Il Monte Soratte è una montagna del Lazio, nel comune di Sant'Oreste nella provincia di Roma, alta 691 m. La sua forma, ma ancora di più la sua posizione nel mezzo della valle del Tevere, hanno da sempre stimolato la fantasia e la curiosità.
(LA)
«Vides ut alta stet nive candidum Soracte...» |
(IT)
«Vedi, che il gelido Soratte è candido di neve rigida......» |
(Orazio, Odi I, 9, 1. Trad. di Giacomo Leopardi [1809]) |
Monte Soratte | |
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Monte Soratte visto da Civita Castellana | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Altezza | 691 m s.l.m. |
Catena | isolata |
Coordinate | 42°14′44.22″N 12°30′07″E |
Mappa di localizzazione | |
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I ritrovamenti di materiali risalenti all'Età del bronzo sulla cresta sommitale, lasciano pensare che il Soratte fosse abitato fin da tempi preistorici.
Probabilmente in epoca preromana, a causa della sua natura isolata che lo rendeva visibile e riconoscibile da lontano, fu luogo di culto da parte per i gruppi locali, corrispondenti a Etruschi, Falisci, Capenati e ai Sabini.
Tale vocazione si tramandò nel tempo prima ai Romani, con il culto di Soranus Apollo[1] e poi agli inizi del Cristianesimo, quando molti eremiti vi si rifugiarono in cerca di silenzio e meditazione.
A testimonianza di ciò si trovano sul Soratte i resti di sei insediamenti a carattere religioso, alcuni dei quali tuttora utilizzati durante le feste religiose di Santa Lucia, di Santa Romana e della Madonna di maggio, in occasione della quale si svolge la tradizionale fiaccolata sul monte.
Sulla cima del Soratte si trova l'eremo di San Silvestro, costruito nel VI secolo sui resti di un tempio di Apollo. Secondo una leggenda la chiesa era stata invece fondata tre secoli prima da papa Silvestro I che si era rifugiato sul Soratte per sfuggire alla persecuzione di Diocleziano (da qui egli avrebbe avuto la nota visione del drago, ricollegabile al culto dell'arcangelo Michele del prospiciente Monte Tancia). Vi sono conservati affreschi trecenteschi e quattrocenteschi che sono stati oggetto di studi e di interventi conservativi.
La chiesa di Santa Maria delle Grazie e l'annesso monastero, furono costruiti nel 1835 su una precedente costruzione del 500. I locali sono ampiamente restaurati e offrono la possibilità di avere vitto e alloggio. La chiesa ospita un affresco della Beata Vergine oggetto di grande venerazione nel XVI secolo.
Sono presenti altri quattro eremi: Sant'Antonio, Santa Lucia, San Sebastiano e Santa Romana, che pur versando in condizioni di abbandono, presentano notevoli caratteri tipici dell'architettura eremitica rupestre.
Nel versante sud nel 1937, sotto la Direzione del Genio Militare di Roma, venne avviata la costruzione di un complesso di gallerie che, secondo il progetto iniziale, dovevano servire come rifugio del comando supremo dell'esercito in caso di guerra, data la vicinanza del Soratte con la capitale.[2]
Il monte Soratte è presente anche nell'opera più importante del sommo poeta Dante Alighieri, la divina commedia : Inferno, canto ventisettesimo:
Ma come Costantin chiese Silvestro
d’entro Siratti a guerir de la lebbre;
così mi chiese questi per maestro[3]
Durante la seconda guerra mondiale, in particolare nel settembre del 1943 il comando supremo delle forze di occupazione tedesche si stabilì sul Soratte. Nel mese di giugno del 1944, dopo un terribile bombardamento effettuato il 12 maggio da 236 B-17 del 5th US Air Force, il feldmaresciallo Albert Kesselring insieme alle truppe di occupazione abbandonò l'area dopo aver minato parte delle gallerie. Sembra che prima di abbandonare l'area il feldmaresciallo abbia dato l'ordine di interrare nelle gallerie 68 casse contenenti oro e beni saccheggiati alla Banca d'Italia e alla comunità ebraica di Roma, che di fatto non è stato mai trovato.[2]
È doveroso ricordare, nel quadro della lotta di resistenza che la scia di sangue causata dai grandi rastrellamenti nazifascisti tra l'inverno del 1943 e la primavera del 1944, che costarono la vita a centinaia di civili e combattenti partigiani, è stata ordinata dal feldmaresciallo Albert Kesselring comando supremo del sud al Bunker Soratte per protrarsi lungo lo spostamento del fronte verso il nord Italia durante la ritirata della Wehrmacht.[4][5]
Durante gli anni della Guerra Fredda parte delle stesse gallerie sono state riconvertite per ospitare il bunker anti-atomico del Governo Italiano; i lavori solo parzialmente terminati risalgono al quinquennio 1967-1972.[2]
Il sistema ipogeo consta di 4 km di gallerie, oggi parzialmente visitabili grazie all'operato di una associazione di volontari.[2]
L'area da alcuni anni è stata riacquisita dal Comune di Sant'Oreste ed è oggetto di lavori di recupero delle ex caserme e di allestimento di un museo storico diffuso denominato "Percorso della memoria".
