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San Lazzaro degli Armeni (Սուրբ Ղազար կղզի, Surb Ghazar kghzi in armeno, San Lazaro de i Armèni in veneto) è una piccola isola nella laguna di Venezia, di 7000 , che si trova vicina alla costa ovest del Lido di Venezia ed è completamente occupata da un monastero, casa madre dell'Ordine mechitarista. L'isola è uno dei primi centri del mondo di cultura armena.

San Lazzaro degli Armeni
Geografia fisica
Coordinate45°24′44″N 12°21′42″E
ArcipelagoLaguna di Venezia
Geografia politica
Stato Italia
Regione Veneto
Città metropolitana Venezia
Comune Venezia
MunicipalitàLido-Pellestrina (Venezia Litorale)
Demografia
Abitanti22
Cartografia
San Lazzaro degli Armeni

[1]

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Storia


L'isola, prima di diventare "degli Armeni" fu:

L'isolotto, trovandosi ad una certa distanza dalle isole principali che formano il centro storico di Venezia, era nella posizione ideale per lo stazionamento in quarantena e fu perciò usato dal XII secolo come lebbrosario (lazzaretto), ricevendo il relativo nome da San Lazzaro mendicante, patrono dei lebbrosi.

Nel 1716 Mechitar andò a visitare l'isola di San Lazzaro. Abbandonata nel XVI secolo, il 26 agosto 1717 fu data dalla Repubblica di Venezia a un gruppo di monaci armeni in fuga da Modone. L'8 settembre dello stesso anno, Mechitar e i suoi monaci presero possesso dell'isola, dove presto cominciarono a restaurarne la chiesa. L'obiettivo di Mechitar, oltre che restaurare i vecchi edifici, era anche quello di costruirne di nuovi e recuperare i terreni circostanti per trasformarli in un accurato giardino.

Nel 1740 terminarono i lavori e i monaci poterono darsi allo studio ed educare i nuovi discepoli. L'isola si trasformò in un centro di cultura e scienza, destinato a mantenere in vita la lingua, la letteratura, le tradizioni e i costumi del popolo armeno.

Nel 1789 venne aggiunto un nuovo padiglione, in cui sorse la prima piccola tipografia; così i monaci non dovettero più ricorrere alle tipografie veneziane e poterono diffondere autonomamente la lingua e la cultura armena, con una macchina da stampa che produsse lavori in 38 lingue e dieci alfabeti.

Dopo che, tra il 1823-25, venne costruita una nuova tipografia, venne pure allestita una biblioteca. A San Lazzaro degli Armeni sono conservati circa 170.000 volumi, di cui 4.500 sono manoscritti, e molti altri manufatti arabi, indiani (un trono con intagli eburnei del XIII secolo) ed egiziani, tra cui la mummia di Nehmeket. Vi si trova anche un testo in pali scritto con il sistema bustrofedico.

La comunità e i suoi edifici furono risparmiati durante l'invasione napoleonica; sebbene, infatti, l'imperatore avesse dato ordine di abbattere tutti i monasteri di Venezia, il 17 agosto del 1810, con provvedimento firmato e consegnato ai Padri alla vigilia della festa della Natività di Maria, decretò di preservare la comunità dei monaci armeni, in quanto il monastero venne considerato a tutti gli effetti una accademia di scienze e pertanto poteva godere della protezione dell'Imperatore. Dopo la caduta di Napoleone, nel 1814 Francesco I, imperatore austro-ungarico, constatate le dimensioni ridotte del territorio rispetto alla crescente attività della comunità, decide di cedere un pezzo della Laguna ai mekhitaristi per ampliare i possedimenti armeni, che raggiungono così una superficie di 15 000 m². Un'altra fase di espansione si avrà a metà del Novecento, quando l'Abate Serafino decide di ampliare l'isola, che raggiungerà così gli attuali 30 000 m².

L'isola ha, inoltre, una lunga tradizione di ospitalità agli eruditi e agli allievi armeni e no, fra i quali anche Lord Byron che vi studiò l'armeno lì nel 1816.

