Il Mont Ventoux (anche Monte Ventoso[1][2] in italiano) è un gruppo montuoso della Provenza (Alpi Sud-occidentali-Alpi e Prealpi di Provenza-Prealpi di Vaucluse), in Francia, la cui cima raggiunge i 1 912 metri s.l.m., situato a 20km in linea d'aria a nord-est di Carpentras, abbastanza lontano e isolato dalle altre cime della regione, soprannominato dai francesi il "Gigante della Provenza" o anche il "Monte Calvo".
Mont Ventoux
Mont Ventoux: la cima con la torre dell'Osservatorio.
Classificato Riserva della biosfera dall'UNESCO, nell'ambito del progetto "MAB" (Man and Biosphere), presentando una geologia e una flora particolari, nonché una fauna assai ricca, fanno parte di questa anche le limitrofe prealpi di Vaucluse, il Plateau d'Albion e le caratteristiche Gorges de la Nesque, profonda incisione fluviale in roccia carsica. La piana e i colli alla base del Ventoux sono rinomati per il vino (Côtes du Ventoux) e le uve da tavola.
Toponimo
Il nome sembrerebbe derivare da "vento": il Maestrale (il Mistral in francese), soffia infatti sul suo crinale sommitale con continuità e grande violenza, raggiungendo e superando spesso i 160km/h (la velocità massima raggiunta dal Mistral fu di 313km/h, registrata il 20 marzo 1967[4]) per poi diffondersi nella pianura sottostante, sino al mare.
Ma un'interpretazione più moderna e approfondita assegna l'origine del nome Ventoux al lemma pregallico ventur, poi passato nella lingua occitana, che significa "colui che si vede da lontano". Numerosi studi e testimonianze d'epoca danno ormai pieno credito a questo etimo da molti anni. Anche nelle locali lingue provenzale e occitano il Monte non è chiamato Ventoux, bensì "Ventour".
Storia
La prima ascensione di cui è rimasta traccia è quella effettuata a scopo mistico dal Petrarca il 26 aprile 1336[5], lungo il boscoso versante settentrionale. Egli descrisse l'impresa nella lettera Ascesa al monte Ventoso. Nel XV secolo sulla cima fu costruita una cappella dedicata alla Santa Croce.
Fin dal XII secolo, i cantieri navali di Tolone hanno utilizzato gli alberi che crescevano sui suoi pendii. Il monte fu rimboscato nel XIX secolo con la discutibile introduzione di Pini neri d'Austria e di Cedri, oggi largamente contestata da botanici ed ecologi. La parte sommitale è sprovvista di vegetazione arborea e arbustiva a causa del vento e delle vaste pietraie, specialmente sul versante aprico. Ospita dal 1882 un osservatorio meteorologico. Ai piedi della montagna, sul lato Sud-ovest, si trova la celebre cappella romanica di S. Maria Maddalena, edificata attorno all'anno 1000.
Nei boschi del monte Ventoso sono stati sepolti i resti di Publio Cordón che morì nel tentativo di fuggire dai terristi rossi del GRAPO che lo avevano sequestrato.[6]
L'esplorazione scientifica del Ventoux
Nel Settecento iniziarono le ascensioni-esplorazioni di diversi studiosi, fra i quali si ricordano principalmente[7]:
Il padre gesuita Antoine-Jean Laval (1664-1728), matematico e astronomo salì in vetta il 25 e 26 giugno 1711 portando con sé strumenti vari per misurare l'altezza del monte e la sua collocazione geografica.
Antoine de Jussieu (1686-1758), botanico compì l'ascensione il 10 e l'11 aprile del 1711 interessandosi in particolare della flora e delle nuove specie vegetali che trovò nei pressi della cima.
Il medico Michel Darluc salì nel 1778. Si interessò degli aspetti botanici e geografici della montagna.
Jean-Henri Fabre (1823-1915), famoso entomologo, visitò le falde del Ventoux venticinque volte, ma solo in due occasioni raggiunse la cima. I suoi interessi erano molteplici, ma i suoi studi prevalenti furono, naturalmente, quegli sugli insetti.
Descrizione
Geologia e geomorfologia
Questa sezione sull'argomento montagna è ancora vuota. Aiutaci a scriverla!
