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La Cima Brenta (3151 m s.l.m.) è una montagna delle Alpi Retiche meridionali, vetta più alta delle Dolomiti di Brenta precedendo di pochi metri Cima Tosa[1].

Cima Brenta
Il gruppo di Brenta da ovest, al centro cima Brenta
Stato Italia
Regione Trentino-Alto Adige
Provincia Trento
Altezza3 151 m s.l.m.
Prominenza1 501 m
CatenaAlpi
Coordinate46°10′47.65″N 10°54′01.83″E
Data prima ascensioneagosto 1871
Autore/i prima ascensioneDouglas William Freshfield e Francis Fox Tuckett con François Devouassoud
Mappa di localizzazione
Cima Brenta
Dati SOIUSA
Grande ParteAlpi Orientali
Grande SettoreAlpi Sud-orientali
SezioneAlpi Retiche meridionali
SottosezioneDolomiti di Brenta
SupergruppoGruppo di Brenta e della Paganella
GruppoGruppo di Brenta
SottogruppoGruppo centrale di Brenta
CodiceII/C-28.IV-A.1.e

Descrizione


«Grandioso e complesso massiccio roccioso e ghiacciato che si eleva all'estremità settentrionale della Catena centrale, a Sud della Bocca di Tuckett.»

(Gino Buscaini e Ettore Castiglioni, Dolomiti di Brenta[2])

La Cima Brenta è il punto culminante del poderoso massiccio che forma la parte centrale del gruppo di Brenta, tra il massiccio della Tosa a sud e quello del Grostè a nord.

La vetta si trova sulla dorsale principale del gruppo, la quale forma le creste nord e sud della montagna. Dalla vetta si stacca inoltre la poderosa cresta ovest, che forma un'anticima (3122 m) dove si biforca: verso ovest prosegue fino a cima Mandron (3040 m) e alle due Punte di Campiglio (2969 m e 2876 m), formando le grandi pareti che incombono sul vallone e sul rifugio Brentei; verso nord-ovest forma le quindici Torri di Kiene e termina con la Punta Massari (2846 m), sopra il rifugio Tuckett. Le due creste racchiudono la vedretta di Brenta superiore. Verso nord uno scivolo ghiacciato scende fino alla vedretta di Brenta inferiore, nei pressi della bocca di Tuckett. Verso est una grande parete giallastra precipita per 800 metri sulla val Perse, attraversata nella parte alta dalla cengia Garbari, sulla quale passa la Via delle Bocchette (in particolare il tratto che la attraversa è denominato «Bocchette Alte»).


Prima ascensione


La prima ascensione fu compiuta nell'agosto 1871 dagli inglesi Douglas William Freshfield e Francis Fox Tuckett con la guida François Devouassoud di Chamonix, salendo da ovest per la vedretta di Brenta superiore.[3]


Itinerari


Avvertenza
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La via dei primi salitori è ormai seguita raramente[4]. La via normale è attualmente considerata quella che sale da nord e poi da est: si segue la via delle Bocchette dalla bocca di Tuckett alla cengia Garbari, dalla quale per tracce e per un canale (80 metri di I grado) si raggiunge un'anticima; da questa si scende a una selletta da cui direttamente in cima (dopo l'anticima friabile e delicato, a tratti esposto). Un'altra via normale - da sud - sale dal fondo del vallone dei Brentei (650 m; PD).

Alcuni difficili itinerari sono stati tracciati sulla rossastra parete est: la via Detassis-Stenico (450 m; V VI), la via Verona (650 m; VI A3 AE) e altri, fino alla più recente via Fiamme Gialle (650 m; VIII+; 2005)[5].

Molto seguito, soprattutto all'inizio della stagione, quando grazie all'innevamento si trova in buone condizioni, è l'itinerario per lo scivolo nord (450 m; pendenze fino a 50 gradi, AD). Lo scivolo è stato disceso con gli sci per la prima volta il 21 giugno 1970 da Heini Holzer e ora è disceso abbastanza frequentemente (TD S5).


Storia


Nel contesto delle tensioni nazionalistiche tra alpinisti di lingua tedesca e alpinisti trentini all'inizio del '900, nel 1905 la cima Tosa era stata ribattezzata Franz Joseph-Spitze e vi era stata issata una grande bandiera gialla e nera. I due alpinisti trentini Carlo Garbari e Guido Larcher salirono sulla cima per abbattere la bandiera e portare via il drappo, parte del quale fu inviato come trofeo al Comandante del 6º Reggimento Alpini di Verona.[6]


Galleria d'immagini



Note


  1. Michele Stighen, Sorpresa: Cima Tosa non è più la vetta «regina» del Brenta, in Trentino, 14 giugno 2015.
  2. Buscaini e Castiglioni,  p. 264.
  3. Buscaini e Castiglioni, p. 329.
  4. Lungo di essa si svolge un impegnativo itinerario scialpinistico.
  5. Nuove ascensioni, "La Rivista", Milano, Club Alpino Italiano, marzo aprile 2008, pag. 24
  6. Cuaz attribuisce erroneamente questo episodio alla Cima Tosa.

