I monti d'Or (o " il monte d'Or" ) (in francese monts d'Or [mõdɔʀ]) sono un piccolo massiccio situato a nord- ovest di Lione, che si estende a sud per una decina di kilometri, delimitato a est dalla Saona, a ovest da un leggero avvallamento che lo separa dalla parte settentrionale dei monti del Lionese.
Attualmente, per consuetudine, viene utilizzato il plurale nella denominazione del massiccio (" i monti d'Or" ). Ciononostante, l'impiego del singolare ( " il monte d'Or" ) è attestato in utilizzi più antichi[1] e si può trovare, per esempio, nei toponimi dei comuni del massiccio o nel nome della via del Monte d' Or nel IX arrondissement di Lione. Entrambi sono attestati nella letteratura scientifica, per Paul Berthet
«" I Monti d'Oro per i visitatori e i geografi, il Monte d'Or per i geologi"» |
[2]. L'istituto nazionale di informazione geografica e forestale utilizza il nome al singolare.
Il nome del massiccio è attestato sotto diverse forme: Manduo Dorum, Dorum Manlo[3], mano dorum[4], Mons duranus ou duronius tra 500 e 600[5], Mons Aureus nel X secolo, Montour, Montor, Montur in patois, Mondor, Mont d'or[6].
L'etimologia del nome monte d'Or è stata oggetto di diverse ipotesi più o meno fondate, basate da una parte sul significato apparente di "monte dorato", aggettivo riferitosi al colore delle pietre e alla ricchezza del luogo, e dall'altra parte sul rifiuto di questo significato apparente, che sembrerebbe doversi ricondurre a una radice celtica[7]: Incerto/a .Il monte d'Oro è, da sempre, conosciuto per la qualità dell'acqua, estratta durante l'epoca romana, e per le numerose sorgenti[8].
Si tratta di un massiccio calcareo di origine secondaria a uno zoccolo cristallino ( gneiss e granito). A est, il fianco è ripido, separato dalla Saona da una " spiaggia" di qualche centinaio di metri. A ovest e a nord- ovest, le pendenze sono leggere, anche se scavate da profonde gole. La sua topografia è caratterizzata da due grandi faglie orientate NE/SO :
I monti d'Or hanno un paesaggio bocage in procinto di esser chiuso, per via del calo delle attività agricole tradizionali. Ciononostante, la flore e la fauna sono relativamente preservati. Presentano numerosi specie d'interesse nazionale o regionale, come Genista horrida, una delle ginestre dette a riccio, o la Tichodroma muraria.
Il massiccio svetta col monte Verdun (altitudine 626 metri)
Le altre vette sono:
Molte di queste sono occupate da installazioni militari della base aerea 942 Lione- Monte Verdun.
I monti d'Or presentano molte sorgenti. Diverse estrazioni sono state effettuate dall'Antichità dalle popolazioni locali. I Romani le utilizzarono per costruire l'acquedotto dei monti d'Or, primo acquedotto antico di Lione.
Sul massiccio esistono tre ruscelli, tutti affluenti della Soana: il Thoux nel cuore del massiccio, i ruscelli di Arche e di Rochecardon al sud.
Nei monti d'Or vi sono insediamenti umani fin dai tempi più antichi. I reperti archeologici comprendono pietre focaie intagliate risalenti al neolitico, ma anche delle ceramiche e tegulae ( tegole piatte) dell'epoca romana.
I romani costruirono nei monti d'Or un acquedotto destinato all'approvvigionamento di Lione. Datato tra il 30 a.C. e il 150 d.C., lungo 26 kilometri, prendeva l'acqua nella valle di Poleymieux, detta hameau de Gambins, e costeggiava il massiccio a est (il suo tracciato è visibile per alcuni punti a Curis, Albigny, Couzon e Saint- Romain[10]).
Costruito a 300 m dalla collina, aveva una pendenza da 1 a 1,5 mm per m. Il suo volume interiore era di circa 50 × 60 cm, per una morsa esterna di circa 1,50 x 1,90 m, cosa che garantiva un debito teorico massimo di 12 000 m3 per 24 ore[11].
