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Il Becco Alto d'Ischiator (Grand Cimon de Rabuons in francese) è una montagna delle Alpi Marittime, posta fra Italia e Francia, sita a Sud del Monte Tenibres, e alta 2998 m s.l.m.

Becco Alto d'Ischiator
Il Becco Alto d'Ischiator visto dalla Cima di Corborant
Stati Italia
 Francia
Regione Piemonte
 Provenza-Alpi-Costa Azzurra
Provincia Cuneo
Alpi Marittime
Altezza2 998 m s.l.m.
CatenaAlpi
Coordinate44°16′48.5″N 6°59′45.35″E
Altri nomi e significatiGrand cimon de Rabuons
Data prima ascensione28 giugno 1890
Autore/i prima ascensioneLudwig Purtscheller
Mappa di localizzazione
Becco Alto d'Ischiator
Dati SOIUSA
Grande ParteAlpi Occidentali
Grande SettoreAlpi Sud-occidentali
SezioneAlpi Marittime e Prealpi di Nizza
SottosezioneAlpi Marittime
SupergruppoCatena Corborant-Tenibres-Enciastraia
GruppoGruppo del Tenibres
SottogruppoGruppo dell'Ischiator
CodiceI/A-2.I-C.11.a/a

Caratteristiche


Si trova sulla cresta di confine tra Francia e Italia, alla testata del vallone di Ischiator, valle laterale della Valle Stura. La vetta è punto d'incontro dei territori dei comuni di Vinadio e Pietraporzio in Italia, e di Saint-Étienne-de-Tinée in Francia.[1]

Si presenta come una cima aguzza, caratterizzata da tre creste principali che si dipartono dalla vetta. Le due creste che costituiscono il confine di stato e lo spartiacque con l'attigua valle francese della Tinée si diramano in direzione sud ed in direzione nord-ovest, mentre la terza cresta, spartiacque con il vallone del Piz, segue dapprima un andamento deciso verso est, per poi piegare verso nord-est. La montagna è idealmente delimitata da tre passi: la forcella d'Ischiator a sud, il passo Tres Puncias a nord-ovest, il passo Laris a nord-est.[1] Vista da lontano, la vetta presenta una certa rassomiglianza con il Cervino.[2]

L'intera montagna è costituita da gneiss biotitici e migmatitici, appartenenti al massiccio cristallino dell'Argentera.[2][3]

La montagna è nota in Francia con il nome di grand cimon de Rabuons, con riferimento al sottostante circo montuoso di Rabuons, ornato dal grande lago omonimo, ben visibile dalla cima.

Il nome italiano sembra derivare da una base prelatina, *ischia, con significato di luogo scivoloso.[2] Si pronuncia con l'accento sulla "o": Ischiatòr.[2]


Ascensioni



Prima ascensione


La prima ascensione documentata fu effettuata il 28 giugno 1890 dall'alpinista austriaco Ludwig Purtscheller.[2]


Via normale estiva


L'accesso normale in stagione estiva avviene dal vallone d'Ischiator. Lasciando i mezzi poco sopra la frazione di Besmorello (dopo Bagni di Vinadio), si risale il vallone seguendo il sentiero P26.[4] Superato il rifugio Migliorero, si prosegue fino alla base della parete meridionale della cresta nord-ovest, che si risale (sempre per sentiero) puntando al passo Laris. Qui si passa sul versante opposto, e si traversa verso occidente per tracce di sentiero su sfasciumi, risalendo quindi verso la vetta, che si raggiunge superando alcuni facili passi di arrampicata su roccette.[2]

L'itinerario è al limite tra escursionismo ed alpinismo: alcune descrizioni ne danno una difficoltà alpinistica valutata in F,[2] mentre altre descrizioni parlano di una difficoltà escursionistica valutata in EE.


Accesso invernale


La via normale estiva è accessibile anche d'inverno, come itinerario di scialpinismo.

È possibile raggiungere la vetta anche avvicinandosi dal vallone del Piz, appoggiandosi al rifugio Zanotti, e salendo verso il Passo Laris dal versante settentrionale. Da qui il percorso si sviluppa sulla via normale.


Punti d'appoggio



Note


  1. Si veda al proposito la cartografia IGM scala 1:25.000[collegamento interrotto] sul Portale Cartografico Nazionale
  2. Provincia di Cuneo - Becco Alto d'Ischiator, su montagna.provincia.cuneo.it. URL consultato il 1º marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2011).
  3. Carta Geologica d'Italia scala 1:100.000 - foglio 90 - Demonte, su apat.gov.it. URL consultato il 1º marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011).
  4. Guida ai sentieri alpini della Provincia di Cuneo - vol. 2 - valli Stura, Gesso e Vermenagna Archiviato il 28 settembre 2007 in Internet Archive. (PDF)

Bibliografia



Cartografia



Collegamenti esterni


Portale Francia
Portale Montagna
Portale Piemonte



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