Il Massiccio dello Sciliar (in tedescoSchlerngruppe; in ladinoScilier) è un gruppo montuoso delle Dolomiti[1], situato in Trentino-Alto Adige, nella provincia autonoma di Bolzano, toccando a est la provincia autonoma di Trento.
Disambiguazione – Se stai cercando l'altopiano, vedi Altopiano dello Sciliar.
Situato al centro del parco naturale dello Sciliar, conta diversi accessi dalla val di Tires, da Siusi e da Fiè allo Sciliar e, soprattutto, dall'alpe di Siusi.
Sul pianoro sommitale sorge, a 2457 metri d'altezza, il rifugio Bolzano. I limiti geografici sono, in senso orario, la valle Isarco, la forcella Denti di Terrarossa, il passo Alpe di Tires e la val di Tires.
Storia
L'archeologia recentemente è riuscita a stabilire, grazie a ricerche mirate e analisi dei pollini, che il vasto altipiano della montagna è già stata utilizzato in modo estensivo nell'Età del bronzo, sia per funzioni di culto sia per il pascolo d'alta montagna.[2]
Giovedì 11 agosto 2011 due frane si sono staccate dalla cima Euringer (2394m), parte del massiccio dello Sciliar. La prima, verso le 8.30, ha portato a valle tre massi di grandi dimensioni e la seconda, verso le 10.30, ha avuto dimensioni maggiori. In totale il materiale staccatosi è stato quantificato in circa 2000 metri cubi di roccia.[3]
Toponimo
Il nome tradizionale della montagna è attestato nelle opere del poeta Oswald von Wolkenstein (XV secolo) come Saleren. Con la successiva caduta della -a- radicale e della -e- della desinenza si ha una palatalizzazione e il passaggio a Sch-. Nel XVI secolo, infatti la montagna è indicata come Schlernkhofl, nel 1567 come auf dem Schalern e nel 1700 come Schlern. Si ritiene che il toponimo abbia una base pretedesca e preromana, da identificare in *sala, ovvero "fossato, rio, canale", che si riferisce in primis a Schlerngraben (fossato dello Sciliar) e Schlernbach (torrente). La forma italiana, introdotta da Ettore Tolomei, ricalca la denominazione ladina di Schiliáar.[4]
Classificazione
La SOIUSA lo vede come un gruppo alpino con la seguente classificazione:
Seguendo le definizioni della SOIUSA il massiccio viene visto come un gruppo a sé stante. D'altra parte molti lo includono nel più vasto ed articolato gruppo del Catinaccio, di cui in apparenza sembra costituirne una appendice.
Peter Haupt, Bronzezeitliche Erdöfen auf dem Schlern - ein neues Interpretationsmodell zum Brandopferplatz auf dem Burgstall, in «Der Schlern», 84, 2010, n. 9, pp. 5-15.
Egon Kühebacher, Die Ortsnamen Südtirols und ihre Geschichte, vol. 3, Bolzano, Athesia, 2000, p. 265. ISBN 88-8266-018-4
Tra parentesi viene riportato il codice della SOIUSA dei tre sottogruppi. si tenga presente che un sottogruppo è ulteriormente suddiviso e viene quindi inserita una nuova lettera nel codice.
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