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Il Gurla Mandhata (7.694 m s.l.m., detto anche Naimona'nyi o Memo Nani, in cinese 納木那尼峰), è la montagna più alta della catena montuosa del Nalakankar Himal, nell'Himalaya.

Gurla Mandhata
Il Gurla Mandhata con kiang (asini selvatici)
Stato Cina
Altezza7 694 m s.l.m.
Prominenza2 788 m
CatenaHimalaya
Coordinate30°26′18″N 81°17′57″E
Data prima ascensione1985
Autore/i prima ascensioneCirenuoji, Jiabu, Jin Junxi, K. Matsubayashi, Song Zhiyu, K. Suita, Y. Suita, T. Wada[1]
Mappa di localizzazione
Gurla Mandhata

Nome e geografia


Prende il nome da re Mandhata (Mandhatri) della Dinastia solare o Dinastia Ikshvaku, una delle più antiche dell'India. Il nome tibetano, Naimona'nyi, pare venga da naimo = "medicina a base di erbe", na = "nera", nyi = "lastre ammucchiate" con il significato complessivo di "montagna di lastre ammucchiate di medicina nera di erbe."[2]

Si trova all'interno dell'Altopiano del Tibet, nella Contea di Burang, Prefettura di Ngari, Regione Autonoma del Tibet, in Cina, vicino all'estremo angolo nord occidentale del Nepal (Distretto di Humla), subito a sud del lago Manasarovar e quasi di fronte al monte Kailash; è la trentaquattresima vetta più alta del mondo.


Storia delle scalate


Nel 1905, Tom George Longstaff, accompagnato da due guide alpine e sei portatori, fece un tentativo di scalata, ma arrivato a 7.000 metri fu costretto a rinunciare dopo essere stato travolto da una valanga e aver incontrato altre difficoltà.[1] Dati i tempi fu comunque un notevole conseguimento, in particolare per un gruppo così ristretto, visto che nessuna cima superiore ai 7.000 metri era ancora stata scalata, per cui la quota raggiunta da Longstaff rappresentava un record mondiale.

Nel 1935 il viennese Herbert Tichy, allora studente, travestito da pellegrino indiano fece un viaggio per il sacro Monte Kailash e strada facendo tentò il Gurla Mandhata con uno dei suoi portatori, Kitar. I due raggiunsero la quota di 7.132 metri prima di essere respinti da neve fresca e cattivo tempo.[3]

Nel 1955 la montagna sarebbe dovuta essere la meta della Spedizione Himalaiana Scozzese, guidata da Sydney Wignall.[4], che, sponsorizzata dal Liverpool Daily Post, intendeva piantare sulla vetta tre bandiere, quella del Galles, quella dell'appena rovesciata Repubblica di Cina (1912-1949) e il Jolly Roger, ovvero la bandiera tradizionale dei pirati. Prima che la scalata potesse avere inizio, tuttavia, il gruppo fu catturato dai militari della nuova Cina Popolare che imprigionò gli scalatori sospettandoli di essere spie della CIA. E in effetti Wignall si era offerto di spiare a favore dell'India.[4]

La prima ascensione alla vetta fu effettuata in maggio del 1985 da una squadra congiunta nippo-cinese, guidata da Katsutoshi Hirabayashi, attraverso il versante nord.[2] Dopo di allora vi sono stati altri sei tentativi coronati da successo e due falliti.[5]

Nel 1997 Quinn Simons, Soren Peters e la loro guida, Charlie Fowler, fecero un tentativo di ascensione lungo l'inviolata North Face, raggiungendo una buona quota, ma scontratisi con forti bufere e altre difficoltà furono costretti a ritirarsi. La loro discesa si concluse con una caduta di 450 metri lungo la North Facedella vetta. Fowler rimase leggermente ferito, mentre Simons e Peters soffrirono di un forte congelamento alle estremità.[6]

Panorama dal gompa di Seralung sul lago Manasarovar

La via tradizionale sale per i fianchi occidentali della montagna, raggiungendo il ghiacciaio Chaglung'mlungha sulla piattaforma della vetta. La maggior parte delle spedizioni preferisce avvicinarsi alla montagna tramite fuori strada via terra, partendo sia da Lhasa, Tibet, sia da Kathmandu, Nepal. Un avvicinamento alternativo comincia invece nel remoto villaggio di Simikot (Humla, Nepal), dotato di un piccolo aeroporto, raggiungendo il Tibet attraverso l'angusta valle del Karnali all'altezza del villaggio di Sher e da lì proseguendo di nuovo verso nord in fuoristrada nella Contea di Burang fino al campo base della montagna.

