Il Sangro è un fiume dell'Abruzzo meridionale e del Molise, il secondo per lunghezza (con 122 km di corso) tra i fiumi regionali, dopo l'Aterno-Pescara.
Sangro | |
---|---|
![]() | |
Stato | ![]() |
Regioni | ![]() ![]() |
Province | ![]() ![]() ![]() |
Lunghezza | 122 km |
Portata media | 20 m³/s alla foce. Ad Ateleta 9,2 m³/s |
Bacino idrografico | 1 545 km² |
Altitudine sorgente | 1 441 m s.l.m. |
Nasce | Monte Morrone del Diavolo (1.602 m), Gioia dei Marsi |
Affluenti | Zittola, Aventino |
Sfocia | Mare Adriatico tra Torino di Sangro e Fossacesia. 42°14′10.12″N 14°32′34.11″E |
![]() | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Il Sangro nasce nel parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise a 1 441 m s.l.m.[1] alle pendici del monte Morrone del Diavolo (1 602 m s.l.m.), in territorio del comune di Gioia dei Marsi (provincia dell'Aquila). Bagna quasi subito il territorio comunale di Pescasseroli, ricevendo da sinistra il torrente La Canala e continua il suo percorso attraversando i centri di Opi e di Villetta Barrea.
Giunto presso Barrea il fiume forma, sbarrato da una diga, il lago artificiale di Barrea. Da qui, in breve, il fiume giunge presso i centri di Villa Scontrone e di Castel di Sangro, dove riceve le acque dell'affluente Zittola, scorrendo per un brevissimo tratto in Molise (provincia di Isernia). Giunto presso il comune di Ateleta, il fiume prende a scorrere tra Abruzzo e Molise e, nei pressi del centro di Quadri, rientra definitivamente in Abruzzo in provincia di Chieti.
In questo tratto il fiume viene nuovamente sbarrato da una grossa diga e forma il lago artificiale di Bomba. Alcuni km a valle del lago, al Sangro giunge di sinistra l'apporto del suo maggiore tributario, il fiume Aventino, fra i comuni di Casoli, Sant'Eusanio del Sangro e Altino.
Da questa confluenza inizia il tratto basso che vede il Sangro scorrere in un ampio greto ciottoloso fino alla foce, nel mare Adriatico, situata tra Borgata Marina e Fossacesia Marina, frazioni rispettivamente dei comuni di Torino di Sangro e Fossacesia. In corrispondenza dell'innesto con il fiume Aventino si ha l'oasi WWF di Serranella.
Il Sangro ha una portata media annua presso Ateleta (medio-alto corso) di circa 9,2 m³/s, che diventano più che doppi alla foce. Durante il periodo estivo la sua portata si riduce notevolmente (0,5-3,2 m³/s rilevati ad Ateleta), mentre in autunno ed in inverno si rilevano notevoli incrementi (portata massima ad Ateleta: 16,2 m³/s). Durante la stagione autunnale il fiume è soggetto anche a forti piene dovute alla piogge durante le quali l'acqua può arrivare a lambire gli argini esterni, costruiti appositamente per evitare l'allagamento delle zone circostanti.
Il Sangro, studiato al livello non solo idrico ma anche archeologico da Adriano La Regina e altri archeologi, fu popolato dall'VIII secolo a.C. circa da popolazioni osche che emigrarono nel Sannio. Dalla lingua osca il termine el fiume vuol dire "sangue - rosso", tanti che in alcuni documenti medievali, il paese di Castel di Sangro è nominato "di Sanguine". Gli italici Sanniti colonizzano i centri antichi dalle sorgenti del fiume, nei dintorni di Pescasseroli, sino alla Piana delle Cinque Miglia, con la cittadina di Aufidena, posta tra Alfedena e Castel di Sangro, terra dei Pentri; in seguito furono colonizzate le aree nelle gole di Quadri, i Carricini colonizzarono Trebula e fortificarono dei punti di guardia sopra montagne, di cui resta il toponimo romano, come Pescopennataro, Pizzoferrato, Sant'Angelo del Pesco. I Carricini dominavano da Quadri a Montenerodomo e Casoli, confidando coi Frentani nel medio Sangro, da Pallanum di Tornareccio, secondo alcuni colonizzata da una colonia di Lucani, sino alla foce del fiume nell'area del Vicus Venerus, ossia il promontorio di San Giovanni in Venere di Fossacesia.
Il Sangro alimentò mulini di queste località, accompagnò i viaggi di mercanti, pastori e pellegrini, poiché la romana Anxanum ossia Lanciano era posta lungo la via Frentano-Traianea, lungo il tratturo, e stazione di sosta per le importanti fiere che di tenevano ogni anno, attirando commercianti anche fuori dal Sannio, e dall'Adriatico.
Nel IX secolo d.C. fiume fu risalito dai Saraceni che saccheggiarono i centri della vallata del Sangro, spingendosi sino alla Marsica. Nel Medioevo il territorio lungo il fiume venne frazionato dalla nascista di baronie e contee, dal sorgere di castelli e borghi, come Casoli, Bomba, Villa Santa Maria, Gamberale, Civitaluparella, Castel di Sangro. Il territorio venne in parte annesso alla Repubblica feudale di Lanciano, in parte alla contea di Borrello, alla contea Caldora e alla Contea di Castel di Sangro.