Inoltre, include due opere d'arte: la botte sifone della valle delle Rivières, che oltrepassava il ruscello di Rochecardon tra Saint- Didier e Champagne- au- Mont- d'Or detto Le Bidon, e quello di Écully, che oltrepassava il ruscello dei Planches detto Les Massues. Sono stati smantellati dall'epoca delle grandi invasioni, per recuperare le pietre e il piombo dei tubi. Gli ultimi resti del sifone di Écully sono spariti all'inizio del XIX secolo.
Molte cave di pietra sono state sfruttate dall'epoca romana fino alla fine del XX secolo. Le pietre estratte sono state per lo più:
Queste pietre sono state la base di molte costruzioni della regione. A Lione, la Basilica Saint- Martin d' Ainay, la Cattedrale Saint- Jean, la Chiesa Saint- Nizier e il Palazzo Saint- Pierre sono in pietra di Lissieu. La Chiesa di Couzon è in pietra di Couzon.
Anche se la maggior parte delle cave sono state riempite, queste estrazioni hanno lasciato tracce dappertutto nel paesaggio, a cominciare dai grandi fronti grandi come quelli di Curis e Couzon. L'estrazione è stata particolarmente intensa durante il XIX secolo, prima a Curis, poi a Cuzon dal 1830. 115.000 m3 di pietre vennero estratti sul territorio solo nel 1842. Per proseguire le estrazioni in alcune valli vicine, i Carrier costruirono delle strutture col muro a secco chiamate " tunnel di cava". Si tratta di un insieme di muri enormi di sostegno e di tunnel che permettono il trasporto delle pietre verso la Saona, limitando così la necessitò di evacuare i " banchi sbagliati". Alcuni di questi tunnel raggiungevano delle lunghezze notevoli (700 m quello di Albigny-sur-Saône). Alcuni sono ancora visibili come quello di Vinouve, nel bosco a sud di Couzon.[12].
Le altre attività tradizionali erano l'agricoltura, la viticultura e l'allevamento di capre in stabulazione. Vi erano più di 20 000 capre in alcuni periodi. Si nutrivano di cavoli e di foglie di vite fermentata, così da produrre un formaggio dal gusto particolare.
Le "caborne" , le capanne in dialetto lionese, sono delle costruzioni di muro a secco presenti in tutta la ragione. Ne restano tra 400 e 500, di cui una parte sono state restaurate da alcune associazioni. Molte sono state costruite recentemente (XIX secolo). Fungevano da rifugio a tutte le piccole popolazioni agricole e di trasportatori dei monti d'Or.
Di forma quadrata, circolare o non, ha una volta in pietra che potrebbe essere un arco a mensola o in pietre sagomate arcuate.
Esistono 3 percorsi pedonali che permettono di scoprire queste cave: il "sentiero delle caborne" a Poleymieux, il "sentiero della pietra" a Saint-Didier e il "sentiero dell'Uomo e del paesaggio" inaugurato nel giugno 2016 a Saint-Cyr-au-Mont-d'Or.
Dopo la guerra del 1870, l'esercito francese costruì sui monti d'Or numerosi edifici difensivi come " la deuxième ceinture de Lyon", la fortezza del Monte Verdun e le sue batterie di copertura: la batteria dei Carrières, la batteria della Freta, la batteria di Narcel e la batteria del Monte Thou. Alcuni di questi edifici sono ancora oggi visibili. La batteria dei Carrières è abbandonata e può essere visitata.
La fortezza del Monte Verdun ospita la base di controllo aereo 942 dell'aeronautica militare francese(Base aérienne 942 Lyon-Mont Verdun). Una parte della base è sotterranea. Da Lione, si possono scorgere alcune strutture, in particolare le voluminose radome che si trovano sulla vetta del Monte Thou (distrutto nel dicembre 2016) e del monte Verdun.
Ad eccezione di Chasselay, questi comuni fanno parte della comunità urbana di Lione, sostituita dalla metropoli di Lione dal 1º gennaio 2015.
I comuni dei monti d'Or, godendo dell'ambiente eccezionale e della vicinanza alla città di Lione, accolgono principalmente una popolazione benestante. Infatti, Saint-Didier-au-mont-d'Or e Saint-Cyr-au-Mont-d'Or sono tra i 100 comuni più ricchi della Francia.
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