Il passo del Bracco è un valico posto a 615 m s.l.m. sulla Strada Statale Aurelia (SS1) situato in provincia della Spezia.
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Passo del Bracco | |
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Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() ![]() |
Località collegate | Deiva Marina Moneglia |
Altitudine | 615 m s.l.m. |
Coordinate | 44°15′26.1″N 9°34′23.56″E |
Infrastruttura | ![]() |
Pendenza massima | 7.1% |
Chiusura invernale | no |
Mappa di localizzazione | |
Modifica dati su Wikidata · Manuale |
Percorso già in epoca romana, tra i percorsi del levante ligure il passo è importante perché collega le Cinque Terre e l'entroterra spezzino con il genovese Tigullio.
Nel 643 il re longobardo Rotari conquista la Liguria ed il Levante ligure, devasta Porto Venere ed espugna le fortezze bizantine attestate a difesa del passo del Bracco. Alla caduta del regno longobardo la zona passa sotto il dominio Franco.
Nel XIII secolo la zona rientra nei domini della Repubblica di Genova. Nel XVI secolo la zona è infestata da briganti a danno dei viaggiatori.
Nel luglio 1809 attraverso il passo transita il convoglio che conduce a Savona il Papa Pio VII, prigioniero di Napoleone.
Da sempre il percorso era stato disagevole[1] e un vero collegamento stradale fu aperto solo nel 1823, per iniziativa di re Carlo Felice, ponendo così fine al secolare isolamento della provincia spezzina verso Genova. Viene così terminato questo tratto della carrozzabile Aurelia.
Circa quarant'anni più tardi Domenico Staglieno, generale del Genio, fu incaricato dell'ulteriore realizzazione dell'ampio reticolo di strade tra il passo del Bracco e i luoghi costieri di Bonassola, Deiva Marina e Levanto.
Nell'immediato ultimo dopoguerra il transito del passo fu reso insicuro da bande di malviventi[2].
La costruzione dell'autostrada A12 ha molto ridotto il traffico sul passo del Bracco.
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Nel mese di luglio 1809 per la mulattiera del passo transitò l'anziano Papa Pio VII condotto verso l'esilio di Savona.
Diretto a Firenze nel 1827 per la correzione de "I promessi sposi", Manzoni transitò con tutta la famiglia (la madre Giulia, la moglie Enrichetta, sei figli e cinque persone di servizio). Per la madre del Manzoni, che aveva la fobia dei precipizi[3], il viaggio fu una continua ansia.
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