Secondo una leggenda, nel 1907 Iosif Stalin, quando dovette lasciare la Russia, qui lavorò come campanaro.[2]


Galleria d'immagini



Edifici dell'isola


Nell'atrio che conduce alla chiesa ci sono due sarcofagi. Uno contiene le ceneri di Costantino Zuchola, curatore e benefattore dell'antico ospedale. L'altro, di marmo bianco, è vuoto: fu richiesto per sé da Sir Alex Raphael, figlio del fondatore del Collegio, che morì all'estero, così il suo desiderio di riposare lì non fu realizzato.

Su ogni lato dell'entrata ci sono due colonne di marmo rosso, originariamente nella chiesa ma spostate qui durante le migliorie apportate, conclusesi nel 1901 per il festeggiamento del bicentenario. Un'incisione su ciascun lato della porta, in armeno e latino, commemora la visita di papa Pio VII al monastero nel 1800.

L'attuale chiesa fu eretta su un vecchio edificio preesistente, del XII secolo. Il tetto dritto fu sostituito con un tetto a volta e i pilastri di pietra con colonne di marmo rosso. Le vetrate policrome delle finestre sono moderne: quella nel mezzo rappresenta San Lazzaro; quella di destra San Mesrop Mashtots, inventore dell'alfabeto armeno; quella di sinistra Sant'Isacco.

Ai piedi dell'altare maggiore riposa il fondatore e primo abate, Mechitar. Lo mostra una lapide marmorea che riporta un'iscrizione armena. Cinque gradini conducono a quest'altare che, come gli altri nella chiesa, è costruito con diverse varietà di marmi. Oltre all'altare maggiore, nella chiesa ce ne sono altri quattro. Quello nel coro, alla sinistra del visitatore, reca un crocifisso in fine marmo bianco. L'altare sulla destra è dedicato a san Gregorio. Il quadro, moderno, è un'opera di Noè Bordignon e rappresenta il santo che battezza il re armeno Tiridate. Vi è poi un altare dedicato a sant'Antonio, patrono di tutti gli ordini monastici orientali. La pala di questa altare è di Zugno, allievo del Tiepolo. L'altare della Vergine Benedetta è decorato da una pala che raffigura la Natività della Vergine, realizzata dal Maggiotto.

Nel 1901, in celebrazione della commemorazione per il bicentenario, la Regina Madre d'Italia donò alla chiesa una tenda per l'altare maggiore, usata come paramento nei giorni di grande festa.


Curiosità



Trasporti


L'isola è servito della linea di navigazione 20 (S.Zaccaria-San Servolo-San Lazzaro), gestita da Actv.


Note


  1. italia.indettaglio.it
  2. https://web.archive.org/web/20160713152115/http://www.venicemagazine.it/DOCPDF/stalin.pdf

Bibliografia



Voci correlate



Altri progetti


Controllo di autoritàVIAF (EN) 136585010 · ISNI (EN) 0000 0001 2219 8386 · ULAN (EN) 500312360 · LCCN (EN) n85026221 · GND (DE) 1009036-8 · J9U (EN, HE) 987007265411905171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n85026221
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На других языках


[de] San Lazzaro degli Armeni

San Lazzaro degli Armeni (venetisch: San Làzaro de i Armeni; armenisch: Սուրբ Ղազար կղզի) ist eine kleine Insel in der Lagune von Venedig.

[en] San Lazzaro degli Armeni

San Lazzaro degli Armeni (Italian: [san ˈladdzaro deʎʎ arˈmɛːni], lit. "Saint Lazarus of the Armenians"; called Saint Lazarus Island in English sources; Armenian: Սուրբ Ղազար, romanized: Surb Ghazar) is a small island in the Venetian Lagoon which has been home to the monastery of the Mekhitarists, an Armenian Catholic congregation, since 1717. It is the primary center of the Mekhitarists, while the Mekhitarist Monastery of Vienna is their primary abbey.[2]
- [it] San Lazzaro degli Armeni

[ru] Сан-Ладзаро-дельи-Армени

Сан-Ладзаро-дельи-Армени (итал. San Lazzaro degli Armeni [san ˈladdzaro deʎʎ arˈmɛːni], вен. San Làzaro dei Armeni «Святой Лазарь армян», арм. Սուրբ Ղազար կղզի Surb Łazar kłzi [suɾpʰ ʁɑˈzɑɾ kəʁˈzi] «остров святого Лазаря») — небольшой остров в южной части Венецианской лагуны между островами Лидо и Сан-Серволо (Италия), один из основных мировых центров армянской культуры.



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