L'Allier (in occitano Alèir) è un fiume del centro della Francia, principale affluente della Loira per lunghezza, che ha dato il proprio nome al dipartimento dell'Allier.
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Allier | |
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Ponte sul fiume Allier a Brioude | |
Stato | Francia |
Regioni | Alvernia-Rodano-Alpi Borgogna-Franca Contea Centro-Valle della Loira Occitania |
Dipartimenti |
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Lunghezza | 410 km[1] |
Portata media | 147 m³/s |
Bacino idrografico | 14 310 km² |
Altitudine sorgente | 1 503 m s.l.m. |
Nasce | Cevenne |
Sfocia | Loira a Nevers 46°57′34″N 3°04′44″E |
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Anticamente Elaver, il nome viene dal ligure el (albero) + ar (fiume la cui valle è in forma di pianura), con il significato di fiume degli alberi, senza dubbio perché utilizzato nella fluitazione del legname.
Il fiume sorge nelle Cevenne sul Moure de la Gardille (1 423 m s.l.m.), in Lozère, e sfocia nella Loira a ovest della città di Nevers, presso il bec d'Allier, al confine tra i dipartimenti di Cher e Nièvre, dopo un percorso di 410 km.[1] È uno dei pochi fiumi d'Europa ancora selvaggi e ospita una fauna unica, con particolare riguardo all'avifauna.
Il regime idrologico dell'Allier è pluviale, sottomesso al clima oceanico. Si osserva in genere un massimo in febbraio (245 m³.s−1 di media mensile) e un minimo in agosto(circa 50 m³.s−1). In periodo di magra, la portata può scendere sotto i 20 m³.s−1 e passare i 2 000 m³.s−1 in piena. Le piene si formano al tempo dei lunghi eventi pluviali che si manifestano generalmente da novembre ad aprile, provenienti più frequentemente dall'Oceano Atlantico. Tuttavia, l'episodio proveniente dal mediterraneo del 6 dicembre 2003 ha anch'esso provocato una forte piena, forse la più forte del dopoguerra.
Nutrie e castori sono alcune delle specie che si possono osservare sul fiume Allier. Particolarmente varia è la fauna ittica, che comprende trote, temoli, lucci.
Tuttavia, la presenza di moltissimi sbarramenti sulla Loira ha comportato la quasi totale sparizione del salmone di Allier per l'assenza o inidoneità delle scale per pesci, insieme ad una serie di fattori: calo del della portata, distruzione dei luoghi di deposizione, calo del tasso dell'ossigeno disciolto, aumento della temperatura media. Fortunatamente, sono stati compiuti validi sforzi per tentare, dopo anni, la reintroduzione di questo pesce mitico, all'origine di una tradizione culturale millenaria.
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