Idrografia
Questa sezione sull'argomento montagna è ancora vuota. Aiutaci a scriverla!
Ambiente
Flora
La vegetazione del Mont Ventoux presenta molte particolarità strettamente locali. Pur raggiungendo, infatti, i 1912m di altitudine, il Ventoux è un massiccio del tutto solitario, immerso in un clima decisamente mediterraneo. Esposto ai miti venti marini da Sud e al freddo Maestrale che lo investe da Nord, mostra un manto boschivo e un corteggio di specie che fondono e sovrappongono le serie vegetazionali dei vari piani altitudinali, i quali, a loro volta, hanno quote e caratteristiche floristico-associative alquanto desuete.
Oltre ai suoli, al clima e all'azione del vento che sferza il lungo crinale, un altro elemento rende peculiare la copertura vegetale di questo monte: quello del suo distendersi da est a ovest, con due soli versanti opposti e un'unica, continua dorsale sommitale. Questa conformazione fa sì che uno dei versanti sia interamente esposto a mezzogiorno e perennemente soleggiato, mentre l'altro guardi a settentrione con un'insolazione assai ridotta.
Mentre il substrato del piano basale è costituito da un'alternarsi di colli marnoso-argillosi e di colli totalmente silicei (sabbie di SiO2 puro), tutto il massiccio del Ventoux è un blocco di calcare. La base della montagna, che dovrebbe essere ricoperta da una lecceta, è invece dominio di fitte colonie di pino d'Aleppo con frequenti intrusioni di pino marittimo (sui suoli acidi) e di roverella, con il leccio in netta minoranza e un considerevole corteggio erbaceo-arbustivo di specie tipiche della macchia mediterranea.
I piani altitudinali
A partire dai 250–300m s.l.m. della piana di base si possono delineare i diversi piani in una prima approssimazione di sintesi:
Piano basale dai 200 ai 400m (Quercion ilicis con: Quercus ilex, Quercus pubescens, Pinus halepensis, Pinus pinaster, Juniperus phoenicea, etc.)
Piano sub-montano inferiore dai 400 agli 800m (Quercion pubescentis - ilicis con inizio di faggete. Sul versante nord: Fagus sylvatica e Pinus silvestris).
Piano sub-montano superiore dagli 800 ai 1000–1200m (Fagion sylvaticae con: Fagus sylvatica, Quercus cerris. Sul versante Nord: Fagus sylvatica con Abies alba).
Piano montano dai 1 000 ai 1500m (Pinion uncinatae).
Piano sub-alpino dai 1 500 alla vetta. (Brachipodion ramosae. Sul versante Nord: Pinion uncinatae e Brachipodion spp.)
Una scansione più accurata fornisce invece la seguente sequenza:
Versante SUD - Insieme Mediterraneo
Piano eu-mediterraneo (o del Leccio). Dai 200 ai 400m.
Serie del Leccio e del Ginepro fenicio.
Serie mediterranea della Roverella.
Piano supra-mediterraneo o collinare (o della Roverella). Dai 400 agli 800m.
Serie supra-mediterranea della Roverella.
Serie inferiore del Pino silvestre.
Piano montano/mediterraneo o sub-montano (o del Faggio). Dagli 800 ai 1200m
Serie sub-mediterranea del Faggio.
Serie superiore del Pino silvestre.
Piano oro-mediterraneo o montano (o del Faggio e dell'Abete bianco). Dai 1 200 ai 1500m.
Serie mediterranea del Faggio.
Serie sub-montana dell'Abete bianco.
Piano sub-alpino (o del Pino uncinato). Dai 1 500 ai 1800m.
Serie sub-alpina del Pino uncinato.
Serie montana del Faggio.
Piano pseudo-alpino. Dai 1 800 ai 1900m (vetta).
Serie delle graminacee prative sub-alpine.
Versante NORD - Insieme medio-europeo o sub-continentale
Piano montano o del Faggio. Dagli 800 ai 1500m.
Serie delle faggete-abetaie ad Abies alba.
Serie mesofila del Faggio.
Serie mesofila dell'Abete bianco.
Piano sub-alpino o del Pino uncinato. Dai 1 500 ai 1800m.
