Burano (Buràn [buˈraŋ] in veneto) è un centro abitato di 2 270 abitanti che sorge su quattro isole della laguna di Venezia settentrionale. Fa parte del comune di Venezia e in particolare della municipalità di Venezia-Murano-Burano. È collegato da un ponte all'isola di Mazzorbo, che ne è divenuta una sorta di appendice. La cittadina è nota per le sue tipiche case vivacemente colorate e per la secolare lavorazione artigianale ad ago del merletto di Burano. Notevoli sono le tradizioni gastronomiche; tipici dolci sono i bussolai. Fino al 2005 fu sede del quartiere 6 Burano-Mazzorbo-Torcello, abolito con l'istituzione delle odierne municipalità[1].
Burano | |
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Geografia fisica | |
Localizzazione | Laguna di Venezia |
Coordinate | 45°29′03″N 12°25′06″E |
Superficie | 0,2108 km² |
Altitudine massima | 1 m s.l.m. |
Geografia politica | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Città metropolitana | ![]() |
Comune | ![]() |
Demografia | |
Abitanti | 2195 (16 giugno 2022) |
Densità | 10 413,7 ab./km² |
Etnico | buranelli |
Cartografia | |
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Burano sorge nella Laguna Veneta settentrionale, a nord-est di Murano, ed è a questa collegata tramite il percorso navigabile canale Bisatto-canale Carbonera-scomenzera San Giacomo. Attorno si estendono alcune formazioni palustri, in particolare la palude di Santa Caterina, a sud-ovest, e la palude di Burano, a sud est. A nord è lambita dal canale dei Borgognoni-canale di Burano, mediante il quale si raggiungono Treporti (a sud) e Torcello (a nord). Subito ad ovest si trova, invece, Mazzorbo, alla quale è unita tramite un ponte.
È costituita da quattro isole, separate da tre canali interni, che sono il rio Pontinello, il rio Giudecca e il rio Terranova. Analogamente a Venezia, è divisa in cinque sestieri, distinti appunto dai suddetti canali[2], sui quali si basa la codifica degli indirizzi:
sestiere | superficie (ettari) | abitanti | densità (ab./km²) | mappa | |
San Mauro | 6,8 | 806 | 12.029 | ![]() | |
Giudecca[3] | 2,5 | 257 | 10.200 | ||
San Martino Sinistra | 4,4 | 580 | 13.318 | ||
San Martino Destra | 5,1 | 750 | 14.882 | ||
Terranova | 2,3 | 343 | 15.609 | ||
Burano | 21,1 | 2.736 | 13.176 |
Burano si raggiunge da Venezia (Fondamente Nove) o dall'isola di Murano tramite una linea regolare di battelli che la collega anche a Torcello, Mazzorbo e a Treporti.
Il toponimo dovrebbe essere un prediale riferito al nome di un proprietario terriero, tale Bu(r)rius o Borius. È infatti probabile che anticamente l'isola, potendo contare su una superficie molto più estesa dell'attuale, avesse caratteri rurali[4].
Analogamente a Murano e a Torcello, la tradizione lo fa derivare da una presunta porta di Altino, quella detta Boreana perché rivolta verso nord (da bora)[5].
La tradizione vorrebbe che Burano fosse stata fondata, come i centri dei dintorni, dagli abitanti della città romana di Altino che si erano rifugiati in laguna per sfuggire alle invasioni barbariche, in particolare agli Unni di Attila e ai Longobardi.
La prima attestazione documentaria, comunque, risale all'840 quando nel Pactum Lotharii viene citata - al genitivo - Burani[4].
Le prime abitazioni erano poste su palafitte con le pareti fatte di canne e fango e solo a partire dall'anno Mille furono costruite case in mattoni. Burano poteva godere anche di un clima mite e salubre grazie ad una certa ventilazione che allontanava la malaria. Il governo locale, di tipo comunale, cadde ben presto sotto l'orbita di Venezia a cui rimase sempre legata.
