Il Vallone di Saint-Marcel è una valle alpina laterale della Valle d'Aosta, tra la Val Clavalité ed il Vallone delle Laures, che prende il nome da Saint-Marcel, comune valdostano all'altezza del quale si apre sulla destra orografica della Dora Baltea.
Vallone di Saint-Marcel | |
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Località principali | Saint-Marcel |
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Il vallone è del tutto compreso nel comune di Saint-Marcel. Per accedere al vallone, una volta arrivati a Saint-Marcel si raggiunge la località Les Druges. L'accesso al vallone si effettua a piedi. Nella parte alta del vallone insiste la riserva privata di caccia e pesca Grand Avert, in cui si incontrano 600 camosci e 60 stambecchi.[1] Il Vallone, ricco di varietà floristiche, ospita tra le specie rare Linnaea borealis e Clematis alpina.[1]
Le miniere di rame e manganese di Saint-Marcel vennero sfruttate fin dall'epoca romana e probabilmente anche prima, in epoca salassa.[2]
Numerose sono le tracce delle attività estrattive industriali nella parte alta del vallone: le miniere di Saint-Marcel, oggi non più attive, furono nei secoli scorsi un polo industriale di rilievo, al pari dei complessi minerari di Cogne e La Thuile.[2] Degli insediamenti restano le tracce lungo i sentieri, oggi archeologia industriale meta di turisti "slow": nei boschi si celano forni e depositi di scorie, teleferiche in rovina, le baracche dei minatori e le antiche gallerie parzialmente crollate e coperte di vegetazione.
I siti del complesso minerario di Saint-Marcel tuttora visibili sono quelli di Praborna, Servette e Chuc. Insieme ad altri minerali di manganese si estraevano la rodonite, la braunite e il violano[3][4][5] a Praborna. A Servette e Chuc si trovavano i giacimenti ferrosi e cupriferi: in particolare, nel sito di Chuc si estraeva la pirite, mentre a Servette si ricavava la calcopirite.[2]
A marzo 2013 è stato approvato dalla Giunta regionale un progetto di recupero delle miniere di Saint-Marcel che metterà in sicurezza i siti in vista della loro valorizzazione turistica.[6]
Salendo lungo il vallone, in località Laveyc o Éve-verta (in patois valdostano "Acqua verde"), a circa 1290 m s.l.m. si incontra una sorgente di acque turchesi, la cui colorazione dà il nome al luogo: la particolarità dell'Éve-verta, ricca di sali di rame, è proprio di colorare pietre, terra e muschi su cui scorre depositandovi una patina di woodwardite e altri minerali.[1]
Le principali montagne che contornano il vallone sono:
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