Nauru, ufficialmente Repubblica di Nauru (in inglese Republic of Nauru, in nauruano Ripublik Naoero), è uno stato insulare dell'Oceania della Micronesia, indipendente dal 1968, composto da una sola isola di 21,4 km² con 10 000 abitanti.[3]
Nauru | |
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(EN) God's Will First
(IT) Prima il volere di Dio | |
Dati amministrativi | |
Nome completo | Repubblica di Nauru |
Nome ufficiale | Republic of Nauru Ripublik Naoero |
Lingue ufficiali | nauruano e inglese |
Capitale | Nessuna (de iure) Yaren (de facto)[1] |
Politica | |
Forma di governo | Repubblica parlamentare mista |
Presidente | Russ Kun |
Indipendenza | 31 gennaio 1968 (dall'Australia) |
Ingresso nell'ONU | 1999 |
Superficie | |
Totale | 19,3 km² (193º) |
% delle acque | trascurabile |
Popolazione | |
Totale | 10 084 ab. (2018) (234º) |
Densità | 488 ab./km² (13º) |
Tasso di crescita | 0,608% (2012)[2] |
Nome degli abitanti | Nauruani |
Geografia | |
Continente | Oceania |
Confini | Nessuno |
Fuso orario | UTC+12 |
Economia | |
Valuta | Dollaro australiano |
PIL (nominale) | 125,6 milioni di $ (2018) (196º) |
PIL pro capite (nominale) | 10,983,22 USD $ (2019) |
PIL (PPA) | 0,1590 milioni di $ (2017 est.) (192º) |
PIL pro capite (PPA) | 12,200 $ (2017 est.) (102º) |
ISU (2014) | 0,704 (152º) |
Fecondità | 21.49 |
Consumo energetico | 2,281 kWh/ab. anno |
Varie | |
Codici ISO 3166 | NR, NRU, 520 |
TLD | .nr |
Prefisso tel. | +674 |
Sigla autom. | NR |
Inno nazionale | Nauru Bwiema |
Festa nazionale | 31 gennaio |
Evoluzione storica | |
Stato precedente | Amministrazione fiduciaria delle Nazioni Unite |
Nauru è considerata la repubblica indipendente più piccola del mondo, sia per abitanti, sia per superficie, in quanto gli stati più piccoli (la Città del Vaticano e il Principato di Monaco) non hanno istituzioni repubblicane. È il più piccolo paese non europeo in termini di superficie. Nauru è, assieme alla Svizzera, uno dei due Stati al mondo privi di una città capitale, anche se in genere si tende ad identificarla con Yaren, che è il centro urbano di maggiori dimensioni nonché sede del governo.
Nauru è membro delle Nazioni Unite, del Forum delle Isole del Pacifico (membro uscente), del Commonwealth delle Nazioni e del Gruppo degli stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico.
Dal 1888 fino al 1919 ha fatto parte dell’Impero coloniale tedesco, facente parte della Nuova Guinea tedesca.
L'origine della parola Nauru non è nota. Oggi l'isola in lingua locale è chiamata Naoero. Il tedesco Paul Hambruch, che rimase sull'isola dal maggio 1909 fino al novembre del 1910, pensava che la parola Naoero fosse la combinazione delle parole nuau-aa-ororo (in lingua corrente: A arourõ bis nuaw), che significherebbe "Io vado al mare". Alois Kayser, che abitò a Nauru per 30 anni e studiò il nauruano, respinse la spiegazione di Hambruch dichiarando che le basi sulle quali aveva enunciato la tesi erano carenti. L'isola ha avuto molti nomi: i coloni inglesi, che l'avevano scoperta prima nel 1888, la chiamarono Pleasant Island o Gambo Island, mentre sotto la dominazione tedesca venne chiamata Nawodo o Onawero. La parola Nauru è stata coniata più tardi dalla parola Naoero, in modo che gli inglesi potessero pronunciare correttamente il nome dell'isola.
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La neutralità di questa voce o sezione sull'argomento storia è stata messa in dubbio.