Nel corso dei secoli, alcune famiglie di Burano si trasferirono ad Ancona per motivi di lavoro, dove costituirono una piccola comunità: quella dei Buraneli. L'influsso della loro presenza si sente ancor oggi nel dialetto anconitano, essendo la parlata di Burano, insieme a quella autoctona e a quella levantina, una delle tre componenti che si fusero per dare origine al dialetto del capoluogo marchigiano[6].
Fu comune autonomo sino al 1923, anno in cui fu aggregata a Venezia con Murano e Pellestrina. Il suo territorio si estendeva anche sull'attuale Cavallino-Treporti e sulle isole di Mazzorbo, Torcello, Santa Cristina, Cason Montiron, La Cura, San Francesco del Deserto.
Il cuore del paese è piazza Baldassare Galuppi, l'unica piazza del paese, intitolata al noto compositore settecentesco, realizzata interrando un canale.
Sulla piazza si affaccia la chiesa di San Martino, oggi l'unica chiesa officiata nell'isola. Famoso il suo campanile, caratterizzato da una forte pendenza dovuta al parziale cedimento dei suoi basamenti, fondati, come alcune parti di Venezia, su palafitte. All'interno di pregevole fattura la Crocifissione del Tiepolo (1725). A breve distanza la chiesa di Santa Maria delle Grazie, più nota come Chiesa delle Cappuccine, chiusa al culto nel 1810 e da allora utilizzata nei modi più stravaganti - da squero per il ricovero delle imbarcazioni a laboratorio per la costruzione di carri di carnevale. È stata riaperta al pubblico dopo un lungo e costoso restauro nel 2006: ospita mostre d'arte ed altri eventi.
Uno dei luoghi più caratteristici dell'isola è l'incrocio di 2 canali, dove sorgono i Tre Ponti, ponte caratteristico che collega tre distretti di Burano: San Mauro, San Martino Sinistro e Via Giudecca. Qui si congiungono le vie più colorate dell'isola, dove sorgono le case dei pescatori e vari negozi artigianali.
Burano è nota per la lavorazione artigianale dei merletti, nonché per le sue tipiche case vivacemente colorate, sebbene il motivo e l'origine di questa usanza non siano ancora chiari. Un'ipotesi suggerisce che ogni colore sarebbe semplicemente il simbolo di una determinata famiglia, visto che anche in epoca moderna a Burano vi sono pochi ma molto diffusi cognomi. Per questo motivo a Burano, come in altri luoghi del Veneto, si utilizzano i detti, dei soprannomi aggiunti al cognome per distinguere un ramo familiare dall'altro.
Un'altra supposizione, forse più fondata, afferma che i colori vivaci servirebbero ai barcaioli per ritrovare la propria casa in presenza della nebbia, che a Burano si presenta particolarmente fitta. Da ricordare che per tutto il periodo del regno d'Italia per cambiare il colore di una casa serviva chiedere il permesso ad un sovrintendente.
Nell'isola, oltre che lavorare il merletto, alcune botteghe artigianali producono oggetti in Vetro di Murano, lavorato al lume o soffiato e altri laboratori realizzano maschere in cartapesta. Queste forme di artigianato, pur originarie delle vicine isole della laguna veneta, oggi si sono espanse anche a Burano.
Abitanti censiti; in verde la popolazione residente entro i vecchi confini comunali
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Merletto di Burano. |
La leggenda vuole che proprio grazie ad un pescatore sia nata la tradizionale produzione tessile artigiana. Costui infatti, avendo resistito al canto delle sirene in nome della sua bella che lo attendeva a Burano, avrebbe ricevuto dalla regina dei flutti una corona di schiuma per ornare il capo della sua sposa. Le amiche della diletta, invidiose e conquistate dalla bellezza del velo, avrebbero cercato di imitarlo, dando così inizio a una scuola di tradizione centenaria. Storicamente, comunque, l'artigianato del merletto risale al XVI secolo.
Il tipico dolce di Burano è il bussolà di biscotto a ciambella giallo di uova, farina e burro, da non confondere con il "bossolà" di Chioggia, un pane tostato a ciambella. Con lo stesso impasto si prepara l'esse (plurale essi) dalla forma di lettera "S".
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