Bibliografia



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Collegamenti esterni


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[de] Cima Brenta

Die Cima Brenta (bis 1918 auch Kaiser-Franz-Josefs-Spitze genannt[1]) ist mit einer Höhe von 3151,7 Metern[2] der höchste Gipfel der Brentagruppe, eines Gebirges in den südlichen Kalkalpen in der italienischen Provinz Trentino. Der Berg ist durch seine leichte Erreichbarkeit von den umliegenden Schutzhütten, seine nicht übermäßig schweren Anstiege und die attraktive Rundsicht ein beliebtes Ziel für Bergsteiger und Kletterer. Durch seine Höhe und massige Erscheinung dominiert er nach Westen hin das Val Brenta (Brentatal). Zuerst bestiegen wurde die Cima Brenta im August 1871 von den englischen Alpinisten Douglas William Freshfield und Francis Fox Tuckett, geführt von Henri Dévouassoud aus Chamonix von Campiglio aus.[3]

[en] Cima Brenta

Cima Brenta is the highest[2] mountain in the Brenta group (It.: Dolomiti di Brenta), a subgroup of the Rhaetian Alps in the Italian Region of Trentino-Alto Adige, with a reported height of 3,150 metres (10,330 ft).[3] The mountain rises imposingly up between the rock towers and pinnacles of the central Brenta Group. A sharp ridge connects the mountain on its southern side to the Spallone die Massodi. The northern ridge steeply descends towards Bocca del Tuckett. Towards north west a slender couloir descends all the way from the top towards the Vedretta di Brenta Inferiore, the mountain's 'lower' glacier. Large shouldering formations extend towards the west, culminating in the Cima Mandrone and the Punti di Campiglio, and northwest, culminating in the Cima Massari. Above these formations a glacier, the Vedretta di Brenta Superiore, the 'upper' glacier descends the mountain, being cut off by a vertical precipice over the Vedretta di Brenta Inferiore. On the eastern side the mountain rises up with an imposing 700-meter high vertical rock face with on its left side a distinct orange-like color. Above this lies a horizontal ledge, the Cengia Garbari, on which the Via delle Bocchette Alte proceeds. The actual mountain has two summits that are some 250 meters apart, of which the eastern top reaches the highest altitude. The glaciers, vedrette, have been shrinking steadily over the last decades as a result of climate change. The historical name Cima Brenta was not always as evident as it is today. The toponymy of these parts was largely established by Nepomuceno Bolognini.[4] The mountain, somehow, became a place where nationalistic sentiments were demonstrated. In 1889 the Austro-Hungarian authorities decided to rename the mountain to Kaiser Franz Josef-Spitze.[5] The name never caught on -not even in German literature.[6] When the occasion occurred to raise a large yellow-black imperial flag on the summit,[7] fully visible from Val Rendena as well as from Molveno, local guide Giuseppe 'Bepaccia' Zeni and some companions climbed the mountain to take it down. In 1912, on the other hand, the Italian flag was hoisted by irredentists on Cima Brenta, deliberately just before the first snow fall, so that the flag remained visible until the next summer.[8] Around 1953 electricity company SISM, predecessor of ENEL proposed to build a cable car trajectory from Molveno to the top of Cima Brenta.[9] The plans were abandoned and in 1967 the mountain became protected as part of the Parco Naturale Adamello-Brenta.

[es] Cima Brenta

La Cima Brenta es la montaña[1] más alta del grupo de Brenta (It.: Dolomiti di Brenta), un subgrupo de los Alpes Réticos en la región italiana de Trentino-Alto Adigio, con una altura declarada de 3.150 metros.[2] La montaña se eleva imponente entre las torres de roca y los pináculos del grupo central del Brenta. Una cresta afilada conecta la montaña en su lado sur con el Spallone die Massodi. La cresta norte desciende abruptamente hacia Bocca del Tuckett. Hacia el noroeste, un delgado corredor desciende desde la cima hacia la Vedretta di Brenta Inferiore, el glaciar "inferior" de la montaña. Hacia el oeste se extienden grandes formaciones rocosas que culminan en la Cima Mandrone y los Punti di Campiglio, y hacia el noroeste, que culminan en la Cima Massari. Por encima de estas formaciones, un glaciar, el Vedretta di Brenta Superiore, el glaciar "superior" desciende por la montaña, quedando cortado por un precipicio vertical sobre el Vedretta di Brenta Inferiore. En el lado oriental, la montaña se eleva con una imponente pared rocosa vertical de 700 metros de altura que presenta en su lado izquierdo un marcado color anaranjado. Por encima de ella se encuentra una cornisa horizontal, la Cengia Garbari, por la que discurre la Via delle Bocchette Alte. La montaña propiamente dicha tiene dos cimas separadas por unos 250 metros, de las cuales la oriental es la que alcanza mayor altitud. Los glaciares, vedrette, han disminuido constantemente en las últimas décadas como consecuencia del cambio climático. El nombre histórico de Cima Brenta no siempre fue tan evidente como hoy. La toponimia de estos parajes fue establecida en gran parte por Nepomuceno Bolognini.[3] La montaña, de alguna manera, se convirtió en un lugar donde se manifestaban los sentimientos nacionalistas. En 1889, las autoridades austrohúngaras decidieron rebautizar la montaña con el nombre de Kaiser Franz Josef-Spitze.[4] El nombre nunca cuajó, ni siquiera en la literatura alemana [5] Cuando se presentó la ocasión de izar una gran bandera imperial amarilla-negra en la cima,[6] totalmente visible tanto desde Val Rendena como desde Molveno, el guía local Giuseppe "Bepaccia" Zeni y algunos compañeros subieron a la montaña para retirarla. En 1912, en cambio, los irredentistas izaron la bandera italiana en la Cima Brenta, deliberadamente justo antes de la primera nevada, de modo que la bandera permaneció visible hasta el verano siguiente.[7] Alrededor de 1953, la compañía eléctrica SISM, predecesora de ENEL, propuso construir un trayecto en teleférico desde Molveno hasta la cima de Cima Brenta.[8] Los planes se abandonaron y en 1967 la montaña quedó protegida como parte del Parco Naturale Adamello-Brenta.
- [it] Cima Brenta



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