È una delle più caratteristiche cime delle Piccole Dolomiti, composta prevalentemente da Dolomia principale, e vista da sud mostra un profilo ben evidente a triangolo acuto. La parete orientale, quella più adatta a salite alpinistiche, è alta 300 m ed è considerata l'icona di tutti gli alpinisti vicentini.
Origine del nome
Il toponimo è di difficile interpretazione. Alcuni vi hanno riconosciuto nella prima parte il termine cimbrobafel "focaccia" e lo hanno messo a confronto con quello del vicino pian delle Fugazze, ad indicare delle località in cui era usanza pagare gli affitti in focacce; è tuttavia plausibile anche un significato figurato in riferimento alla conformazione della montagna. La seconda parte potrebbe derivare da lahn "slavina"[1]. Ancora, secondo lo studioso Giovanni Cainelli, l'origine del nome potrebbe risalire al cimbro bolf "lupo" per quanto riguarda la prima componente, mentre la seconda corrisponderebbe a lant, "terra, suolo, terreno". Secondo questa spiegazione Baffelan varrebbe quindi "terra del lupo"[2].
Alpinismo
Le principali vie alpinistiche sono:
Via Ferrara: itinerario storico, aperto nel 1971 da G. Soldà e A. Gorini che segue il filo dello spigolo nord-ovest a partire dal gomito del Vajo del Baffelàn. Sviluppo: 170 m; V e A1.
Via Bentornato: Via alpinistica ben protetta, aperta nel 2007 da Silvio Scandolara e Arturo Franco Castagna, sulla parete Nord a destra della Via Verona. Sviluppo: 220 m; difficoltà: IV/V/VI.
Via Verona: Via alpinistica, classica di medio-bassa difficoltà, che si sviluppa sulla parete Nord del Baffelàn, aperta da Padovan, Rossi e Bortolan nel 1927. Sale un sistema di camini molto evidente per arrivare in cima al pilastro dove si congiunge alla via Soldà e uscendo poi per un camino. Sviluppo 170 m; difficoltà: III/III+ e pp IV. Attacco delicato V.
Via Vicenza: Via che si sviluppa sulla parete nord del Baffelàn, a sinistra e parallela alla via Verona che incrocia a circa metà altezza per poi deviare verso lo spigolo nord-ovest. Sviluppo: 170 m; difficoltà: III/III+ e pp IV.
Via Dei Montecchiani Ribelli: Via di alta difficoltà aperta dal basso in stile tradizionale da Alberto Peruffo e Leonardo Meggiolaro nel luglio del 2015, nel centro della parete Nord. La prima parte sale le placche a destra della Via Thiene, superando direttamente l'evidente strapiombo bombato, proseguendo quindi diretti tra le vie Vicenza e Verona. Sviluppo: 165 m; difficoltà VI+, 1 passo di VIII- e alcuni di VII (VI+ obbl.).
Via Thiene: Via che vince direttamente il levigato pilastro nord del Baffelàn, aperta nel 1954 da Zaltron, Finozzi e Dalle Carbonare. Sviluppo: 170 m; difficoltà IV/V, 1 passo di VI- ed un tratto di VII-.
Via Soldà: classicissima e ripetuta Via lungo il pilastro nord del Baffelàn che supera per paretine e fessure sul lato sinistro; aperta da Gino e Aldo Soldà con Franco Bertoldi nel 1928. L'itinerario odierno è frutto di varianti trovate nelle ripetizioni: l'attacco lungo il canale basale e poi per cengia è stato aperto da Colbertaldo e Suppi nel 1932. Sviluppo 250 m; difficoltà: III/IV/IV+ ed 1 passo di V-.
Via Superbaffelàn: bell'itinerario sportivo. Aperto nel 1986 da Ceccato, Cailotto e Bevilacqua. Sviluppo: 270 m; difficoltà: VI/VII. Protetta integralmente a spit.
