La Madre di Dio è una montagna delle Alpi Marittime alta 2.800 m s.l.m., in provincia di Cuneo, parte del massiccio dell'Argentera.
La Madre di Dio | |
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Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Altezza | 2 800 m s.l.m. |
Catena | Alpi |
Coordinate | 44°10′11.71″N 7°17′22.75″E |
Data prima ascensione | 19 settembre 1901 |
Autore/i prima ascensione | V. De Cessole, J. Plent, A. Ghigo |
Mappa di localizzazione | |
Dati SOIUSA | |
Grande Parte | Alpi Occidentali |
Grande Settore | Alpi Sud-occidentali |
Sezione | Alpi Marittime e Prealpi di Nizza |
Sottosezione | Alpi Marittime |
Supergruppo | Catena Argentera-Pépoiri-Matto |
Gruppo | Gruppo dell'Argentera |
Sottogruppo | Massiccio dell'Argentera |
Codice | I/A-2.I-B.6.a/b |
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Si trova in comune di Valdieri, in alta valle Gesso della Valletta, su uno sperone secondario della serra dell'Argentera. Questo sperone scende dalla cima Genova in direzione est-sud-est, passa per la cima Purtscheller e la punta de Cessole ed arriva alla cima della Madre di Dio, da dove si biforca: un breve sperone digrada rapidamente nella stessa direzione, mentre un secondo sperone digrada più lentamente in direzione nord-ovest, costeggiando il vallone dell'Argentera.
A nord si trova il Vallone dell'Argentera, a sud il Vallone di Assedras. Sulla cresta est-nord-est la montagna è delimitata dal Colletto della Madre di Dio (2720 m s.l.m.), mentre sulla cresta nord-ovest il limite è dato dalla Bassa della Madre di Dio (2455 m s.l.m.).
La montagna presenta una vetta bifida; delle due cime, la più alta è quella occidentale.
Dal punto di vista geologico, la montagna appartiene al massiccio cristallino dell'Argentera. Si tratta essenzialmente di gneiss di varia composizione e diverso grado di scistosità.[1]
La prima ascensione fu effettuata per la cresta est da Victor de Cessole, Jean Plent ed Andrea Ghigo il 19 settembre 1901.[2]
Lo stesso de Cessole realizzò sulla stessa montagna altre due prime: la parete sud-est con G. Barel e Jean Plent (24 settembre 1903) ed il versante nord con Plent e A. Ghigo (5 luglio 1907).[2]
La via normale si sviluppa a partire dal canalone sud, raggiungibile dal rifugio Remondino. Si risale il canalone fino al colletto sommitale, da dove si procede per cenge, seguendo ometti e segni di vernice, fino alla base di un secondo canalone, risalendo il quale ci si trova tra le due cime; da qui, scendendo dal versante sud, si segue una traccia di sentiero che porta ad un ultimo canalino, seguendo il quale ci si trova sulla cresta, a breve distanza dalla cima principale. Il percorso è di tipo alpinistico, con grado di difficoltà PD, ed alcuni passaggi esposti sui quali è opportuno assicurarsi.[3]
Controllo di autorità | VIAF (EN) 244287252 |
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