Il ghiacciaio della Fradusta è un ghiacciaio che scende nel versante nord della Fradusta (2.939 m s.l.m.), una delle principali vette delle Pale di San Martino, in provincia di Trento. A seguito del forte ritiro avvenuto nel corso del '900 e della conseguente penetrazione umana sull'Altopiano delle Pale a scopo principalmente venatorio ma anche pascolivo e militare, fu teatro di una lunga contesa territoriale inizialmente tra Regno d'Italia ed Impero Austroungarico in occasione della costruzione della strada militare italiana da Col di Pra all'attuale Rifugio Rosetta, e successivamente tra il comune bellunese di Taibon Agordino e il comune trentino di Tonadico, risoltasi con la definizione precisa dei confini durante gli anni '60 a favore della parte Trentina.
Ghiacciaio della Fradusta | |
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Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Catena | Alpi |
Coordinate | 46°15′06.57″N 11°52′21.4″E |
Tipo | Ghiacciaio montano |
Altitudine | 2 650−2 900 m s.l.m. |
Mappa di localizzazione | |
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Si tratta di un ghiacciaio dalla superficie ampia e aperta, delimitato da pareti rocciose soltanto per un breve tratto nel settore più a monte. La fronte è piuttosto larga e nel settore più a valle (quota 2.650 m) termina a falesia in un piccolo lago proglaciale dalle dimensioni che cambiano di anno in anno, con la presenza di notevoli morene frontali: queste sono determinate sia dall'erodibilità delle rocce dolomitiche a contatto con i materiali di fondo, sia dalla scarsa inclinazione della superficie (11 gradi in media)[1]. Il ghiacciaio è alimentato esclusivamente dalle precipitazioni nevose dirette e per questo motivo si è spesso trovato negli ultimi anni completamente privo di innevamento residuo e quindi di alimentazione[2].
Il ghiacciaio era considerato il più importante delle Pale ed era il secondo delle Dolomiti, per estensione, dopo il Ghiacciaio della Marmolada: negli ultimi anni, a causa dei cambiamenti climatici, l'estensione del ghiacciaio si è ridotta notevolmente. La calda estate del 2003 ha portato inoltre alla rottura in due parti del ghiacciaio, già ritiratosi come ricordato in maniera consistente negli ultimi decenni (agli inizi del 1900 superava abbondantemente i 200 ettari d'estensione, oggi l'estensione è inferiore ai 2 ettari). Il decremento di superficie, l'arretramento della fronte e la riduzione dello spessore permettono di presupporre che fra pochi anni l'intero ghiacciaio sarà scomparso[3].
A seguito della continua fusione attualmente il ghiacciaio non è più il maggiore delle Pale, in quanto ha raggiunto una dimensione minore rispetto al Ghiacciaio del Travignolo[4].
In collaborazione con il Parco naturale Paneveggio - Pale di San Martino, a partire dal 1997 il ghiacciaio viene sottoposto a regolari rilievi topografici di precisione da parte del Comitato Glaciologico Trentino[5].
Stime e misure dell'estensione del ghiacciaio ottenute dal Comitato glaciologico della Società alpinisti tridentini[3][4]:
Anno | Estensione del ghiacciaio (Ha) |
1888 | 225,26 |
1903 | 263,72 |
1931 | 106,88 |
1932 | 155,00 |
1954 | 95,28 |
1959 | 65,63 |
1962 | 65,00 |
1973 | 38,47 |
1983 | 30,12 |
1987 | 29,40 |
1994 | 22,00 |
1994 | 21,80 |
1999 | 18,59 |
2000 | 17,96 |
2001 | 20,18 |
2002 | 16,79 |
2003 | 14,80 |
2004 | 14,29 |
2005 | 12,28 |
2006 | 10,80 |
2006 | 11,38 |
2007 | 9,59 |
2008 | 7,69 |
2011 | 7,30 |
2020 | 3 |
Il ghiacciaio può essere raggiunto dal Rifugio Giovanni Pedrotti alla Rosetta, dal Rifugio Pradidali, dal Passo Canali, dal Passo delle Lede e dai sentieri che raggiungono l'altopiano delle Pale dal versante bellunese.
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