800 m sul Varagna e di cui si sa davvero poco, ed un altro anfibio a forte rischio estinzione, endemico delle province di Trento e Vicenza, la Salamandra atra aurorae. Si è certi della sua presenza storica sull'Altissimo ( nel 1984 l'ultimo individuo osservato e raccolto presso una piccola pozza di abbeveramento per il bestiame poco sotto la vetta), ma è l'anfibio più schivo e difficile da osservare, qui conta non più di una decina di esemplari totali e abita solo foreste mature e riparate di faggio, abete bianco e abete rosso, con abbondanza variabile di lettiera, sottobosco e molto legno morto e con aggiunta di pezzi di cortecce a terra, si riproduce in pozze e stagni calmi, in inverno si sposta in zone umide e ombrose ricoperte da erba e muschi dove trova rifugio dal freddo. Talvolta, ad esempio in primavera o tarda estate, può frequentare ambienti con vegetazione aperta, al margine di pascoli con corsi d'acqua, anche se di rado. Senza nuovi avvistamenti nè segnalazioni recenti rimane tutt'ora uno degli animali più rari sul rilievo. Tra i numerosi serpenti invece compaiono: Vipera dal corno (solo oltre i 1600-1800 m di quota, predilige habitat intatti e boscosi), Biscia dal collare, Colubro liscio (Coronella austriaca), di cui sono stati documentati solo tre esemplari finora sull'Altissimo, Vipera ( comune in boschi folti e soleggiati sempre al di sotto dei 1600 m per la competizione con la specie dal corno, più grande ed aggressiva) Biacco (il più diffuso), anche la lucertola muraiola (Podarcis muralis) e la campestre (Podarcis sicula) sono rettili presenti e in buon numero su tutto il territorio, e, infine, da riportare una piccola popolazione isolata di Zootoca vivipara che pare conti una ventina di animali e si sia insediata negli ultimi anni presso un pascolo erboso carsico di Bocca di Paltrane a 1831 m di quota, adiacente ad un piccolo torrente stagionale. Ad oggi è l'unica area di presenza certa di questo sauro sul M Baldo.
Insetti ( alcuni endemici): ospita più di 300 specie di farfalle e lepidotteri, quasi 90 di scarabei e ben 11 di queste endemiche dell'Alto Garda, 7 di libellule di cui alcune in via di estinzione, diverse centinaia di specie di Imenotteri di cui molti endemici, circa 18 di locuste e affini, 6 differenti di Fasmoidei soprattutto in quota, molti anche i coleotteri come la rara Rosalia alpina, Oxygastra curtisii, Cucujus cinnaberinus, Osmoderma eremita (in aumento nei boschi maturi di conifere) e la rara Erebia christi , farfalla endemica e che vive solo nei pascoli puri e incolti di alta quota.
Note
Kompass topographical map 102, Lake Garda, Monte Baldo (http://www.kompass.atArchiviato il 16 novembre 2010 in Internet Archive.)
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