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Fino alla scoperta dell'isola da parte degli europei, i primi abitanti di Nauru furono Polinesiani e Melanesiani, organizzati in dodici tribù con a capo un sovrano. I primi europei a scoprire l'isola furono gli inglesi nel 1798 a bordo della nave baleniera Hunter, capitanata da John Fearn. Dopo diversi contatti con gli europei nel corso del XIX secolo, Nauru entrò a far parte della Nuova Guinea tedesca a partire dal 1888 in base alla Convenzione Anglo-Tedesca del 1886. Nel 1900 vengono scoperti da Albert Fuller Ellis i giacimenti di fosfati. Nel 1914 l'Australia prende il controllo di Nauru; nel 1920 la Società delle Nazioni assegna il territorio, ancora formalmente tedesco, in mandato fiduciario a Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda. Ai British Phosphate Commissioners (BPC) vengono assegnati i diritti di sfruttamento delle miniere.[4]
Nel 1940 la marina tedesca affonda cinque navi mercantili e bombarda l'isola danneggiando le miniere. Nel 1942 l'Impero giapponese occupa l'isola, commettendo violenze sulla popolazione: circa 1200 abitanti vengono deportati come schiavi nell'isola di Chuuk (oggi nella Micronesia); i circa 800 superstiti vengono rimpatriati alla fine della guerra.
Dopo la guerra, l'isola viene amministrata dall'Australia come territorio in Amministrazione fiduciaria delle Nazioni Unite. L'indipendenza viene ottenuta il 31 gennaio 1968, sotto la presidenza di Hammer DeRoburt. I diritti sulle miniere di fosfato vengono acquistati dalla Gran Bretagna nel 1970: il pagamento del diritto consente a Nauru uno degli standard di vita più elevati del Pacifico.[4]
Nel 2001 l'isola ha accolto dei profughi che l'Australia non voleva ospitare, in cambio del pagamento di dieci milioni di dollari dal governo di Canberra.[4]
Cronologia
Dal 2001 una fonte di incassi per il governo locale è il campo d'accoglienza che l'Australia ha installato sull'isola per portarvi gli immigrati clandestini che raggiungono l'Australia senza permesso via mare. L'operazione si inserisce nell'ambito del programma detto Pacific Solution per bloccare l'immigrazione clandestina e ridurre il numero dei richiedenti asilo che mettono piede nel territorio australiano.
Nel 2001 il cargo norvegese MV Tampa è stato al centro di una disputa diplomatica tra Australia, Norvegia e Indonesia che ha coinvolto l'isola. Alla nave, che trasportava clandestini afgani e iracheni che cercavano asilo politico, è stato impedito di raggiungere l'Australia e sono stati fatti sbarcare a Nauru. Subito dopo, le autorità dell'isola hanno chiuso le frontiere agli stranieri, al fine di evitare il monitoraggio delle condizioni di vita dei rifugiati. Nel dicembre 2003 diverse dozzine di rifugiati iniziarono uno sciopero della fame in protesta per le condizioni di detenzione; lo sciopero venne concluso nel gennaio 2004 quando un'équipe medica australiana visitò i rifugiati. Preoccupazione è stata espressa dal Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati e ripetute segnalazioni sono state fatte da Amnesty International per le condizioni di disagio e precarietà all'interno del centro. Cento rifugiati sono ancora in attesa di essere accolti in Australia.
L'inno nazionale è intitolato Nauru Bwiema (Nauru nostra patria in nauruano).
La bandiera di Nauru è su un campo blu separato orizzontalmente da una striscia gialla. Appena sotto di essa, sul lato del pennone, è presente una stella bianca a 12 punte. La stella simboleggia le dodici tribù originarie dell'isola, e la sua posizione sotto l'Equatore (la striscia gialla), circondata dal blu dell'Oceano Pacifico.
L'isola di Nauru ha una superficie complessiva di 21,3 km². È prevalentemente pianeggiante con alcuni rilievi di piccola entità nell'entroterra. Per quanto riguarda l'idrografia, di rilievo c'è soltanto la laguna di Buada. L'isola è circondata dall'oceano Pacifico Meridionale.
Anni e anni di sfruttamento intenso e sconsiderato delle miniere di fosfati hanno reso l'isola, una volta lussureggiante, una miniera a cielo aperto; ne hanno risentito flora e fauna. Il clima tropicale è mutato a causa della distruzione della vegetazione per far posto alle miniere, e si manifestano frequentemente periodi di siccità.
La popolazione, composta da circa 10 200 abitanti, è in maggioranza autoctona e presenta caratteri a metà tra quelli polinesiani e quelli melanesiani. Tuttavia è percentualmente scarsa a causa dell'immigrazione di cinesi, filippini, abitanti di altre isole del Pacifico ed europei giunti sull'isola per l'estrazione dei fosfati. Gli stranieri costituiscono il 42% della popolazione.
La religione predominante fra la popolazione è quella cristiana; due terzi dei fedeli sono protestanti e un terzo è cattolico.
Il nauruano è la lingua ufficiale. L'inglese è ampiamente compreso, parlato ed utilizzato negli atti ufficiali e negli scambi commerciali.
Indipendente dal 1968, Nauru è una repubblica presidenziale. È membro del Commonwealth e dal 1999 dell'ONU.
