La Torre di Brenta (3014 m s.l.m.) è una cima delle Dolomiti di Brenta, principale elevazione del settore di sottogruppo SOIUSA denominato Catena degli Sfulmini[1][2] nonché una delle principali vette del gruppo e tra le più elevate di tutte le Dolomiti essendo tra le 86 vette a superare i 3000 metri di quota.[3] Domina la Conca degli Armi, l'omonima vedretta ed il sottostante Rifugio Alimonta.
Torre di Brenta | |
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Torre di Brenta (3014 m) e Cima degli Armi (2951 m, a sinistra) separate da Bocca degli Armi (2744 m) e ciò che resta dell'omonima vedretta visti dal Rifugio Alimonta | |
Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Provincia | Trento |
Comune | Molveno Tre Ville |
Altezza | 3 014 m s.l.m. |
Catena | Alpi |
Coordinate | 46°10′01.45″N 10°53′44.23″E |
Data prima ascensione | 24 giugno 1882 |
Autore/i prima ascensione | Edward Theodore Compton e Matteo Nicolussi |
Mappa di localizzazione | |
Dati SOIUSA | |
Grande Parte | Alpi Orientali |
Grande Settore | Alpi Sud-orientali |
Sezione | Alpi Retiche meridionali |
Sottosezione | Dolomiti di Brenta |
Supergruppo | Gruppo di Brenta e della Paganella |
Gruppo | Gruppo di Brenta |
Sottogruppo | Sottogruppo centrale di Brenta |
Codice | II/C-28.IV-A.1.e |
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«Superba ed elegantissima cima, che si eleva con forma di ciclopica torre culminante a pala, fra la Bocchetta Alta degli Sfulmini e la Bocca degli Armi» |
(Gino Buscaini e Ettore Castiglioni, Dolomiti di Brenta[4]) |
La Torre di Brenta è una massiccia ed imponente torre che si eleva tra la Bocchetta Alta degli Sfulmini e la Bocca degli Armi. Sul versante nord presenta un'alta parete rocciosa solcata da profondi camini mentre le pareti sud-ovest e sud-est sono più compatte e verticali. Per la buona qualità della roccia dolomitica e per la facilità di accesso dai rifugi (Alimonta, Pedrotti e Brentei), risulta essere una vetta piuttosto frequentata dai rocciatori.
Assieme al Campanile Basso, il Campanile Alto e gli Sfulmini, costituisce il cuore caratteristico delle Dolomiti di Brenta per via del susseguirsi di guglie e bocchette. Questa zona del Gruppo di Brenta è resa famosa dalla Via ferrata delle Bocchette Centrali che la attraversa ad una quota di circa 2700 metri.
I primi salitori furono Edward Theodore Compton, illustratore e alpinista tedesco noto per i suoi dipinti e disegni di paesaggi alpini nonché primo salitore di almeno 27 cime[5], e la guida alpina di Molveno Matteo Nicolussi che raggiunsero la cima lungo la Via normale Nord.[6]
La via più semplice per cima è quella seguita da Compton e Nicolussi. Partendo dalla Vedretta degli Sfulmini sale la parete Nord-Est e, dopo aver superato una evidente cengia mediana, raggiunge la cresta sommitale da cui facilmente si giunge alla vetta.[7] Con il recente abbassamento della Vedretta degli Sfulmini, il primo tratto di via si è fatto sempre più problematico. Per questo motivo, soprattutto a fine stagione, è consigliabile salire al cengione mediante il versante est raggiungibile dal primo tratto delle Bocchette Centrali.[8]
Oltre la via normale utilizzata dai primi salitori, facile ma fredda e soggetta a formazione di ghiaccio, vi è una seconda via normale la Via Garbari da sud[9]; leggermente più impegnativa della precedente che sale dalla Bocchetta Alta degli Sfulmini.[10]
Altre vie particolarmente frequentate alla Torre di Brenta sono il Camino Adam da nord, la Cresta Ovest, la Via Detassis sulla parete sud-ovest e lo Spigolo Est.[11]
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