Dokos (in greco: Δοκός) è una piccola isola della Grecia situata fra le isole di Idra e di Spetses nell'arcipelago Argo-Saronico. A livello amministrativo il territorio insulare fa parte del comune di Idra, situato sull'omonima isola. Dokos si eleva per 308 metri sopra il livello del mare ed appare come un'isola rocciosa e poco fertile a causa della scarsità di riserve idriche d'acqua dolce[1]. Nel 2011 contava solamente 18 abitanti, tra cui una piccola comunità di monaci ortodossi. L'economia dell'isola si basa essenzialmente su agricoltura, pesca e pastorizia.
I primi insediamenti dell'isola di Dokos, chiamata anticamente Aperopia, risalgono al V millennio a.C., nel neolitico. Nel III millennio a.C. vi fu un importante incremento della popolazione in seguito all'evoluzione delle tecniche di navigazione[1]. Per via della sua posizione geografica l'isola veniva considerata nell'antichità un punto strategico di controllo sui traffici navali della Laconia e del golfo Argolico[1]. Nel 1821, durante la guerra d'indipendenza greca, la flotta navale di Idra utilizzò l'isola di Dokos come porto sicuro per l'inverno[2]. Nel 1923, sul punto più a ovest dell'isola, venne edificato un faro alto 9 m e con altezza focale di 23m. Il faro alterna ogni 12 secondi un flash di luce bianca ed un flash di luce rossa, rispettivamente visibili alle distanze di 9,7km e 6,5km[3].
Il relitto di Dokos
L'isola è nota per il ritrovamento di un relitto risalente al periodo elladico. La scoperta fu fatta da Peter Throckmorton, ricercatore che il 23 agosto 1975[4] rinvenne sul fondale marino limitrofo all'isola, a circa 15-30 metri di profondità, diversi vasi in ceramica, resti di un naufragio avvenuto del 2200 a.C. Stando alla datazione, quello di Dokos sarebbe il più antico relitto navale mai rinvenuto[2][4].
(EN) The islet of Dokos, Hydra Island, su greekhotel.com, Greekislands.com. URL consultato il 22 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2014).
(EN) Elinor De Wire e Dolores Reyes-Pergioudakis, The Lighthouses of Greece, Sarasota, Pineapple Press, 2010, p.76, ISBN978-1-56164-452-0. URL consultato il 9 febbraio 2015.
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