Cima Presanella (3558 m s.l.m.) è una montagna delle Alpi Retiche meridionali, ed è la vetta più alta che si trova completamente in territorio trentino e dell'omonimo gruppo e delle Alpi dell'Adamello e della Presanella.
Cima Presanella | |
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Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Provincia | Trento |
Altezza | 3 557[1] m s.l.m. |
Prominenza | 1 672 m |
Isolamento | 18,4 km |
Catena | Alpi |
Coordinate | 46°13′10″N 10°39′51″E |
Data prima ascensione | 27 agosto 1864 |
Autore/i prima ascensione | D. W. Freshfield, François Devouassoud, M. Beachroft, I.D. Walker |
Mappa di localizzazione | |
Dati SOIUSA | |
Grande Parte | Alpi Orientali |
Grande Settore | Alpi Sud-orientali |
Sezione | Alpi Retiche meridionali |
Sottosezione | Alpi dell'Adamello e della Presanella |
Supergruppo | Gruppo della Presanella |
Gruppo | Massiccio della Presanella |
Sottogruppo | Crinale di Stavel |
Codice | II/C-28.III-B.4.b |
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La prima ascensione alpinistica alla cima della Presanella è avvenuta il 25 agosto 1864 da una cordata composta dagli alpinisti D. W. Freshfield, M. Beachcroft e I. D. Walker, con Francois Devouassoud, guida di Chamonix, e B. Delpero, portatore di Vermiglio.[2] La spedizione si mosse da Vermiglio e conquistò, oltre alla vetta principale, anche le altre due cime che l'affiancano, Cima Gabbiolo e Cima di Vermiglio.
Un altro alpinista rimasto famoso, il boemo Julius von Payer, assieme alla guida alpina Girolamo Botteri, il 17 settembre 1864 (ossia il giorno seguente la conquista da parte sua della vetta dell'Adamello) tentò l'assalto alla Cima Presanella, convinto di effettuare, come per l'Adamello, la prima ascensione assoluta. Arrivato in cima, con condizioni atmosferiche non particolarmente favorevoli, Payer scoprì con sua grande amarezza che la cordata di Freshfield l'aveva preceduto.
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Le vie normali di salita alla vetta della Cima Presanella, sono tre: una dal versante rivolto verso la Val di Sole, le altre due dal versante che guarda la Val Genova e la Val Nambrone. Tutte e tre sono percorribili solo da alpinisti esperti e dotati della necessaria attrezzatura. Le più frequentate sono la via normale Est-Sud-Est e la via normale dal versante Ovest.
Numerosi altri itinerari di maggior difficoltà sono stati tracciati sulla parete est, sulla cresta nord est e sulla parete nord.
Durante la prima guerra mondiale, la cresta passo Gabbiolo (3377 m) - Ago di Nardis (3289 m) - Croz delle Baracche (3100 m) - Cima Tamalè (2582 m), che delimita a ovest la val Nardis, fu presidiata dagli austriaci. Le postazioni erano rifornite con una teleferica che da Pinzolo saliva con tre tronchi fino a quota 3244 m, sulla cresta est dell'Ago. Nei pressi della cima della Presanella, fu eretto un baracchino dal quale si fornivano telefonicamente informazioni per il puntamento ai due obici dell'Ago di Nardis. La piccola costruzione è stata in seguito schiacciata e distrutta dal ghiaccio.
Nell'estate 2000, alle pendici di Punta Botteri, in alta Val Nardis, è riaffiorato dal ghiaccio un cannone austriaco da 10,4 cm modello 1915 di fabbricazione Skoda. Il cannone, non più trattenuto dal ghiaccio, rischiava di scivolare lungo il ripido pendio. Il Servizio Beni Culturali della Provincia Autonoma di Trento ha quindi organizzato una complessa operazione di recupero: il 12 agosto 2003, con la collaborazione delle guide alpine, del Museo della Guerra Bianca in Adamello, degli artificieri della Guardia di Finanza, il cannone - del peso di 32 quintali - è stato trasferito con un elicottero al passo del Tonale e quindi a Trento, per il restauro[6].
La collocazione definitiva del cannone è stata oggetto di polemiche tra chi, come la SAT e il Parco naturale Adamello Brenta, proponeva di ricollocarlo nei pressi del luogo di ritrovamento, e chi proponeva di collocarlo presso il museo della guerra di Rovereto o comunque in area abitata - anche questa a sua volta oggetto di discussioni. Nel 2006, anche per mantenere il reperto in ambiente protetto, si è deciso che dopo il restauro il Cannone della Presanella sia esposto al pubblico a Giustino (TN), nel cui territorio comunale è avvenuto il ritrovamento[7].
Dante Ongari, Presanella, Guida dei Monti d'Italia, Milano, Club Alpino Italiano e Touring Club Italiano, 1978
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