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I Faraglioni di Lipari sono due scogli presenti nella zona meridionale dell'isola di Lipari, presso lo stretto tra quest'ultima e Vulcano, nelle Isole Eolie. Sono chiamati Pietra Lunga e Pietra Menalda e classificati come neck (o spine vulcaniche).

Faraglioni di Lipari
Pietra Lunga e Pietra Menalda
Pietra Lunga (sinistra) e Pietra Menalda (destra)
Geografia fisica
LocalizzazioneMar Mediterraneo
Coordinate38°26′22″N 14°56′35″E
ArcipelagoIsole Eolie
Superficie0.00175 km²
Altitudine massima60 e 28 m s.l.m.
Classificazione geologicaneck vulcanici
Geografia politica
Stato Italia
Regione Sicilia
Provincia Messina
Comune Lipari
Demografia
Abitanti0
Cartografia
Faraglioni di Lipari
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Caratteristiche geologiche


I Faraglioni di Lipari sono ciò che rimane di edifici vulcanici che smisero di eruttare in epoca antica. Gli agenti atmosferici cominciarono allora ad eroderne le pendici, fino a farle scomparire completamente. Rimasero quindi soltanto due torri di magma solidificato (più resistente agli agenti atmosferici), che inizialmente stavano all'interno dei rispettivi condotti vulcanici. Come già accennato, tale tipo di formazione è detta neck.[1]


Flora e fauna


I Faraglioni, e le antistanti scogliere di Lipari, sono dominati dal gabbiano reale mediterraneo (Larus michahellis). È inoltre presente sugli scogli un ristretto numero di specie vegetali, di cui la più importante, soprattutto su Pietra Lunga, è il fiordaliso delle Eolie (Centaurea aeolica), endemico delle Isole Eolie.[2]


Le Rupi Erranti


Un'antica tradizione letteraria ha identificato nei Faraglioni di Lipari le Rupi Erranti citate nell'Odissea.[3]

«Si ergono da una parte altissime rocce, sulle quali le onde del mare oscuro cozzano con fragore. Rupi Erranti le chiamano gli dei beati. Di là neppure gli uccelli passano, neppure le colombe trepide che portano ambrosia al padre Zeus: una ne afferra sempre la nuda roccia, e allora il padre un'altra ne invia per completare il numero. Di là nessuna nave riuscì a passare quando vi giunse, la furia del mare e del fuoco funesto trascina legni di navi e corpi di uomini. Una sola passò, delle navi che solcano il mare, Argo [...].»

(Odissea, XII, vv. 59-70. Traduzione di Maria Grazia Ciani)

In effetti sussistono varie analogie tra il testo omerico e i Faraglioni: rupi alte e scoscese, un mare spesso agitato e solcato da navi, fenomeni vulcanici (il cratere di Vulcano è assai vicino).[4] Non è tuttavia possibile un'identificazione sicura tra le Rupi Erranti e i Faraglioni, sia perché anche altri luoghi sono stati proposti (per esempio il Bosforo), sia perché molti dei luoghi descritti nel poema omerico non sono da considerarsi reali, ma di fantasia.[5]


Note


  1. Altri esempi notevoli di neck vulcanici nelle Isole Eolie sono La Canna di Filicudi e Strombolicchio.
  2. Lo Cascio, pp. 71, 161 e 192.
  3. Il primo a collocare le Rupi Erranti nei pressi dello stretto di Messina è Esiodo (Fr. 241 M.-W.), ripreso da Pindaro (Pyth. IV 25ss.) e da Antimaco di Colofone (Lyde fr. 65 Wyss = fr. 8 PETFr.).
  4. Cuisenier, pp. 380-383.
  5. Peter Loptson, in Nordicum-Mediterraneum. Icelandic E-Journal of Nordic and Mediterranean Studies, 5,1.

Bibliografia



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