Istituita con L.R. 6 ottobre 1997, n. 29 (B.U.R. 10 novembre 1997, n. 31 S.O. n. 2), la Riserva del naturale del Monte Soratte, è un singolare polmone verde tra la via Flaminia e il fiume Tevere, poche decine di chilometri a nord di Roma. Comprende l'isolato rilievo del Monte Soratte, modesto ma svettante massiccio calcareo che spicca nel dolce paesaggio della valle del Tevere. Con 691m di altezza, dalla cui sommità però lo sguardo abbraccia un panorama vastissimo.
Con la Legge Regionale del 22 ottobre 2018, n.7 (pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio del 23 ottobre 2018, n.86) viene affidata alla direzione della Riserva naturale di Nazzano, Tevere-Farfa anche la gestione del Parco Naturale del Monte Soratte.
Il monte Soratte, e la Riserva naturale del Monte Soratte, si trovano nel comune di Sant'Oreste a circa 45 km a nord di Roma. Esso si erge solitario nella valle del Tevere di cui costituisce il rilievo più alto.
Il Soratte ha una pianta a forma di ellissoide avente un asse longitudinale che si sviluppa per circa 5,5 km in direzione NNO-SSE secondo un profilo a forma di arco composto da sei cime, su una delle quali, a circa 400 m di altitudine, si trova il paese di Sant'Oreste.
Il monte è costituito da un massiccio calcareo avente delle pareti molto ripide presso la cima, mentre le pendici risultano più dolci e ricoperte da una fitta vegetazione. La pianura circostante è coltivata principalmente a uliveti e attraversata da numerosi fossi.
Dal paese di Sant'Oreste si sviluppano vari sentieri che consentono di raggiungere la cresta e attraversare la montagna in senso longitudinale da entrambi i lati. Stante la ripidità delle pareti rocciose, non ci sono sentieri che attraversano la montagna trasversalmente.
Caratteristica del luogo sono i Meri, tre grandi voragini di origine carsica, che si trovano alla base orientale della montagna. Questi pozzi, comunicanti fra loro e profondi circa 115 m, rivestono un notevole interesse speleologico. In particolare il Mero Grande è costituito da un pozzo verticale profondo diverse decine di metri e con un diametro di 20 m.
Il monte Soratte fa parte, insieme ai monti Cornicolani, di quella che viene chiamata la dorsale Tiberina, cioè una dorsale carbonatica, che è affiorata nel periodo meso-cenozoico dai sedimenti pliocenici e dalla copertura vulcanica. In periodi successivi la dorsale ha subito fratture sui lati ed al centro dove si è creata la depressione attraversata dal Tevere. I rilievi carbonatici del monte Soratte costituiscono quindi un alto strutturale (tipo Horst) che separa la depressione della valle del Tevere (a NE) dalla zona ribassata sabatina (a SO).
La struttura del Soratte rappresenta quindi uno stacco morfologico molto netto e caratteristico rispetto alle zone circostanti. Essa è costituita da una serie di scaglie tettoniche sovrapposte legate a più eventi compressivi, verificatisi durante le fasi tettogenetiche appenniniche. Eventi tettonici distensivi successivi hanno generato sistemi di faglie dirette, subverticali e fratture orientate prevalentemente NO-SE e N-S, spesso riutilizzando le antiche linee di debolezza che hanno disarticolato in blocchi l'assetto precedente.
Principali litotipi presenti e loro dislocazione:
Il rilievo, data la sua natura prevalentemente calcarea, è soggetto a forte erosione carsica, specie lungo la cresta. L'attività carsica sotterranea è suggerita dall'assenza di corsi d'acqua su quasi tutto il rilievo e confermata dalla presenza di numerosi antri e pozzi.
Il monte Soratte è caratterizzato da una vegetazione molto varia e differenziata in funzione dell'esposizione. Prevalgono le formazioni a bosco e boscaglia.
Sul versante nord ovest, più freddo, si trovano boschi caduchi con presenza di carpino nero (Ostrya carpinifolia), orniello (Fraxinus ornus), acero minore (Acer monspessulanum) misti a specie sempreverdi come il leccio (Quercus ilex).
Sul versante sud est, più caldo, si hanno specie della macchia mediterranea con leccio, acero minore, terebinto (Pistacia terebinthus), fillirea (Phyllirea latifolia). A questa comunità vegetale, non usuale, descritta per la prima volta sul monte Soratte, è stato dato il nome di Quercetum galloprovinciale aceresotum monspessulani.
Una particolare varietà di asfodelo, l'asfodelo giallo (Asphodeline lutea), poco diffusa altrove, è presente in modo abbastanza regolare soprattutto sul versante occidentale.
Numerose sono le specie animali presenti nei boschi del Soratte.
Tra gli uccelli, sono presenti sia specie stanziali che di passo e migratorie.
Il monte Soratte è noto anche per la sua visibilità da grandi distanze. Di seguito un elenco di località da cui si può scorgere:
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