Il Cervaro è un corso d'acqua[3] dell'Italia meridionale della lunghezza di 107 km[1].
Cervaro | |
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Il Cervaro all'altezza del ponte di Bovino | |
Stato | Italia |
Regioni | Campania Puglia |
Province | Avellino Foggia |
Lunghezza | 107 km |
Portata media | 2,80 m³/s |
Bacino idrografico | 805 km² |
Altitudine sorgente | 853 m s.l.m. |
Nasce | monte Le Felci, Monteleone di Puglia (monti della Daunia)[1] |
Sfocia | lago Salso, golfo di Manfredonia (mare Adriatico)[2] 41°31′31.8″N 15°54′32.04″E |
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Lo stesso argomento in dettaglio: Valle del Cervaro. |
Le sue sorgenti si trovano nel settore meridionale dei monti della Daunia, alle pendici del monte Le Felci (853 m s.l.m.) nel territorio di Monteleone di Puglia[1]. Il suo corso si districa tra le province di Avellino e Foggia (con attraversamento, in quest'ultimo territorio, del tavoliere delle Puglie) per poi sfociare nel lago Salso e dunque in Adriatico, nel golfo di Manfredonia[2]. I principali affluenti di destra sono i torrenti Lavella, Avella, Iazzano e Biletra; da sinistra vi confluiscono i torrenti Pecoraro, Tre Confini, Lavella (omonimo del già citato affluente di destra) e Sannoro. Nel complesso il Cervaro ha un carattere prevalentemente torrentizio, con piene talvolta rovinose (la piena del 2003 raggiunse una portata di 682 m³/s)[4].
Il Cervaro è citato nella Naturalis Historia di Plinio il Vecchio con il nome Cerbalus: in quel testo il fiume è ricordato come confine del territorio dei Dauni, senza ulteriori specificazioni[5]. Tuttavia, poiché è storicamente accertato che città daune sorgessero su entrambe le sponde del fiume, tale passo è stato sempre di difficile interpretazione. Plinio voleva forse alludere all'alto corso del Cervaro che scorre stranamente parallelo alla linea spartiacque tra Apulia e Campania[6], lungo l'orlo orientale della sella di Ariano[7], ma è anche plausibile che egli in realtà intendesse riferirsi al Candelaro, un torrente che scorre proprio lungo il margine nord-orientale del Tavoliere e la cui foce è adiacente a quella del Cervaro, senza escludere che in tempi antichi i due corsi d'acqua potessero essere tra loro confluenti[8]. Secondo una terza ipotesi, il Cervaro poteva rappresentare invece una sorta di confine interno tra i Dauni propriamente detti (a sud) e i Dauni di lingua osca (a nord)[9]; questi ultimi, maggiormente influenzati dai vicini Sanniti, erano noti anche con il nome di Apuli, benché secondo Strabone tale etnonimo fosse normalmente riferito a tutti gli abitanti dell'Apulia[10]. Altri ancora ipotizzano che si trattasse di un banale errore, oppure ritengono che Plinio intendesse associare la qualifica di "confine dei Dauni" non al fiume Cerbalus, ma piuttosto alla sconosciuta località costiera di Portus Aggasus citata immediatamente dopo.[11]
Nell'alto medioevo (anno 774) il corso d'acqua era invece denominato flumen Cerbarum[12].
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