L'isola di Cavallo (in corso: Cavaddu o Cavallu) è un'isola nelle bocche di Bonifacio, fra la Sardegna e la Corsica, in acque francesi.
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Isola di Cavallo (CO) Cavaddu / Cavallu | |
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Geografia fisica | |
Localizzazione | Bocche di Bonifacio |
Coordinate | 41°22′05″N 9°15′50″E |
Superficie | 1,12 km² |
Altitudine massima | 32 m s.l.m. |
Geografia politica | |
Stato | Francia |
Regione | Corsica |
Dipartimento | Corsica del Sud |
Comune | Bonifacio |
Cartografia | |
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È situata a nord di Lavezzi, ed è collegata ad essa da un tratto di mare con molte secche. È un'isola privata, caratterizzata dalla presenza di molte abitazioni progettate dall'architetto francese Jacques Couelle. Si tratta tuttora di una mèta esclusiva che vede spesso la presenza di numerose personalità. Vi hanno una villa i Savoia. Si tratta della zona abitata più a sud della Francia metropolitana e dipende amministrativamente dal comune corso di Bonifacio. Si può approdare sull'isola solo se si possiede una casa o se si è ospiti di qualcuno.
Come la vicina isola di Lavezzi, fa parte della Riserva naturale delle Bocche di Bonifacio, che insieme al Parco nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena andrà a costituire il Parco internazionale delle Bocche di Bonifacio[1].
Ancora nel Seicento l'isola manteneva il suo nome completo di "Coda di cavallo", cioè lo stesso dell’altrettanto nota località costiera nord-orientale della Sardegna, ed è molto difficile che si tratti di un'omonimia casuale; evidentemente quei mari erano una volta pescosi di quel pesce che si chiama in greco ἲππoυρος (‘fatto a coda di cavallo’), nella terminologia scientifica "corifene ippuro", e in volgare italiano appunto "coda di cavallo". Si tratta di un pesce che si distingue per i suoi colori sgargianti e che, essendo ben noto nel Mar Tirreno, vi assume una molteplicità di nomi (“… Sulla costa di Genova dorade rondamino; lampugo in Ispagna; dolphin in Inghilterra; dorado in parecchie altre contrade dell'Europa.” [2][3]
Il 18 agosto 1978, alle tre del mattino, nel tratto di mare che separa l'Isola di Cavallo da Lavezzi, Vittorio Emanuele di Savoia si rende protagonista di una triste vicenda[4]: il principe, sotto gli effetti dell'alcool, è sullo yacht del miliardario Nicky Pende, reo a suo giudizio di avergli sottratto un canotto (uno dei due tender del suo panfilo).
Ha in mano una carabina Winchester M1 per la caccia agli elefanti con 31 pallottole nel caricatore. Per spaventare Pende, Vittorio Emanuele spara 2 colpi nella direzione del miliardario. Dietro, a poca distanza, nella cabina di una barca ancorata, sta dormendo Dirk Geerd Hamer, studente tedesco di 19 anni, figlio di Ryke Geerd Hamer (medico e teologo tedesco, fondatore della "nuova medicina germanica")[5].
Uno dei colpi sparati raggiunge il giovane ad una coscia dopo aver trapassato la fiancata della barca ed il ragazzo muore dopo un'agonia di 111 giorni nel dicembre successivo.
La battaglia legale tra le due famiglie finisce nel 1991 quando la corte francese assolve Vittorio Emanuele dalle accuse di omicidio e di omissione di soccorso, ma lo condanna a sei mesi con la condizionale per porto abusivo d'arma da fuoco.
Nell'estate del 1997, Lady Diana Principessa del Galles, ex moglie di Carlo, Principe del Galles, e Dodi Al-Fayed, il suo compagno, figlio del miliardario Arabo Mohamed Al-Fayed, fecero la loro ultima vacanza al largo delle coste dell'isola di Cavallo. A bordo dello yacht del padre di Dody, lo Jokinal. Erano loro due con i figli di lei: William, duca di Cambridge ed Henry, duca di Sussex.
Fu la loro ultima vacanza, perché prima di tornare a Londra, decisero di fermarsi a Parigi. Partirono con un jet privato da Olbia e, atterrati a Parigi, si diressero verso l'Hôtel Ritz, di proprietà della famiglia Al-Fayed; uscendo dall'hotel, alle 00:20 del 31 Agosto del 1997, furono vittime di un tragico incidente nel tunnel del Pont de l'Alma, insieme all'autista Henri Paul e alla guardia del corpo della famiglia Al-Fayed, Trevor Rees-Jones. Morì sul colpo Henri Paul, dieci minuti dopo l'incidente fu seguito da Dodi Al-Fayed. Lady Diana fu dichiarata morta all'Ospedale Salpêtrière, invece Trevor Rees-Jonson è l'unico sopravvissuto, ma ancora adesso non ricorda nulla dell'incidente.
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