L'Appennino campano è un settore dell'Appennino meridionale che si estende dalla sella di Vinchiaturo (553m), ove si connette all'Appennino sannita, fino alla sella di Conza (697m), ove entra in congiunzione con l'Appennino lucano[2]. Spostati verso ovest, tra l'Appennino campano e il mar Tirreno, vi sono inoltre i rilievi dell'antiappennino campano, mentre sul lato orientale, verso l'Adriatico, si ergono i monti della Daunia. Dall'Appennino campano nascono tra gli altri i fiumi Tammaro, Ufita, Calore, Sabato e Isclero, tutti affluenti o subaffluenti del Volturno, cui contribuiscono per più della metà del bacino.
La linea spartiacque corre nell'entroterra, lungo dorsali o altipiani argillosi e incoerenti, a modesta altitudine. Il valico interno più importante è la sella di Ariano (600 ms.l.m.), attraversato in galleria dalla ferrovia Napoli-Foggia e in superficie dalla strada statale 90 delle Puglie (anticamente detta strada regia, poi strada nazionale). I massicci calcareo-carbonatici sono invece relativamente più antichi e raggiungono altitudini di molto superiori; tuttavia essi sorgono sul versante tirrenico avvicinandosi talvolta alla linea di costa. Sul versante adriatico l'Appennino campano termina invece con i Monti Dauni a formare un modesto orlo rialzato a ridosso della pianura del Tavoliere delle Puglie.
Massicci principali
I massicci principali che compongono l'Appennino campano, tutti localizzati sul versante tirrenico, sono:
Adriana Pintori e Maribel Andreu, Diamoci dentro! Cultura e civiltà italiana, Materials, vol.32, Università Autonoma di Barcellona, 1996, p.95, ISBN9788449007286.
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