Il Parlamento di Nauru è composto da 19 membri, eletti ogni tre anni. Il voto è obbligatorio per i cittadini con almeno 20 anni. Il Parlamento elegge al proprio interno un presidente, che designa un esecutivo di massimo cinque membri. Il Presidente è allo stesso tempo Capo di Stato e Capo del governo.
L'ordinamento giudiziario è basato sulla common law britannica e sulle leggi del Parlamento. Il massimo organo di esercizio del potere giudiziario è la Corte Suprema.
Nauru è diviso in 14 distretti:
Nauru è, assieme alla Svizzera, uno dei due Stati al mondo a non avere una capitale ufficiale, ma il centro più importante è sicuramente Yaren, dove risiede il Governo.
Altre città importanti sono Aiwo e Denigomodu.
Il livello di alfabetizzazione è molto alto, circa il 99%. Nella piccola repubblica dell'Oceano Pacifico è presente un Campus Universitario dell'Università del Pacifico del Sud (University of the South Pacific), aperto nell'ottobre del 1987 nel Distretto di Aiwo. Le materie insegnate sono: Accounting (ovvero Contabilità), Management, Bachelor of Education (Primary) (ovvero Baccellierato per l'istruzione primaria), Early childhood education (Educazione della prima Infanzia), English and library and informational studies.
L'apparato sanitario è discreto, lo dimostrano i buoni dati sociali sulla popolazione: i tassi di morte, nascita e crescita sono abbastanza vicini a quelli dei paesi sviluppati, la mortalità infantile è molto bassa. La durata media della vita è ancora modesta, 62 anni per le donne e 58 per gli uomini. Grave la situazione del diabete: il 40% dei nauruani soffre di diabete mellito di tipo 2. Secondo la rivista Forbes, la percentuale di persone in sovrappeso a Nauru è del 94,5%, la più alta al mondo,[6] tanto da aver fatto entrare il piccolo Stato nel Guinness dei primati. Inoltre il 71,1% della popolazione è clinicamente obesa (ovvero con un indice di massa corporea maggiore o uguale a 30) secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (2008).[7] Alla luce di questi dati non sorprende quindi che vi sia una così alta prevalenza di diabete mellito di tipo 2, che riconosce tra i suoi fattori di rischio proprio l'obesità e il sovrappeso.
Il mantenimento e la tutela della pubblica sicurezza è affidato ad un corpo disarmato di circa 80 agenti denominato Nauru Police Force.
Nonostante le sue dimensioni molto ristrette, Nauru negli ultimi tempi ha conosciuto una notevolissima vivacizzazione della scena politica, sempre molto attiva: la fine degli anni novanta è infatti stata contrassegnata dall'avvicendamento di più capi dell'esecutivo, senza che quasi nessuno riuscisse a mantenere la propria carica per più di qualche mese. L'isola vive in condizioni politiche instabili e tese, a causa della preoccupazione che regna sul futuro ambientale ed economico, e grava quindi sulla classe di governo.
Vige un sistema multipartitico, tuttavia con poche differenze tra i partiti. I principali partiti sono il Partito Democratico, il Partito del Centro e il partito Nauru First.
Tra il 1999 e il 2004 una serie di voti di sfiducia al governo hanno condotto a elezioni che hanno portato ad alternarsi alla presidenza René Harris e Bernard Dowiyogo. Dowiyogo morì in carica il 18 marzo 2003 durante un intervento cardiochirurgico a Washington. Nelle elezioni del 29 maggio 2003, è stato eletto Ludwig Scotty, al quale è stata ritirata e successivamente riconcessa la fiducia.
Scotty il 1º ottobre 2004 dichiarò lo stato d'emergenza e sciolse il Parlamento che aveva rifiutato di approvare la legge finanziaria. Le elezioni anticipate del 24 ottobre favorirono il suo Partito Riformista che ottenne un'ampia maggioranza.
La moneta utilizzata è il dollaro australiano.
I giacimenti di fosfati, che hanno fatto la fortuna dell'isola[4] (con una produzione di 2 milioni di tonnellate l'anno), sono ormai quasi esauriti e non sembra ci siano altre possibilità di entrate per l'economia locale, vista la scarsa lungimiranza dell'apparato politico che ha visto la quasi totale assenza di diversificazione e stratificazione dell'economia durante i tempi più floridi e unitamente alla povertà di materie prime e di terreno coltivabile. Nauru deve importare la grande maggioranza degli alimenti e dispone di un solo impianto di dissalazione per ricavare acqua potabile. Di conseguenza il debito estero è cresciuto oltre le capacità produttive.
