Il Tassili n'Ajjer, che in berbero significa "Altopiano (Tassili) dei tuareg Kel Ajjer",[1] è un massiccio montuoso del deserto del Sahara, situato nel sud est dell'Algeria presso il confine con la Libia (distretto di Ghat). Si estende per circa 500 chilometri in direzione nord-ovest sud-est ed il suo punto più elevato è costituito dal monte Afao, alto 2.158 metri. La città più vicina è Djanet, circa 10 chilometri a sud ovest del massiccio.
Gran parte della catena montuosa, compresi i cipressi e i siti archeologici, è protetta all'interno di un Parco nazionale, oltre che come Riserva della biosfera e sito inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.[2]
Geologia
La catena montuosa è composta in gran parte di arenaria. L'erosione dell'area ha fatto sì che si formassero circa 300 archi di roccia, oltre a numerose altre formazioni rocciose.
Ecologia
A causa dell'altitudine e delle proprietà dell'arenaria, la vegetazione è molto ricca, al contrario di ciò che succede nel deserto circostante. Essa comprende, nella metà orientale e più alta della catena, una vastissima varietà di flora, tra cui spiccano le specie endemiche e rarissime del cipresso del Sahara e del mirto sahariano.
L'ecologia del Tassili n'Ajjer appartiene all'ecoregione del Sahara occidentale. In questa regione millenni fa scorrevano numerosi fiumi, a testimonianza di un'epoca (il periodo umido africano) in cui il clima era molto diverso da quello attuale.
Il Tassili n'Ajjer è noto anche per l'arte rupestre di epoca preistorica[3] che vengono datate tra 9 000 e 10 000 anni fa[4][5] e per altri antichi siti archeologici di epoca neolitica, quando in questa regione il clima era più umido e al posto del deserto vi era la savana.
Sono state finora identificate circa 15.000 tra pitture e incisioni rupestri[2] che raffigurano mandrie di bestiame, grandi animali selvaggi tra cui elefanti, giraffe e coccodrilli,[6] attività umane come caccia e danza.
Teorie di Terence McKenna
Il Tassili è al centro di alcune speculazioni dello scrittore statunitense Terence McKenna, che nel suo saggio del 1992 Il cibo degli dei, asserì che gli artefici dei reperti del Tassili fossero i membri di una civiltà edenica, strutturata secondo il principio della partnership elaborato da Riane Eisler, cioè su una profonda cooperazione sociale che per McKenna era dettata ai membri della comunità dal loro utilizzo di funghi allucinogeni. Questa teoria, peraltro avallata all'epoca dagli studi di Giorgio Samorini, si inseriva secondo McKenna in un percorso evolutivo dell'umanità, la quale avrebbe perso tale cooperazione ideale sostituendola con la civiltà del dominio. Testimonianza mitica di questi sconvolgimenti sarebbe la narrazione biblica del peccato originale. Nella Genesi si dice infatti che Adamo ed Eva furono scacciati dall'Eden e si diressero a Oriente: analogamente, tracce della cultura del Tassili sarebbero riapparsi molti secoli dopo la sua scomparsa, ma in Anatolia. Inoltre, il primato di Eva su Adamo nell'attingere al frutto dell'"albero della conoscenza" (che McKenna identifica con gli effetti dei funghi e delle piante allucinogene di cui la zona era ricoperta millenni fa), confermerebbe che furono le donne, in quanto raccoglitrici, le prime a sviluppare il linguaggio per comunicare ed essere più efficaci nella raccolta. Per questa ragione la civiltà del dominio nasce come matriarcato e solo successivamente diventa un patriarcato. Il Tassili rappresenterebbe dunque un sito di importanza straordinaria per la comprensione della storia evolutiva dell'essere umano e per la proposta di paradigmi sociali alternativi, dal momento che è a questa civiltà che le varie mitologie successive si sarebbero rivolte in termini di passato edenico.
Note
Hans Joachim Stühler: Soziale Schichtung und gesellschaftlicher Wandel bei den Ajjer-Twareg in Südostalgerien (= Studien zur Kulturkunde. Band 47). Steiner, Wiesbaden 1978, ISBN 3-515-02745-9.
Tassili n'Ajer, su whc.unesco.org, UNESCO World Heritage Centre. URL consultato il 7 marzo 2013.
Jörg W. Hansen: Tassili. Felsbildkunst in den westlichen und südlichen algerischen Tassilis (mit Vorwort von Paul G. Bahn). Somogy éditions d’art, Paris 2009, ISBN 978-2-7572-0251-7.
Bibliografia
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