Agro Caleno è una zona territoriale della Provincia di Caserta, situata nell'Alto casertano.
Agro caleno | |
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Località principali | Calvi Risorta, Camigliano, Francolise, Giano Vetusto, Pastorano, Pignataro Maggiore, Rocchetta e Croce, Sparanise |
Superficie | 152,02 km² |
Altitudine | 4 - 1.037 m s.l.m. |
Nome abitanti | caleni |
Cartografia | |
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L'Agro Caleno ha una superficie di 152,02 km² ed è caratterizzata dalla presenza ad Est del massiccio dei Monti Trebulani, e ad Ovest dalla Pianura del Vulcano di Roccamonfina, una delle terre più fertili di tutta la Campania. Ha un'altitudine che varia dai 4 ai 1.037 m s.l.m. del Monte Maggiore.
I comuni che fanno parte dell'Agro sono:
Comune | Frazioni | Abitanti | Estensione | Altitudine |
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Calvi Risorta | Petrulo, Visciano, Zuni | 5 650 | 15,96 km² | 106 m s.l.m. |
Camigliano | Falchi di Camigliano, Leporano | 1 962 | 6,02 km² | 80 m s.l.m. |
Francolise | Ciamprisco, Montanaro, Sant'Andrea del Pizzone | 4 886 | 40,93 km² | 103 m s.l.m. |
Giano Vetusto | Masserie Tabasso | 638 | 10,93 km² | 225 m s.l.m. |
Pastorano | Pantuliano, San Secondino, Torre Lupara | 3 057 | 14,02 km² | 67 m s.l.m. |
Pignataro Maggiore | Vinnoli, Rarone, Monte Oliveto, Masseria Arianova, La Pagliara, Partignano | 5 965 | 32,38 km² | 93 m s.l.m. |
Rocchetta e Croce | Croce, Val d'Assano | 445 | 13,01 km² | 459 m s.l.m. |
Sparanise | – | 7 336 | 18,77 km² | 65 m s.l.m. |
Cales, l'antica Cales era una città maestosa, “urbs egregia” secondo Strabone e “civitas magna” secondo Cicerone e Polibio: contava oltre 20 000 famiglie e una popolazione di circa 65 000 abitanti. Già nel III secolo a.C. la città aveva una moneta propria, il “caleno”.[1] Era nota nel mondo romano per le sue botteghe artigiane e per la produzione di ceramiche a vernice nera, esportata anche in Spagna; secondo Catone, a Cales era attiva anche un'industria di strumenti agricoli. Orazio, Strabone, Plinio, Giovenale e Frontino la decantarono per l'eccellente qualità del suo vino e delle sue acque. La città, nel suo periodo di massimo splendore, occupava una superficie di oltre 60 ettari, era racchiusa da mura e difesa da un fossato profondo oltre i 20 metri; il suo territorio si estendeva dall'attuale Calvi Risorta fino a Pignataro Maggiore, Sparanise e Giano Vetusto. Cales, situata lungo la Via Latina, diventò nel III secolo a.C. diventò capitale dalla Campania romana, e dopo il 267 a.C. fu sede di questura e chiamata a vigilare sui porti della Campania e della Magna Grecia. Il periodo di massimo splendore fu dal II secolo a.C. al I secolo d.C., tanto da diventare Municipio romano nell'81 a.C.
Ma la sua storia è molto più antica. Cales è più antica di Roma[2]. La leggenda vuole che sia stata fondata da Calai, figlio della ninfa Orizia e di Borea, uno dei mitici eroi della spedizione degli Argonauti; secondo Virgilio, Cales accorse in difesa di Turno contro Enea. Nel 2500 a.C., Cales era una delle principali città del popolo degli Ausoni, nel IX secolo a.C. arrivarono gli Etruschi e poi i Sanniti. Fu conquistata dai Romani nel 335 a.C. ad opera del console Marco Valerio Corvo. Secondo quanto narra Tito Livio, la conquista di Cales avvenne nel mese di dicembre durante le feste saturnali, complice un certo Marco Fabio, che fuggito dalle prigioni calene, avvertì il console dello stato di ubriachezza dei soldati.
Nel V secolo d.C. divenne sede vescovile e assoggettata al ducato longobardo di Benevento, nell'863 fu castaldato della contea di Capua. Nell'872 fu distrutta dai saraceni, e in età angioino-aragonese iniziò la costruzione del castello, nell'area del preesistente castrum longobardo.