Il lago di Lavarone è un piccolo lago che si trova sull'omonimo altopiano, in provincia di Trento, a 1.079 metri s.l.m.. Presenta una superficie di 64.000 m² con una profondità massima di 17 metri.
Lago di Lavarone | |
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Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Comune | ![]() |
Coordinate | 45°56′11.4″N 11°15′10.08″E |
Altitudine | 1 079 m s.l.m. |
Dimensioni | |
Superficie | 0.064 km² |
Lunghezza | 0,4 km |
Larghezza | 0,25 km |
Profondità massima | 17 m |
Profondità media | 7.4 m |
Volume | 0,0003834 km³ |
Idrografia | |
Origine | carsica |
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Il lago ha origine carsica. Si creò dopo il lento invaso di una dolina. Nel 1972 furono trovati alcuni tronchi d'albero ancora ancorati con le radici sul fondo del lago e datati tramite metodo del carbonio al 210 a.C. L'acqua si accumulò nella dolina solo in seguito all'impermeabilizzazione del suolo.[1]
L'alimentazione del lago è garantita da piccole sorgenti superficiali, le acque defluiscono per infiltrazioni sotterranee impiegando circa un'ora e mezza per risalire a 3 km di distanza, nella valle di Centa, dove formano le cascate del Vallempach.
Per il suo clima mite e per la particolare purezza delle sue acque, il lago di Lavarone costituisce per la zona degli altipiani cimbri un rilevante elemento di richiamo turistico: è infatti attrezzato per la balneazione e la pesca durante il periodo estivo e per il pattinaggio su ghiaccio durante una parte del periodo invernale. Inoltre durante l'inverno è sede di uno stage per l'apprendimento della tecnica di salvataggio sotto il ghiaccio che si tiene dal 1985 organizzato dall'Associazione nazionale istruttori subacquei (ANIS).
Attorno a questo lago spesso passeggiava Sigmund Freud nel periodo in cui ha trascorso sue vacanze a Lavarone nel 1904, 1906, 1907 e 1923.[2]
Secondo una leggenda, dove sorge ora il lago, sarebbe stato presente un bosco rigoglioso di proprietà di due fratelli. Questi avrebbero litigato prepotentemente per la proprietà del bosco stesso. Dio, per punirli, fece sprofondare il bosco e riempì il declivio con l'acqua in modo da eliminare l'oggetto del litigio fraterno.[3]
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