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Il Chiaravagna è un torrente che nasce sulle alture del quartiere genovese di Sestri Ponente in località Serre di Panigaro, nella frazione di Panigaro, dall'unione di due rivi minori: il rio Cassinelle (nome della località dove si trova l'omonima abbazia ed il rio Bianchetta. Fino al 1923 segnava il confine tra il comune di Borzoli e quelli di Sestri Ponente e di San Giovanni Battista.

Chiaravagna
Il ponte ferroviario della linea Genova-Ovada-Acqui Terme in località Panigaro.
Stato Italia
Regioni Liguria
Lunghezza3,3 km
Bacino idrografico11 km²
Altitudine sorgente608 m s.l.m.
NasceBric Pria Scugente
Affluentitorrente Ruscarolo
Sfociamar Ligure
44°25′06.31″N 8°50′58.24″E
Mappa del fiume
Mappa del fiume

Idronimo


Il nome del torrente si pensa derivi dal termine Claravania, parola che si usava un tempo per indicare torrenti con acque chiare[1].


Caratteristiche


Il suo bacino idrografico, comprendente gli affluenti, ha una superficie di circa 11 km²[2], mentre la sua asta principale ha una lunghezza di circa 3,3 km.

L'estensione totale del bacino del Chiaravagna, confinante ad est con quello del torrente Polcevera e ad ovest con quello del Varenna, è per circa metà della lunghezza compresa nel percorso dei due affluenti iniziali (che provengono entrambi da valli estese poco meno di 4 km): il rio Cassinelle, che nasce dal bric Pria Scugente e dalla cresta che porta alla Rocca dei Corvi (nota anticamente come monte Ramazzo[3][4]), a sinistra, e il rio Bianchetta, che nasce dalle pendici dei monti Figogna, Contessa e Gazzo, a destra.[2] La superficie drenata dei due rivi è rispettivamente di circa 3,32 km² e circa 3,27 km².[2]

Prima della confluenza che dà vita al Chiaravagna il rio Bianchetta riceve come affluenti il canale del Griso e del rio dei Santi, mentre il Cassinelle riceve i contributi del rio Timone e del fosso Cassinelle.[2] Le fonti che davano vita al Cassinelle si trovano ora sul fondo della vallata che, tra il 1968 e il 1995, è stata adibita a discarica (Scarpino 1).[5]

La vallata del Chiaravagna, ricca di mulini adibiti alla macinazione delle granaglie, dei quali oggi solo uno è ancora esistente, è stata stravolta dall'attività estrattiva del monte Gazzo e dalla presenza della grande discarica di rifiuti di monte Scarpino, il cui percolato filtrava nel rio Cassinelle a causa della non impermeabilizzazione del fondo all'epoca della realizzazione della prima parte della discarica[5]. Tutto ciò lo aveva portato, negli anni '70, ad essere uno dei corsi d'acqua più inquinati d'Italia.

La parte finale del torrente è parzialmente coperta e a poche decine di metri dalla foce si ha la confluenza del torrente Ruscarolo. In corrispondenza della passerella di via Vittorio Leonardi (negli anni '90 distrutta durante un nubifragio e poi ricostruita) l'alveo del torrente presenta un forte restringimento, a causa delle costruzioni adiacenti a questo, passando da una larghezza di 40 m ad una di meno di 20 m[6]. Nella zona della foce sono presenti l'Aeroporto Cristoforo Colombo e l'area residenziale e commerciale del quartiere della Marina di Sestri Ponente.


Le esondazioni


Il Chiaravagna alcune ore dopo essere esondato nell'ottobre 2010 (fuoriuscita avvenuta a circa 50 metri a monte rispetto al punto in cui è stata scattata la foto)
Lo stesso tratto del torrente in un periodo di magra

Il torrente è straripato due volte:

Ritenuto tra i responsabili delle esondazione del torrente era il palazzo di via Giotto 15, costruito nel 1953 proprio a cavallo dell'alveo, le cui fondamenta rappresentano una notevole ostruzione al deflusso specialmente durante le piene. Nonostante ne sia stata decisa la demolizione già nel 1992, a causa della vertenza tra i condomini dell'immobile e le istituzioni i lavori di abbattimento sono iniziati solamente alla fine del 2012. A metà marzo 2013 è terminata la demolizione del caseggiato. La successiva fase consiste nella rimozione dei piloni che lo sorreggevano ed il rifacimento del ponte stradale.[7]


Voci correlate



Note


  1. Giuseppe Marcenaro, Le cronache di Sestri Ponente, Tolozzi editore, Genova, 1968, collana La Nostra città vol 7, pag 2 e 3
  2. Provincia di Genova, Direzione Pianificazione Generale e di Bacino, Piano di bacino stralcio sul bilancio idrico – Il bacino del torrente Chiaravagna Archiviato il 27 dicembre 2013 in Internet Archive.
  3. Giuseppe Pipino, L'antica miniera di Monte Ramazzo presso Genova ed i suoi minerali, Rivista Mineralogica Italiana, 1977 n.3, pp. 61/73, riportato in Giuseppe Pipino, Liguria mineraria. Miscellanea di giacimentologia e storia estrattiva, tipografia Pesce, Ovada, 2005, ISBN 9788890329616
  4. Giuseppe Pipino, Liguria mineraria. Miscellanea di giacimentologia e storia estrattiva, Giuseppe Pipino, 2005, ISBN 978-88-903296-1-6. URL consultato il 16 gennaio 2022.
  5. Scarpino, altri 30 anni di veleni, su Il Secolo XIX, 13 maggio 2019. URL consultato il 16 gennaio 2022.
  6. Piano di Bacino Stralcio del Torrente Chiaravagna - nuova edizione - Relazione generale - 2013 Archiviato il 25 novembre 2015 in Internet Archive., pag 94
  7. Via Giotto, giù il palazzo-tappo, su Il Secolo XIX, 14 maggio 2019. URL consultato il 16 gennaio 2022.

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