Le isole sono disposte a formare un arco che parte dal sud della Florida e giunge fino alle coste del Venezuela.
Sono isole per lo più montuose, con l'eccezione di Cuba. Esistono anche isole calcaree, vulcaniche o residui di eruzioni passate.
Le parti a quota minore sono ricoperte da foresta pluviale, con molti esemplari della palma Oreodoxa; salendo di quota, tra i 1200 ed i 2300m la foresta è meno rigogliosa, aumentano le felci arboree, le orchidee e il Pinus occidentalis.
Nota: esistono tendenze geografiche che fanno comprendere nelle Antille anche le isole Bahamas e Turks e Caicos.
Storia
La scoperta delle isole da parte degli Europei, si deve a Cristoforo Colombo, esclusa Porto Rico. Divennero in seguito il rifugio di bucanieri anglo-francesi e poi di filibustieri per cadere alla fine nelle mani dei governi occidentali.
Il nome Antille deriva dallo spagnolo La Antilla, oggi località balneare nei pressi di Huelva nel sud della Spagna. I marinai che scoprirono queste isole erano infatti originari di quella zona e diedero alle isole appena scoperte il nome della loro terra lontana. Un'altra interpretazione segue invece l'idea che essa sia la storpiatura di "Ante illa" (davanti ad essa, in latino) in quanto si supponeva fossero le isole che erano davanti alla costa delle Indie. Un'altra ipotesi fa derivare il nome dalla leggendaria isola di Antilia[1].
Nel corso del XIX secolo nacquero i vari stati indipendenti, in ordine cronologico: Haiti (1803), Repubblica Dominicana (1843), Cuba (1899). Questi nel corso del XX secolo divennero sempre più influenzati dagli Stati Uniti d'America.
Etnologia
Colombo non giunse su isole disabitate, gli originari abitanti delle Antille erano appartenenti a due grandi famiglie etniche sudamericane:
Arawak
Caribi
L'occupazione degli spagnoli causò la rapida scomparsa degli Arawak mentre i Caribi rimasero più a lungo, fino al XVII secolo, quando anche gli ultimi sopravvissuti vennero deportati.
Attualmente su queste isole sono presenti neri, mulatti e bianchi e le lingue riflettono questa varietà anche se predomina lo spagnolo.
Note
Aldo Tanchis, L'isola che non c'era. Geo n.23, novembre 2007 (pagina 27).
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