In previsione dell'esaurimento delle miniere, quote rilevanti dei proventi dalle esportazioni di fosfati e dalla cessione dei diritti di pesca nelle acque territoriali sono stati investiti in fondi di investimento internazionali. Un'ulteriore fonte di reddito era rappresentata dagli affitti della Nauru House, uno dei più alti edifici di Melbourne, costruito con i profitti dei fosfati. Nel 2004 la Nauru House è stata venduta assieme ad altre proprietà pubbliche per oltre 150 milioni di dollari per rimborsare alcuni creditori.
Al fine di ridurre la spesa pubblica, il governo ha bloccato i salari pubblici, ha ridotto gli organici, ha privatizzato numerose agenzie e ha chiuso alcuni consolati. Risulta particolarmente difficile reperire le risorse per il pagamento dei dipendenti pubblici, per continuare a finanziare lo Stato sociale introdotto nel periodo della florida estrazione dei fosfati e per il recupero ambientale delle miniere. Considerando che agli abitanti lo Stato non impone tasse, il livello dell'indebitamento, anche verso creditori privati internazionali, è molto alto.
Il governo ha cercato di rendere il paese un paradiso fiscale, incoraggiando la registrazione di imprese e banche in regime di offshore;[3] ciò ha consentito l'afflusso di decine di miliardi di dollari sui conti bancari, prevalentemente dalla Russia. Gli USA hanno chiesto di sopprimere il regime di paradiso fiscale in cambio di un intervento finalizzato a modernizzare le infrastrutture del paese. L'accordo richiedeva anche l'apertura di un'ambasciata di Nauru in Cina. Così il Governo ha attuato una riforma della legge bancaria, ma gli USA hanno disconosciuto l'accordo. È stata interessata una Corte di giustizia australiana della questione, che ha dato una prima sentenza a favore di Nauru. Unitamente a Filippine, Isole Cook, Liberia, Belize, Montserrat, Isole Marshall, Niue, Panama, Vanuatu, Brunei, Costa Rica, Guatemala e Uruguay, fa parte delle 14 giurisdizioni che, in base all'ultimo Rapporto del giugno 2010 dell'Organizzazione con sede a Parigi, ancora figurano nella cosiddetta lista grigia dell'OCSE sotto la voce tax haven e centri finanziari.[8] Anche il sistema fiscale italiano, col Decreto Ministeriale 04/05/1999, l'ha inserita tra gli Stati o Territori aventi un regime fiscale privilegiato, cosiddetta Black List o lista nera, ponendo quindi limitazioni fiscali ai rapporti economico commerciali che si intrattengono tra le aziende italiane ed i soggetti ubicati in tale territorio.
L'Australia si è fatta carico di amministrare le dissestate finanze di Nauru, che comunque rischia di perdere la propria indipendenza. Negli ultimi anni alla crisi economica si è accompagnata una crisi politica con un conseguente aumento di instabilità.
La riconversione delle miniere e l'identificazione di nuove fonti di reddito in grado di sostituire quella dei fosfati sono seri problemi di lungo periodo. Già nel 1964 gli abitanti rifiutarono la proposta di trasferirsi su un'isola australiana, ma è ormai evidente che la fine dell'industria estrattiva renderà a breve impossibile mantenere una densità di popolazione elevata. Altre tipologie di attività, come l'agricoltura e il turismo, non sono in grado di mantenere il paese a causa dell'impoverimento dell'ecosistema in seguito all'eccessivo sfruttamento delle miniere di fosfati.
Vi è una strada che corre lungo il perimetro dell'isola (Island Ring Road), lunga 17 km, ed è presente un aeroporto a Yaren, dal quale si operano voli da e per l'Australia, le Isole Salomone e le Figi. La compagnia di bandiera di Nauru è Nauru Airlines, in precedenza denominata Air Nauru (prima di una temporanea bancarotta) e Our Airline, ed è l'unica compagnia a servire l'isola con regolari voli di linea e servizi cargo.[9] Per muoversi all'interno dell'isola sono disponibili pochi veicoli a noleggio, la cui operatività dipende dalla quantità di carburante disponibile. Dal 1907 è in esercizio, a periodi alterni, anche una linea ferroviaria ad uso minerario. Nauru dispone di due porti marittimi attrezzati, il primo ad Aiwo, il secondo ad Anibare: nessuno di essi può accogliere natanti di grosso tonnellaggio.
Sull'isola sono presenti due hotel, l'OD-N-Aiwo Hotel, sito nel distretto di Aiwo, e il Menen Hotel, locato nel distretto di Anibare. Quest'ultimo è il più costoso dei due, ospitando 119 camere e ristoranti thailandesi e cinesi, oltre all'unica discoteca di Nauru.
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