In periodi più recenti il Sangro viene interessato da progetti di industrializzazione, vengono evitati i problemi di impaludimento della vallata tra Lanciano e Atessa con la costruzione di dighe negli anni '30, di nuovi ponti sopra malsicuri ponti di pietra e legno. Uno dei ponti in pietra più antichi era quello sull'Aventino di Casoli, fiume della Majella che confluisce col Sangro in località Serrabella di Sant'Eusanio del Sangro, crollato prima del 1924.
Nuovi ponti e industrie sono costruiti nel 1912-1915 con la costruzione della ferrovia Sangritana, che costeggia il fiume da San Vito Chietino, con stazione a Fossacesia lungo la tratta Adriatica, e risale il fiume sino a Castel di Sangro, confluendo nella ferrovia Sulmona-Isernia.
Nella Seconda guerra mondiale, nel novembre-dicembre 1943 vi fu combattuta la Battaglia del Sangro, dapprima nella valle, tra Torino di Sangro e Lanciano, e poi verso la montagna a Castel di Sangro; i tedeschi fecero saltare in aria i ponti, lungo la linea Gustav, per rallentare gli alleati inglesi dell'VIII Armata del generale Montgomery, che venivano da Vasto. Nel novembre 1943 i ponti furono ripristinati dagli alleati, tuttavia gli scontri tra nazisti e patrioti civili della Brigata Maiella continuarono sino al 1944, tra Quadri, Pizzoferrato, Gamberale, Ateleta, Castel di Sangro.
Nel 1957 delle associazioni private, per dare lavoro ai contadini della valle, e per garantire fonti di energia, costruiscono la diga di Bomba, realizzando il lago omonimo, sbarrando il Sangro, e la diga di Casoli con il lago omonimo, facendo lo stesso lavoro con il corso del fiume Aventino. Tale sbarramento fa ridurre notevolmente la portata del Sangro, lasciando tra Piazzano di Atessa, Mozzagrogna, Saletti di Atessa e Fossacesia Marina vasta quantità di campagna incolta.
Negli anni '70 nella valle sorse il comprensorio della Honda-Sevel per favorire con nuovo impeto l'economia. Infatti ancora oggi il complesso industriale, il più grande d'Abruzzo, dà lavoro non solo a metà provincia di Chieti, ma anche ad abitanti della provincia di Isernia e Campobasso e dei comuni lungo il fiume Trigno. Un progetto di industrializzazione massiccia della parte bassa della vallata era partito negli anni '60, per la realizzazione di un impianto chimico, fortemente osteggiato dalle associazioni ambientaliste.
Negli anni 2000 il fiume Sangro è entrato a far parte di aree naturali protette, come l'oasi di Serranella e la Lecceta di Torino di Sangro, e la vallata si sta avviando a un tipo di economia anche turistico culturale, data la sua vicinanza, grazie alla nuova strada statale della "Fondovalle Sangro", anche al mare, e in particolare alla costa dei trabocchi.
Nel tratto che attraversa il comune di Castel di Sangro si trova una Palestra di Pesca a Mosca del CONI in cui è praticata la pesca no-kill alla trota. Nel periodo estivo, le sue sponde sono meta di molte persone che vi si recano per fare un bagno.
Questo fiume forma tre laghi artificiali (il Lago di Barrea, il Lago di Bomba, il Lago di Castel del Giudice), tutti utilizzati per produrre energia elettrica dall'Enel.
A differenza del laghi di Bomba e Castel del Giudice, (dove parte delle acque vengono captate ed inviate tramite condotte forzate agli impianti idroelettrici a valle) il deflusso delle acque risultanti dal Lago di Barrea viene ad interessare interamente il tratto di Sangro a valle fino alla predetta diga di Castel del Giudice. In pratica è l'alveo dello stesso fiume ad essere utilizzato a mo' di condotta forzata, subendo frequenti, repentini e notevoli cambi di portata determinati in conseguenza delle esigenze produttive di energia elettrica. Tale modalità di gestione dei livelli ha causato l'estinzione di buona parte della fauna bentonica presente nel fiume, incidendo direttamente sulla densità della popolazione ittica autoctona, scompenso a cui si cerca di porre rimedio artificialmente mediante massicce immissioni annuali, piuttosto che addivenire a più consone pratiche di gestione delle acque stesse di concerto con ENEL.
Nel basso corso del Sangro è stato creato un altro sbarramento artificiale per motivi irrigui nel 1981: ciò ha determinato l'impaludamento di un tratto del fiume, creando un particolare habitat che ha attirato molte specie di uccelli migratori. Tutta l'area è ora tutelata dal WWF grazie all'istituzione dell'Oasi di Serranella.
In ordine alfabetico:
Altri progetti
Controllo di autorità | VIAF (EN) 243171952 · GND (DE) 4439642-9 |
---|
![]() |