Il Ghiandone è un torrente della provincia di Cuneo; è il primo affluente di un certo rilievo in sinistra idrografica del Po.
A monte di Barge prende il nome di Torrente Infernotto e bagna l'omonima valle alpina; il perimetro del suo bacino è di 54km.[1]
Il torrente nasce con il nome di Rio Rocca Nera sul versante orientale della Punta Ostanetta quindi, scendendo verso est, prende il nome di Torrente Infernotto e raccoglie le acque della valle omonima. Raggiunto il centro di Barge riceve da destra la confluenza del Rio Chiappera e cambia ancora il nome in quello di Torrente Ghiandone, che conserverà fino alla confluenza nel Po. Dopo avere sfiorato le estreme propaggini settentrionali del Monte Bracco esce nella pianura saluzzese e segna per un certo tratto il confine tra il comune di Barge e quelli di Envie e Revello.
Poco a nord dell'abbazia di Staffarda riceve da sinistra il suo principale affluente, il Torrente Grana di Bagnolo. Confluisce infine nel Po a quota 260m nel punto dove convergono i territori comunali di Cardè, Revello e Barge.[3]
Principali affluenti
In sinistra idrografica:
Grana di Bagnolo: nasce attorno a quota 1300 ms.l.m. nei pressi della stazione sciistica di Montoso (Bagnolo Piemonte) e dirigendosi verso est forma una breve valletta aperta verso la pianura. Lambito il capoluogo comunale piega leggermente verso sud e riceve in sinistra idrografica il contributo del Rio Rivodolfo. Serpeggiando nelle campagne di Bagnolo a breve distanza dal Rio Secco (un breve torrente che confluisce autonomamente nel Po) raggiunge infine il Ghiandone a quota 266 non lontano dall'Abbazia di Staffarda.
In destra idrografica:
Rio Chiappera: dalla zona della Colletta di Paesana (o Colletta di Barge) scende verso nord raccogliendo le acque provenienti dalle pendici nord-occidentali del Monte Bracco. Confluisce a quota 336 nel Torrente Infernotto nei pressi del centro di Barge dando origine al Ghiandone;
Rio Candellero: raccoglie le acque che scendono dalla zona nord-orientale del Monte Bracco convogliandole nel Ghiandone che raggiunge presso Case Moiazzole (272m).
Stato ambientale
Le acque del Ghiandone alla confluenza con il Po sono di qualità relativamente elevata e il loro apporto migliora notevolmente lo stato ambientale del fiume, molto compromesso dall'inquinamento dovuto agli scarichi dei centri abitati del Saluzzese.
Proprio per la buona qualità delle sue acque il torrente è ricco di pesci, anche se negli ultimi anni la situazione è lievemente peggiorata per la saltuaria presenza di liquame suino e per alcuni malfunzionamenti del depuratore di Barge.[4]
Proverbi
«Pò a l'é nen Pò, fin che Giandon a l'é nen sò.[5]»
Note
AA.VV., Elaborato I.c/5 (PDF), in Piano di Tutela delle Acque - Revisione del 1º luglio 2004; Caratterizzazione bacini idrografici, Regione Piemonte, 1º luglio 2004. URL consultato il 7 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2012).
AA.VV., Elaborato I.c/7 (PDF), in Piano di Tutela delle Acque - Revisione del 1º luglio 2004; Caratterizzazione bacini idrografici, Regione Piemonte, 1º luglio 2004. URL consultato il 7 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
Carta Tecnica Regionale raster 1:10.000 (vers.3.0) della Regione Piemonte - 2007
Impariamo a conoscere il Po e il suo ambiente; Piero Strobino, Silvio Marocco e Pierangelo Osella; Amici del Po di Villafranca Piemonte, anno 2005, , on-line in .pdf su spazioinwind.libero.it/strobino (consultato nel luglio 2010)
Dal piemontese: il Po non è il Po / finché il Ghiandone non è suo.
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