«…nel lontano Nord invece fluttua il Gurla Mandhata, alto più di 7500 metri, che brilla sopra il lago sacro di Manasarovar. Nella sua vivida immobilità, questa terra potrebbe essere un fondale dipinto…»

(Colin Thubron, Verso la montagna sacra, p. 88[7])

Note


  1. Jill Neate, High Asia, The Mountaineers, 1989.
  2. American Alpine Journal 1986, p.302.
  3. Peaks in Asia, su American Alpine Journal, 2019.
  4. (EN) Obituaries: Sydney Wignall, in The Daily Telegraph, 25 aprile 2012. URL consultato il 28 dicembre 2017.
  5. Lo Himalayan Index di The Alpine Club (accesso 21 luglio 2007) ne elenca però soltanto cinque più due fino al 2001 e nessuno dal 2002 al 2005. L'Expedition blog della prima ascensione americana registra l'unica altra ascensione del 2006. (Esiste tuttavia qualche possibilità che altre ascensioni effettive o tentate non siano state registrate.
  6. American Alpine Journal 1999, pp. 211-213.
  7. Colin Thubron, Verso la montagna sacra, traduzione di Alessandro Peroni, Milano, Ponte alle Grazie, 2011, pp. 88, 113-114, 116, 118-119, 128, 138, 143, 208, ISBN 978-88-6220-377-7.

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[de] Gurla Mandhata

Der Naimona’nyi (auch: Gurla Mandhata) liegt im Nordosten des Sitzes der Kreisregierung von Burang im Regierungsbezirk Ngari, im Südwesten des Autonomen Gebiets Tibet der Volksrepublik China.[1] Er ist der höchste Gipfel des Nalakankar Himal, eines kleinen, westlich gelegenen Teilbereichs des Himalaya.

[en] Gurla Mandhata

Gurla Mandhata, also Naimona'nyi or Nemo Nani (Chinese: 納木那尼峰), is the highest peak of the Nalakankar Himal, a small subrange of the Himalaya. It is named after king Mandhata of suryavansha of Ikshvaku dynasty. It lies in Burang County of the Ngari Prefecture in the Tibet Autonomous Region of China, near the northwest corner of Nepal. It is the 34th-highest peak in the world (using a 500-metre prominence cutoff). It is also notable for being well within the interior of the Tibetan Plateau (most peaks of similar height – except notably Shishapangma, the world's 14th-highest peak – lie nearer to or outside the edge of the Plateau) and relatively far away from other peaks with heights greater than 7,500 metres. It sits roughly across Lake Manasarovar from the sacred peak of Mount Kailash. The Tibetan name, Naimona'nyi, is said to come from naimo = "herbal medicine", na = "black", nyi = "heaped-up slabs", giving "the mountain of heaped-up slabs of black herbal medicine."[3]

[es] Gurla Mandhata

El Gurla Mandhata, también conocido como Naimona'nyi o Memo Nani (en chino, 納木那尼峰) es el pico más alto de la Nalakankar Himal, una subcordillera del Himalaya. Se encuentra en el Condado de Burang, en la prefectura de Ngari, en la Región Autónoma del Tíbet, en China, cerca del extremo noroccidental de Nepal. Se trata del 34.º pico más alto del mundo, teniendo en cuenta un corte prominente de unos 500 metros. Se encuentra dentro de la meseta tibetana -cuando la mayor parte de los picos con una altura similar, excepto el Shisha Pangma, el 14.º pico más alto del mundo, se encuentran cerca o fuera de los márgenes de la meseta- y relativamente alejado de otros picos de más de 7.500 msnm. Está situado aproximadamente al otro lado del lago Manasarovar desde el monte sagrado del Kailāsh. Se dice que su nombre tibetano, Naimona'nyi, proviene de naimo = hierba medicinal, na = negro y nyi = losas apiladas, resultando, "la montaña de losas apiladas de hierbas medicinales negras".[2]

[fr] Gurla Mandhata

Le Gurla Mandhata, ou Naimona'nyi ou Nani (en chinois : 納木那尼峰) est le point culminant du Nalakankar Himal, une chaîne de l'Himalaya. Il est situé dans le xian de Burang de la préfecture de Ngari dans la région autonome du Tibet, à proximité du Nord-Ouest du Népal. Il est le 34e plus haut sommet dans le monde. Il a la particularité d'être très à l'intérieur du plateau Tibétain (la plupart des sommets d'altitude similaire sont à la marge du plateau). Il est situé à proximité du lac Manasarovar et du mont Kailash. Le nom tibétain, Naimona'nyi, est censé provenir de naimo = « phytothérapie », na = « noir », nyi = « dalles entassées », donnant « la montagne aux dalles entassées de la phytothérapie noire ».
- [it] Gurla Mandhata

[ru] Гурла-Мандхата

Гурла́-Мандха́та[2] (непальск. गुरला मान्धाता; тиб. ཎིམོནའི྇ཉ།, Наймона-Нии; кит. 納木那尼峰, Намунани) — самый высокий пик хребта Налаканкар Химал, в центральной части Гималаев. Расположена в провинции Нгари Тибетского автономного района близ северо-западной границы Непала. 34 по высоте вершина в мире. Гурла-Мандхата также является высочайшей вершиной на плато Тибет (ближайшая высокая вершина Шишабангма, 14 по высоте пик мира, находится за пределами плато) и расположена в отдалении от других высоких вершин (свыше 7500 м). Находится на противоположном от священной горы Кайлас берегу озера Мапам-Юмцо. Тибетское название — Наймона-Нии, переводится — Наймо — «травяной настой», на — «чёрный», Нии — «взгромождённые скалы», приблизительно как «Гора чёрного настоя»[3]



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