È situato sulla faglia Liquiñe-Ofqui, all'incrocio di tre placche continentali, dell'America del Sud a est, quella antartica a sud ovest e quella di Nazca a nord ovest. Domina la capitale provinciale che porta lo stesso nome del monte, posta a una decina di chilometri. La caldera ovoidale lunga 4 e larga 2.5 chilometri si è formata circa diecimila anni fa, lasciando un importante deposito di ossidiana, che le popolazioni locali del neolitico utilizzarono largamente. Manufatti di questa pietra si sono ritrovati fino a una distanza di quattrocento chilometri attorno alla regione.
Il 2 maggio 2008, dopo una serie di movimenti tellurici, è entrato in eruzione, scagliando un'importante colonna di ceneri che ha costretto all'evacuazione di circa 1.500 abitanti delle pendici del monte. Nei giorni seguenti si è proceduto all'evacuazione di tutta la regione circostante compresa la capitale, visto l'aggravarsi della situazione. Nella prima fase è stata segnalata la morte di una sola persona, molto anziana, che durante il trasporto è deceduta.
Il vulcano era inattivo da molti anni, una stima iniziale datava la precedente eruzione a 9.000-10.000 anni fa, indagini successive hanno identificato altri periodi eruttivi, l'ultimo dei quali risalente alla metà del XVII secolo.
Dopo tre settimane di eruzione, i due crateri inizialmente formatisi si sono fusi in uno. I maggiori disagi in questa fase si sono avuti in Patagonia, Argentina dove i venti predominanti hanno spinto le ceneri causando non pochi inconvenienti alla popolazione locale con chiusura di aeroporti e altre infrastrutture. In Cile la preoccupazione riguardava in particolare l'industria della pesca nel Golfo del Corcovado, visto l'importante deposito in mare di ceneri.
Il 18 febbraio 2009, il duomo che si era formato nella caldera del vulcano è collassato nel suo fianco sud, aprendo una voragine di circa un chilometro e ha emesso una imponente colonna di ceneri alta oltre otto chilometri e che ha coinvolto 30 milioni di tonnellate di materiale, una colata piroclastica si è fermata a pochi chilometri dall'abitato di Chaitén. Le autorità hanno disposto la totale evacuazione di tutti gli abitanti della regione.
29 settembre 2009, l'attività del vulcano prosegue senza sosta costruendo un nuovo importante duomo di lava nella caldera del vulcano, si teme un collasso dello stesso con conseguenti colate piroclastiche e lahar.
L'eruzione si è conclusa nel maggio del 2011.
Durante un'eruzione è stato osservato il fenomeno del Temporale eruttivo.
Il pennacchio vulcanico spinto verso sud est
Baia e cittadina di Chaitén, effetti dalle ceneri del vulcano
Foto satellitare del vulcano nel 2003, la caldera è chiaramente visibile nella parte bassa dell'immagine mentre la cittadina di Chaitén si trova in alto
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