L'Isola vulcanica di Jeju e tunnel di lava (Hangŭl: 제주도 자연유산지구; Hanja: 濟州島自然遺産地區) è un patrimonio dell'umanità della Corea del Sud.[2]
Isola Jeju Jeju-Do | |
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Geografia fisica | |
Localizzazione | Stretto di Corea |
Coordinate | 33°22′N 126°32′E |
Superficie | 1.846 km² |
Dimensioni | 73[1] × 31[1] km |
Altitudine massima | 1.950 m s.l.m. |
Classificazione geologica | Isola vulcanica |
Geografia politica | |
Stato | ![]() |
Provincia | Jeju-do |
Centro principale | Jeju |
Cartografia | |
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Isola vulcanica di Jeju e tunnel di lava | |
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Tipo | Naturali |
Criterio | (vii) (viii) |
Pericolo | Non in pericolo |
Riconosciuto dal | 2007 |
Scheda UNESCO | (EN) Jeju Volcanic Island and Lava Tubes (FR) Île volcanique et tunnels de lave de Jeju |
Manuale |
Jeju-do è un'isola vulcanica situata 130 chilometri a sud della costa coreana. È la più grande isola e la più piccola provincia coreana, ed ha una superficie di 1846 chilometri quadri.[3] Una delle principali attrazioni di Jeju è l'Hallasan, la più alta montagna sud-coreana e vulcano estinto che si eleva 1950 metri sul livello del mare. Altri 360 piccoli vulcani sono sparsi per l'isola. L'attività vulcanica di Jeju iniziò approssimativamente nel Cretacico e proseguì fino all'inizio del Cenozoico. L'ultima eruzione registrata è avvenuta 800 anni fa. L'isola è ricoperta da rocce vulcaniche prodotte dall'Hallasan. Baengnokdam, il cratere ed il lago al suo interno, si trovano in cima all'Hallasan, che si formò 25 000 anni fa.
Jeju è scientificamente importante per i suoi tunnel di lava (che in coreano si chiamano Oreum). Questi condotti naturali attraverso cui fluiva il magma sono ad oggi delle grotte vuote, tra le più grandi del mondo: ad esempio, il tunnel di lava Manjanggul. Le grotte offrono l'opportunità di svolgere ricerche scientifiche e sono popolari mete turistiche. Vicino alla città di Seogwipo si trovano numerose rocce a forma di colonna, tipici esempi della bellezza dell'isola. In quest'area sono stati trovati numerosi fossili animali, anche di pesci. Le isole di Beomseom e Moonseom, al largo delle coste cittadine, sono ben conservate. I numerosi animali e piante presenti su Jeju sono un altro motivo che ha permesso di trasformare l'isola in riserva naturale. Metà delle piante coreane crescono spontaneamente sull'isola, mentre altre 200 specie endemiche coreane vi sono state portate. Metà di queste specie rischiano l'estinzione. Le piante polari provenienti dalle zone meridionali durante un glaciazione sopravvivono sulle cime più alte. Anche le piante della foresta subtropicale e delle pianure sottostanti sono a rischio.
Hallasan si trova al centro dell'isola. Nel 1966 tutto il terreno situato ad almeno 800 metri sul livello del mare è stato trasformato in riserva naturale. Il parco è per buona parte incontaminato, attrezzato con percorsi per l'escursionismo ed edifici per la gestione del parco, unici oggetti artificiali presenti nell'area.
La flora del parco nazionale del monte Hallasan è unica. 1565 specie di piante sono state classificate finora, la maggior parte delle quali nelle regioni montuose, 33 delle quali sono endemiche dell'isola. A differenza di altri ecosistemi coreani di montagna, Hallsan è composta da tre differenti zone: subtropicana, temperata e frigida.
Oltre 17 mammiferi, 198 uccelli, 8 anfibi, 8 rettili e 947 insetti sono stati trovati nella riserva naturale. Tra le specie a rischio ci sono il capriolo siberiano ed il gatto leopardo. Dal momento che l'isola era collegata alla penisola coreana 10 000 anni fa, gli animali endemici dell'isola apparvero in quel periodo.
Uno dei punti più famosi del monte Hallasan è la Grotta Pillemot, un sito risalente al paleolitico. Le grotte sono importanti anche per i resti archeologici rinvenuti che proverebbero l'esistenza di uomini che le abitarono durante il paleolitico.
Sull'isola è presente una delle maggiori basi militari vicine alla Cina a supporto della flotta di portaerei americane.
Altri progetti
Controllo di autorità | VIAF (EN) 138401387 · LCCN (EN) n82135613 · J9U (EN, HE) 987007564505605171 (topic) · WorldCat Identities (EN) lccn-n82135613 |
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