Il lago di Braies (Pragser Wildsee in tedesco) è un piccolo lago alpino situato in Val di Braies (una valle laterale alla Val Pusteria) a 1.496 m s.l.m. [1] nel comune di Braies (BZ), a circa 97 chilometri da Bolzano.
Lago di Braies (DE) Pragser Wildsee | |
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Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | ![]() |
Coordinate | 46°41′38.74″N 12°05′07.66″E |
Altitudine | 1.496 m s.l.m. |
Dimensioni | |
Superficie | 0,33 km² |
Lunghezza | 1,2 km |
Larghezza | 0,4 km |
Profondità massima | 36 m |
Profondità media | 17 m |
Volume | 0,0053 km³ |
Sviluppo costiero | 3,05 km |
Idrografia | |
Origine | franoso |
Bacino idrografico | 26,64 km² |
Immissari principali | Rio Braies |
Emissari principali | Rio Braies |
Ghiacciato | in inverno ghiacciato |
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Il nome del lago è attestato nel 1296 come Hünz an den Se, nel 1330 come Praxersee, nel 1400 come See in Prags, nel 1620 come Pragsersee e nel 1885 come Pragser Wildsee; l'appellativo di wild ("selvaggio") è pertanto ottocentesco, e forse da ricollegare all'alpinismo che in quel periodo inizia a diventare un fenomeno di massa.[2] Il nome italiano "lago di Braies" è del 1940, mentre nel primo Prontuario del 1923 compare ancora solamente come "Pragser Wildsee".[3]
Il lago giace ai piedi dell'imponente parete rocciosa della Croda del Becco (ted. Seekofel, ladino Sass dla Porta 2.810 m) e si trova all'interno del parco naturale Fanes - Sennes e Braies.
Ha un'estensione di circa 33 ettari con una lunghezza di 1,2 km e una larghezza di 300-400 metri. È uno dei laghi più profondi della provincia autonoma di Bolzano, con ben 36 metri di profondità massima e una profondità media di 17 metri.[1] La temperatura massima dell'acqua è di 14 °C. È un lago di sbarramento, in quanto la sua creazione è dovuta allo sbarramento del rio Braies a causa di una frana staccatasi dal Sasso del Signore.
Il lago è una meta turistica ed è circondato su tre lati da cime dolomitiche, tra cui la Croda del Becco. Il lago è il punto di partenza dell'Alta via n. 1 delle Dolomiti detta "La classica" che arriva fino a Belluno ai piedi del Gruppo della Schiara.
Presso l'hotel del lago di Braies (Hotel Pragser Wildsee) si è verificato uno degli ultimi episodi della seconda guerra mondiale in Italia.[4]
Verso la fine di aprile del 1945, le SS condussero presso il lago di Braies 141 prigionieri, molti dei quali illustri: l'ultimo cancelliere austriaco prima dell'Anschluss (l'annessione nazista dell'Austria, nel 1938), Kurt Alois von Schuschnigg, l'ultimo primo ministro della Terza Repubblica francese, Léon Blum,[5] il generale italiano Sante Garibaldi, il figlio del maresciallo Pietro Badoglio, l'ex primo ministro ungherese Miklós Kállay, il comandante in capo dell'esercito greco, generale Alexandros Papagos, con tutto il suo stato maggiore, il tenente sovietico Wassilij Wassiljewitsch (nipote del commissario del popolo agli affari esteri dell'URSS, Vjačeslav Michajlovič Molotov), Nikolaus von Horthy (figlio del reggente del regno ungherese ammiraglio Miklós Horthy), il vescovo francese di Clermont-Ferrand Gabriel Piguet, l'ex-capo di stato maggiore tedesco e generale d'armata Franz Halder con la consorte, nonché numerosi familiari del colonnello di stato maggiore tedesco conte Claus Schenk von Stauffenberg, autore dell'attentato a Hitler del 20 luglio 1944.
La mattina del 4 maggio 1945, alle ore 6:45, arrivò presso il lago di Braies la prima pattuglia americana. Avvenne così la cessione dei 141 ostaggi agli alleati.[6] I tedeschi della Wehrmacht vengono disarmati e fatti prigionieri di guerra. Venne presa la decisione di lasciare le armi al capitano von Alvensleben e a un altro ufficiale, tenendo conto del loro comportamento. Per i tedeschi presenti tra i prigionieri si decise invece che coloro che non avevano avuto alcun rapporto con i nazisti avrebbero potuto essere liberati, dopo essere stati tenuti per un periodo nell'isola di Capri. Tutti gli altri tedeschi vennero arrestati. Tra di loro il generale Alexander von Falkenhausen, il generale d'armata Franz Halder, il principe Filippo d'Assia, Hjalmar Schacht, il generale Georg Thomas, Fritz Thyssen.[4] L'ex cancelliere austriaco Kurt von Schuschnigg fu liberato assieme alla sua famiglia, e scelse di emigrare negli Stati Uniti d'America.
Per ricordare gli avvenimenti è stato istituito dal 2006, presso l'omonimo Hotel, lo Zeitgeschichtsarchiv Pragser Wildsee ("Archivio di storia contemporanea del lago di Braies") che organizza convegni e dibattiti e pubblica una collana scientifica, sempre attorno a temi legati alla resistenza al nazismo.[7]
Altra vicenda storica è la "tragedia di Ponticello di Braies", dove il 7 marzo 1970 persero la vita sette alpini a causa di una valanga che si è staccata lungo la valle di Braies.[8]
La leggenda vuole che la vallata di Braies fosse abitata da alcuni selvaggi di brutto aspetto che custodivano le ciambelle presenti nelle vicine montagne. Per queste figure l'oro era prezioso per il suo splendore ma li rendeva duri nell'animo.
Quando apparvero nella valle alcuni allevatori assieme al loro bestiame, le figure selvagge regalarono loro alcuni oggetti prodotti con il loro oro. Gli allevatori vedendo tale abbondanza d'oro divennero avidi e iniziarono a impadronirsi della materia prima, rubandola alla popolazione dei selvaggi. La popolazione dei selvaggi decise di impedire agli allevatori di raggiungere le montagne e fecero sgorgare alcune sorgenti d'acqua, che crearono a valle il lago di Braies, che impediva agli allevatori di poter rubare ulteriormente l'oro ai selvaggi.[9]
Secondo la tradizione ladina il nome Sass dla Porta avrebbe origini mitologiche; deriverebbe, infatti, dalla saga del Regno dei Fanes, un antico reame della mitologia ladina, che sarebbe esistito nelle attuali vallate dolomitiche in tempi immemorabili. Ogni anno, in una notte di luna piena, i pochi superstiti del popolo dei Fanes, distrutto dall'avidità di un re usurpatore, escono dall'enorme buco naturale scavato nella roccia del monte e effettuano in barca il giro del lago di Braies, guidati dalla loro regina e da Lujanta, mitica eroina.[10]
Nel corso degli ultimi anni, anche grazie alla pubblicità dovuta alla serie televisiva Un passo dal cielo, il lago di Braies è diventato uno dei luoghi più visitati del Trentino Alto Adige. L'enorme affluenza ha addirittura indotto alcuni esponenti politici locali a immaginare delle soluzioni volte alla riduzione del numero delle presenze sotto un certo standard, compatibile con le caratteristiche del luogo.[11]
Dal 2012 si tengono delle competizioni di curling sulla superficie ghiacciata del lago durante la stagione invernale.[15]
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