Il Monte Sacro è un monte alto 874 metri situato nel Gargano orientale.
Monte Sacro | |
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Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Altezza | 874 m s.l.m. |
Catena | Gargano |
Coordinate | 41°45′28.48″N 16°02′29.98″E |
Mappa di localizzazione | |
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Monte Sacro, la vetta più alta del Gargano orientale a nord di Mattinata, si eleva sino a 874 metri sul livello del mare. Il promontorio è costituito da calcare, risalente al cretaceo e all'eocene, con tracce di tufo miocenico e pliocenico, ricco di argilla, per cui le rocce sono di colore variabile dal grigio rossastro al rosso oscuro. Il paesaggio è caratterizzato da querce, rimboschimenti di pino nero, olmi, cipressi e, nelle esposizioni più fresche, anche carpino nero e roverella. La pendice sud-est del rilievo è ricoperta per circa metà da un bosco ceduo di leccio, orniello ed erica arborea. Il leccio, in linguaggio botanico quercus ilex, è tipico della macchia mediterranea e cresce dal livello del mare fino agli 800-900 metri di altitudine. I boschi di leccio rappresentano qui le tracce delle antiche foreste sempreverdi del Gargano e della Puglia, risparmiati dai tagli indiscriminati. La superficie boschiva si è notevolmente contratta, degradata dal continuo pascolo e dagli incendi.
Nel IV secolo d.C. il monte era ancora conosciuto come Monte Dodoneo, consacrato al culto pagano di Giove. Secondo una antichissima tradizione, dopo l'apparizione dell'Arcangelo Michele nella grotta di Monte Sant'Angelo, il vescovo e i prelati della zona si recarono sul Monte Dodoneo, allora sede del culto pagano di Giove e ne distrussero i simulacri dedicando il tempio alla SS.Trinità. Da allora il monte assunse la denominazione di Sacro. Poi l'Abbazia di Monte Sacro fu sede del monastero benedettino dal VI al XIII secolo d.C. Grazie all'impulso dell'Abate e letterato Gregorio si costituì una vasta biblioteca, che contribuì a far diventare l'abbazia uno dei più importanti centri culturali della Puglia del Medioevo.[1]
L'impianto originario del monastero benedettino venne dotato di nuove strutture e di un raffinato impianto ornamentale. Il complesso abbaziale comprendeva fabbriche, magazzini, il battistero, il chiostro, la chiesa e il nartece. Diviso in tre vani quadrati da arcate a tutto sesto, sostenute da colonne con capitelli a foglie d'acanto, rosette e altri motivi floreali, il nartece è oggi l'ambiente meglio conservato. Una delle semicolonne addossate alla parete presenta un capitello raffigurante tre aquile ad ali spiegate, i cui artigli trattengono due serpenti dalle teste di drago con le fauci aperte nel tentativo di addentare della colombe. Inoltre, una parete del nartece presenta ancora lacerti di affresco, raffiguranti una Madonna con Bambino e due santi benedettini. L'impostazione della arcate lascia presupporre una copertura con volta a crociera. Nel primo e nel secondo ambiente del nartece vi sono le porte d'accesso alla prima e alla navata centrale della chiesa basilicale romanica. Sono ancora visibili basamenti delle tre navate della chiesa e della torre campanaria, lembi della pavimentazione del chiostro, le arcate del refettorio e i muri perimetrali .
L'abbazia Monte Sacro si è classificata terza nel 6º Censimento 2012 I Luoghi del Cuore del Fondo Ambiente Italiano con il totale di 50.071 preferenze.
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