Euphorbia seguieriana ssp. loiseleurii (Euphorbiaceae)
Astragalus sempervirens (Papilionaceae)
Linaria alpina (Scrofulariaceae)
Veronica aphylla (Scrofulariaceae)
Potentilla nivalis (Rosaceae)
Silene petrarchae (Caryophyllaceae)
Arenaria grandiflora (Caryophyllaceae)
Phyteuma charmelii (Campanulaceae)
Campanula alpestris (Campanulaceae)
Papaver auranthiacum (Papaveraceae)
Allium narcissiflorum (Liliaceae) - Aglio del Piemonte
Viola cenisia (Violaceae)
Polygala alpina (Polygalaceae)
Crepis pygmaea (Compositae)
Fauna
Questa sezione sull'argomento montagna è ancora vuota. Aiutaci a scriverla!
Ciclismo
Il Ventoux presenta tre ascensioni, che sono state teatro di tappe importanti in molte competizioni ciclistiche, tra cui ovviamente il Tour de France. Dal 2019 ogni anno ospita il Mont Ventoux Dénivelé Challenges.
Tour de France
Il Tour de France include spesso l'ascensione di questa cima, celebre per le sue difficoltà tecniche causate dall'elevata pendenza della strada (media 7,7% sino al 20% max), dalla lunghezza (oltre 15km), dal calore che l'asfalto sprigiona nel mese di luglio (dovuto in parte all'assenza di vegetazione nell'ultimo tratto), dal forte vento contrario, nonché dalla diminuita pressione dell'aria, a causa dall'altitudine cui si accede molto rapidamente.
I ciclisti del Tour scalarono il Ventoux per la prima volta nel 1951 lungo la tappa Montpellier-Avignone. Fra coloro che si sono fatti onore su questa salita troviamo Charly Gaul nel 1958, Raymond Poulidor nel 1965, Eddy Merckx nel 1970, Bernard Thévenet nel 1972, Eros Poli nel 1994 (autore di una fuga di 171km in solitaria), Marco Pantani nel 2000, Richard Virenque nel 2002 e Chris Froome nel 2013.
Nell'edizione del 1967, il britannico Tommy Simpson morì sulla salita, a circa 2km dalla vetta lungo il versante di Bédoin, per un arresto cardio-circolatorio causato dall'estrema fatica, da disidratazione e da sostanze dopanti assunte poco prima. Una piccola lapide a bordo strada lo ricorda. Lo stesso Eddy Merckx ebbe un malore in una sua vittoria.
La spianata è artificiale: fino agli anni sessanta era un cocuzzolo roccioso. Poi vi fu realizzata una base di lancio per missili contenuti nel sottosuolo. Oggi la base è stata demolita e non ne rimane traccia.
(FR) François Tessier, Le versant méridional du Ventoux, in La revue des Eaux et Forêts, 1900.
(FR) Vincent Clap, Le Mont Ventoux au XVIII siècle, 1976.
(FR) M. Barbero; P. Quézel, La végétation du Mont Ventoux, in Le massif du Ventoux: éléments d'une synthèse écologique, Institut national de la recherche agronomique; La Terre et la Vie, 1978.
(FR) Georges Guende, Carte de la végétation du Mont Ventoux au 1:25.000, Marseille, Université de Marseille, 1979.
(FR) Olivier Madon, La flore du Mont Ventoux, Avignon, Barthélémy, 1999, ISBN2-87923-076-4.
(FR) Bernard Mondon, Voyages au mont Ventoux, florilège littéraire, Alain Barthélémy, 2003.
(FR) Guy Barruol; Nerte Dautier, Le mont Ventoux. Encyclopédie d'une montagne provençale, a cura di Bernard Mondon, Les Alpes de Lumières, 2007, ISBN978-2-906162-92-1.
(FR) Bernard Girerd, La flore sauvage et la forêt, in Le Mont Ventoux, encyclopédie d'une montagne provençale, Forcalquier, Alpes de Lumière, 2007, ISBN978-2-906162-92-1.
(FR) Frédéric Melki; Maxime Briola, Ventoux, géant de nature, Mèze, Biotope, 2007.
(FR) Galleria di immagini del Mont Ventoux, su dfiloche.free.fr. URL consultato il 24 febbraio 2006 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2006).
(DE) Galleria fotografica del Mont Ventoux, su badische-seiten.de. URL consultato il 13 luglio 2007 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2007).
Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.
2019-2024 WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии