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Mal di Ventre (traduzione erronea dal sardo Isula de Malu 'Entu, che significa "isola del vento cattivo") è un'isola del Mare di Sardegna antistante la costa della penisola del Sinis, dalla quale dista circa 9,26 km (5 miglia marine)[1]. È inclusa nel perimetro dell'Area marina protetta Penisola del Sinis - Isola Mal di Ventre. In sardo malu bentu (o con elisione della prima consonante "malu 'entu") significa "cattivo vento" per via dei mutevoli e repentini cambiamenti delle condizioni meteorologiche, influenzate quanto dal vento dominante di maestrale, tanto dalle brezze termiche determinate dalla relativa vicinanza alla Sardegna.

Mal di Ventre
Malu 'Entu
L'isola di Mal di Ventre
Geografia fisica
LocalizzazioneMare di Sardegna
Coordinate39°59′24″N 8°18′33.01″E
Superficie0,80[1] km²
Altitudine massima18[2] m s.l.m.
Geografia politica
Stato Italia
Divisione 1 Sardegna
Divisione 2 Oristano
Divisione 3 Cabras
Demografia
Abitanti0
Cartografia
Mal di Ventre
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Geografia


Vista del mare dall'Isola.
Vista del mare dall'Isola.

L'isola di Mal di Ventre ha una superficie di 0,80 km²[1] e presenta un aspetto pianeggiante, con l'altitudine massima di appena 18 m s.l.m. È presente una pozza di acqua sorgiva che permette la sopravvivenza di alcune specie di piccoli mammiferi, rettili e volatili. La sua origine geologica è molto antica e risale al tardo Carbonifero; le formazioni rocciose dell'isola sono infatti costituite da monzograniti equigranulari[3], relitto delle inclusioni plutoniche tardo-erciniche che si rinvengono in alcuni siti della Sardegna e della Corsica[4]. L'affioramento dell'isola fa parte di un complesso granitico, in gran parte sommerso, che si estende da sud a nord davanti alle coste della Penisola del Sinis e rappresenta l'unica formazione paleozoica della zona. Le formazioni geologiche del Sinis, infatti, hanno origine più recente, in quanto costituite dall'affioramento di depositi calcarei, lave andesitiche del Miocene, e da lave basaltiche e depositi di arenarie calcaree del Pliocene[5].

La costa orientale che si rivolge alla Sardegna si presenta per lo più sabbiosa, con alcune piccole calette che facilitano l'approdo. La costa occidentale invece si presenta relativamente alta e rocciosa e non offre approdi sicuri essendo esposta al vento di maestrale, che in questa parte dell'isola soffia particolarmente intenso. I fondali del mare intorno all'isola si presentano rocciosi[1].


Flora


La vegetazione è rappresentata dalla macchia mediterranea bassa costituita da essenze quali il lentisco (Pistacia lentiscus), il cisto, il rosmarino (Rosmarinus officinalis) e la palma nana (Chamaerops humilis)[2], oltre che dalle erbe basse[1]. I cespugli vengono scolpiti e modellati dall'azione costante del vento di maestrale.


Fauna


Le acque circostanti l'isola sono popolate da tartarughe marine della specie Caretta caretta e da cetacei. Secondo quanto riferito dall'esploratore Alberto La Marmora, un tempo erano presenti anche le foche monache (Monachus monachus)[2]. Fra gli unici mammiferi presenti sull'isola vi sono i conigli selvatici (Oryctolagus cuniculus) e dei piccoli topi bianchi (Mus musculus o topo domestico). L'avifauna è invece rappresentata da diverse specie di uccelli marini tra i quali il cormorano (Phalacrocorax carbo), la berta maggiore (Calonectris diomedea), la berta minore (Puffinus puffinus), il gabbiano reale (Larus michahellis), il gabbiano corso (Ichthyaetus audouinii) ed il falco della regina (Falco eleonorae)[2]. I rettili comuni sull'isola sono le testuggini[1]. Sembra inoltre essere presente la vedova nera mediterranea o malmignatta (Latrodectus tredecimguttatus), uno dei pochi ragni presenti in Italia temibili per il morso.

La storia umana di questa antica isola risale al neolitico (6000/2700 a.C.) quando sull'isola, forse collegata alla penisola di Capo Mannu, si praticava la caccia. Sono, infatti, stati ritrovati numerosi pezzi di punte di freccia di ossidiana nonché frammenti di macine dell'epoca nuragica. Fra l'altro, su questa isola, proprio a lato della Cala dei Pastori, vi è la presenza di un nuraghe bilobato, in parte franato in mare.

La frequentazione umana si è consolidata prima in epoca fenico-punica e successivamente in epoca romana, così come appare dalle numerose testimonianze abitative ritrovate sull'isola. In particolare si segnala la presenza di una villa romana assai estesa (forse sede di un nobile esiliato da Roma nel I o II secolo d.C.) nella quale vi erano anche delle colonne di calcare che nel corso di questi ultimi anni sono state rubate. Tale testimonianza è avallata non solo dal Generale Alberto della Marmora, ma anche dal Canonico Giovanni Spano che parlarono in diverse occasioni dell'isola. Proprio dietro la capanna chiamata dei pescatori, è possibile vedere ancora oggi centinaia di massi frammisti a pezzi di embrici e cocciame tra gli arbusti di Lentischio e di Fillirea appartenenti a manufatti di varia epoca e funzione.


Storia


L'accampamento di indipendentisti sull'isola di Mal di Ventre.
L'accampamento di indipendentisti sull'isola di Mal di Ventre.

L'isola fu frequentata fin dal periodo neolitico. Lo attestano le numerose punte di freccia e raschiatoi in ossidiana ritrovati sull'isola. In questo periodo storico l'isola doveva essere ben più grande e assai più vicina a Mari Ermi da cui dista circa 5 miglia. Inoltre, Malu Entu è l'unica isola minore della Sardegna dove è presente un nuraghe bilobato con un piccolo mastio, chiamato Nuraghe Malu 'Entu, già rilevato da Atzori degli anni '60 e da Copparoni negli anni' 90, che ha anche segnalato la presenza di alcuni pozzi di cui uno con acqua sorgiva perenne, ubicato nella parte centro meridionale dell'isola.

Altra particolarità di questa misteriosa isola è la presenza di una grande casa romana realizzata fra il I e il II secolo d.C. di cui hanno scritto anche il Canonico Giovanni Spano e il Generale Alberto Ferrero della Marmora che segnalarono questa imponente costruzione dotata anche di vasche e una fontana con acqua. In questi anni, la struttura è stata più volte saccheggiata e sono stati asportati anche elementi architettonici come pezzi di colonne e architravi in arenaria. A seguito delle numerose denunce presentate soprattutto dall'Associazione Amici di Sardegna, il giornalista Oliviero Beha, conduttore di Radio a Colori, inviò sull'isola una troupe di Radio Rai che intervistò in diretta l'allora Soprintendente archeologico di Cagliari e Oristano, Dott. Vincenzo Santoni. La troupe di Radio Rai fu accompagnata sull'isola dal Prof. Roberto Copparoni in qualità di Ispettore Onorario della Soprintendenza archeologica che da anni segnalava l'abbandono dell'isola di Malu Entu. Da alcune segnalazioni ricevute e raccolte dallo studioso Marco Porcu, recentemente scomparso, appare verosimile che sull'isola vi fosse anche un piccolo insediamento monastico, così come da alcune tracce murarie con sviluppo absidale rinvenute nella parte sud orientale dell'isola, oggi ricoperte dalla rigogliosa vegetazione di Lentischio.

Altro aspetto di grande interesse sono i numerosi relitti di imbarcazioni di varie epoche che si trovano sui fondali attorno all'isola, tra cui un relitto romano lungamente oggetto di studio da parte della Soprintendenza Archeologica di Cagliari e Oristano [6]. I manufatti e le merci trasportate dalle numerose imbarcazioni affondate sono stati recuperati solo in parte.


Repubblica di Malu Entu


L'Isola di Mal di Ventre finì all'attenzione della cronaca soprattutto durante il processo per il presunto "complotto separatista" svoltosi agli inizi degli anni ottanta del XX secolo, che avrebbe visto implicati diversi attivisti di movimenti indipendentisti sardi[7][8] e che, a detta di alcune ricostruzioni, fu una macchinazione dei servizi segreti italiani per screditare il vento sardista allora sorto[9]; l'isola sarebbe stata prescelta, secondo l'accusa, quale luogo dal quale gli insorti avrebbero comunicato al mondo mediante potenti apparati radioamatoriali la nascita della Repubblica Socialista di Sardegna.

Il quotidiano italiano La Repubblica ha riportato, nell'agosto del 2008, la notizia dell'iniziativa di un indipendentista sardo che mira al riconoscimento internazionale dell'isola di Mal di Ventre, quale "Repubblica Indipendente di Malu Entu", rifacendosi ai principi di autodeterminazione dei popoli sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite[10]. Salvatore Meloni, protagonista di altre storiche battaglie per l'indipendenza della Sardegna, ha provveduto a inviare il progetto sia alle Nazioni Unite ed ai suoi membri, che al presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi. Salvatore Meloni, che da più di vent'anni trascorre gran parte delle sue giornate sull'isoletta assieme ad altri indipendentisti, nel febbraio 2009 ha avviato una causa civile per l'usucapione dell'isola di Mal di Ventre che, dal 1972, appartiene alla società napoletana "Turistica Cabras srl"; inoltre, Meloni ha richiesto al Comune di Cabras la residenza anagrafica sull'isola per rafforzare la sua iniziativa. Meloni ha pure fatto stampare banconote con la sua faccia, i "Soddus Sardos".

Nel gennaio del 2009, dopo 5 mesi dalla data di autoproclamazione della Repubblica, un blitz del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale e della Capitaneria di porto ha sgomberato gli indipendentisti. Questi ultimi sono stati accusati, tra le altre cose, di aver danneggiato l'ambiente e di aver smaltito illecitamente i rifiuti prodotti durante la loro permanenza sull'isola. In seguito, Salvatore Meloni, sebbene allontanato, è ritornato sull'isola[11], prima del suo incarceramento a seguito di una condanna per frode fiscale[12].


Geografia politica


Amministrativamente fa parte del territorio del comune di Cabras (in Provincia di Oristano), ed è stata per diversi anni al centro di un contenzioso tra l'imprenditore britannico Rex Miller, che ne rivendicava la proprietà ed il diritto di poterla sfruttare turisticamente, e l'amministrazione comunale lagunare. È inoltre inclusa nel perimetro dell'Area Marina Protetta "Penisola del Sinis – Isola di Maldiventre" e per questo risulta riconosciuta quale area di notevole interesse naturalistico e di importanza ambientale[13]. Sull'isola non sono presenti costruzioni, fatta eccezione per un fanale automatico di supporto alla navigazione notturna. Sono visibili, lungo la costa orientale, i resti di un nuraghe, testimonianza della presenza umana sull'isola fin dall'età del bronzo. In prossimità di Cala dei Pastori sono ancora visibili i resti di una grande domus romana, oggi nascosta dai cespugli di lentisco (pistacia Lentiscus) e di cui si conservavano, fino a qualche anno fa, alcuni elementi di colonna in calcare, sottratti da clandestini. In prossimità dell'isola vi sono inoltre numerosi relitti di navi di ogni epoca, recentemente rinvenuti, che mostrano come il nome dell'isola confermi la natura traditrice dei suoi fondali marini e delle sue correnti.

L'isola è disabitata, anche se è frequentata dai turisti, soprattutto durante la stagione estiva, che la raggiungono dalle spiagge di Mari Ermi e Putzu Idu mediante piccole imbarcazioni da diporto. Pur trattandosi di un terreno per lo più inospitale, un tempo è stata frequentata da pescatori di corallo e pastori[1] che, servendosi delle barche dei pescatori stessi, portavano le pecore in transumanza a pascolare sull'isola durante gli inverni, che su questo lembo di Sardegna sono particolarmente miti, e nella stagione primaverile.


Note


  1. L'isola di Mal di Ventre, su areamarinasinis.it. URL consultato il 28 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2009).
  2. Dati sull'isola dal sito SardegnaTurismo, su sardegnaturismo.it. URL consultato il 27 marzo 2010.
  3. L. Carmignani et al.. Carta Geologica della Sardegna. Comitato per il Coordinamento della Cartografia Geologica e Geotematica della Sardegna.
  4. L. Carmignani et al.. Modello Strutturale del Basamento Ercinico della Sardegna. Consiglio Nazionale delle Ricerche, Progetto Finalizzato Geodinamica.
  5. L'Area Marina Protetta "Penisola del Sinis - Isola di Mal di Ventre (Oristano - Italy)", su geologia.com. URL consultato il 17 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2010).
  6. Il relitto di Mal di Ventre, su areamarinasinis.it. URL consultato il 15 luglio 2022.
  7. Separatismo sardo, condannati i capi
  8. Giovanni Maria Bellu, Agguati, guerriglia, sequestri. Ecco il Complotto Separatista Sardo, in Repubblica, 12 luglio 1984, p. 12. URL consultato il 30 marzo 2010.
  9. Melis e il complotto separatista: "macchinazione degli 007 italiani"
  10. mercoledì, in La Repubblica, 27 agosto 2008, p. 37. URL consultato il 30 agosto 2008.
  11. Oristano, cade la "Repubblica di Malu Entu". Il giudice sequestra Mal di Ventre, su repubblica.it, la Repubblica.it, 1º febbraio 2009. URL consultato il 1º febbraio 2009.
  12. Meloni in cella rifiuta cibo e acqua "Niente soldi a uno Stato invasore", su unionesarda.it, L'Unione Sarda, 19 agosto 2012. URL consultato il 14 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2012).
  13. Il profilo dell'Area Marina Protetta, su areamarinasinis.it. URL consultato il 27 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2010).

Bibliografia



Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


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Portale Sardegna

На других языках


[de] Mal di Ventre

Die kleine, unbewohnte Insel Mal di Ventre (der ursprüngliche sardische Name "Isula de Malu 'Entu", was wörtlich "Insel des üblen Windes" bedeutet und sich vor allem auf den starken Maestrale-Wind bezieht, von dem die Westküste häufig betroffen ist, wurde fälschlicherweise im Italienischen mit "Mal di Ventre", zu Deutsch "Bauchweh", übersetzt) liegt acht Kilometer vor der Sinis-Halbinsel Sardiniens. Sie ist 1,6 km lang und 400 m breit. Das Gewässer ringsum ist Meeresschutzgebiet mit einer reichen Meeresfauna. Auf der Ostseite befinden sich märchenhafte Strände. Den Westen der Insel prägen zerklüftete Granitfelsen, in denen seltene Vogelarten nisten. Durch die abgeschiedene Lage konnte sich auf der Insel ein nahezu intaktes Ökosystem erhalten. Im Winter dient die Insel mit ihren weiten Rosmarinflächen als Schafweide.

[en] Mal di Ventre

Mal di Ventre (Sardinian: Malu 'Entu) is an island located off the coast of Sardinia. Mal di Ventre is notable for its Roman ruins and a Sardinian nationalist attempt at creating a micronation in 2008.

[fr] Mal di Ventre

Mal di Ventre (Isula de Malu Entu ou Malu Entu en sarde) est une île italienne inhabitée située à quelques kilomètres à l'ouest des côtes sardes dans une zone maritime protégée à 130 miles de Porto Cervo. L'île de deux kilomètres de long, culmine à 18 m d'altitude[1].
- [it] Mal di Ventre

[ru] Маль-ди-Вентре

Маль-ди-Ве́нтре (итал. Mal di Ventre, сард. Malu Entu) — остров близ центральной части западного побережья Сардинии. Находится в 6—7 км от побережья, принадлежит коммуне Кабрас, провинции Ористано. В переводе с сардинского название острова означает «плохой воздух» или «плохой ветер», что отражает его подверженность сильным западным ветрам (мистраль).



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