Il Ri (o Rì[1] o Rile[2]) è un torrente della provincia di Novara, principale affluente dell'Arbogna. È lungo 10 km e ha una portata media alla foce di 0,5 m³/s.
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Ri | |
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il Ri sul confine Novara - Garbagna | |
Stato | Italia |
Regioni | Piemonte |
Lunghezza | 10 km |
Altitudine sorgente | 160 m s.l.m. |
Nasce | Valle dell'Arbogna |
Sfocia | Arbogna a Borgolavezzaro |
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Il Ri nasce da alcune risorgive nella valle dell'Arbogna, proseguendo incassato per alcuni chilometri. Lambisce Garbagna Novarese, dove viene canalizzato e scorre sino a Vespolate.[3]
Prosegue serpeggiando e con andamento meandriforme arriva a Borgolavezzaro, dove sfocia nel torrente Arbogna, al confine con la Lombardia.
Essendo un torrente utilizzato per scopi irrigatori[4] e avendo un bacino idrografico molto limitato, senza affluenti di particolare rilievo, il Ri può variare notevolmente la sua portata. In estate il corso d'acqua ha una portata molto bassa, con secche complete presso le sorgenti. Al contrario, in caso di precipitazioni eccezionali, la conformazione delle collinette del terrazzo fluvioglaciale Novara-Vespolate (valle dell'Arbogna) può far provocare al corso d'acqua ingenti colature e quindi raggiungere livelli notevoli e straripare facilmente, provocando danni alle coltivazioni e alle abitazioni adiacenti al suo corso.
Gli animali che popolano le sue rive sono tanti: la nutria, il germano reale, l'oca selvatica, la gallinella, il martin pescatore, la civetta, l'airone, l'airone cenerino ed il passero.
I pesci che popolano il torrente sono vari: il cavedano, l'alborella, la carpa, il luccio, e la scardola.
A metà Ottocento il Rì fu al centro di una importante causa a Garbagna, che contrappose il parroco, spalleggiato dall'intera comunità del paese, ed un proprietario terriero. L'oggetto del contendere furono proprio le acque del Rì ed il diritto di poterne disporre o meno per l'irrigazione[5].