Via Tranquillo e Placido: altra Via ancora più diretta allo spigolo, che raddrizza parte della linea trovata nel 1937 da Gino ed Italo Soldà lungo lo spigolo est nord-est. Molto vicina a Superbaffelàn, attrezzata nel 1995 da Tranquillo e Placido Balasso. Sviluppo: 280 m; difficoltà: VI+ molto sostenuto e passi di VII. Protetta con spit artigianali.
Via Carlesso: Via logica, diretta e varia alla parete est del Baffelàn con l'inizio in comune alla Berti-Carugati, abbastanza vicina alla Tranquillo e Placido; essa è una grande classica del Baffelàn e delle Piccole Dolomiti. Sviluppo: 290 m; difficoltà: IV/V ed 1 passo di V+.
Via del Gran Strapiombo: itinerario storico di Boschetti e Zaltron del 1953 che per primo tentò di violare il grande strapiombo della parete est. Raramente frequentato, si stacca dalla Grande Cengia della Carugati e sale superando le macchie gialle. Sviluppo: 200 m; V+ e A1.
Via Alpinismo Radicale: Via estrema aperta dal basso in stile tradizionale da Alberto Peruffo e Alberto Urbani in tre tentativi nel 1999. Sale dalla base della parete direttamente alla vetta, restando sempre alla sinistra della Carlesso con chiodi normali anche alle soste. Sviluppo: 340 m; difficoltà: VI e VII grado continue, con il tiro più difficile di VII+ con un tratto di VIII- obbligatori su roccia delicata e 3 metri finali di A1. Non si hanno notizie certe di ripetizioni integrali e a seguito di alcuni tentativi non riusciti è considerata una delle più difficili e pericolose vie alpinistiche delle Piccole Dolomiti.
Via Berti-Carugati: il primo itinerario aperto sulla parete est del Baffelàn nel 1908 dal grande pioniere delle Dolomiti Antonio Berti, essa segue i punti più vulnerabili della parete. Sviluppo: 335 m; difficoltà: III/III+ e passi di IV.
Via del Piacere: Via alpinistica ben protetta, su ottima roccia ad esclusione degli ultimi due tiri, aperta nel 1993 da Giuseppe Dal Forno e Arturo Franco Castagna, sulla parete est a sinistra della Berti-Carugati. Segue una logica sequenza di camini e spigoli. Sviluppo: 350 m; difficoltà: V/VI.
Via Ceneri nel Vento: Via sportiva. Linea molto diretta che vince la parete est del Baffelàn nel punto di maggior dislivello, sul tetto ricalca una vecchia via aperta da M. Marchetto e Nevio Soldà nel 1970. Aperta nel 1995. Sviluppo: 380 m; difficoltà IV/V di media, VI all'inizio ed A1 il tetto (o VIII+).
Via I Segreti del Baffelàn: Via alpinistica ben protetta aperta nel 2004 da Mario Brighente e Arturo Franco Castagna, sulla parete Est del Baffelàn. Attacca nel punto più basso della parete est, a sinistra della Via Ceneri nel Vento, mantenendosi nella parte alta a sinistra della Via del Piacere. L'uscita è in comune alla Via Casara. Sviluppo 400 metri; difficoltà IV+/V/V+.
Spigolo Casara: Via aperta nel 1926 da Severino Casara, R. Maltini, G. Cabianca e G. Priarolo, lungo l'affilata lama dello spigolo sud-est. Sviluppo: 400 m; difficoltà: IV.
Indiretta Carretta-Sgreva: itinerario su roccia solida che si svolge a sinistra dello spigolo Casara, lungo la stretta e nascosta parete sud, aperto da L. Sgreva e A. Carretta nel 2000. 300 m; VII/A0.
Diretta delle Ombre: itinerario alpinistico-sportivo che si stacca dal vajo del Baffelàn e sale lungo la parete sud destreggiandosi tra le due linee classiche aperte da Soldà nel 1928. Aperta da Confente, Gianesini e Leorato nel 2017; sviluppo: 400 m; difficoltà: VII/A0.
Via Roby Cocco: itinerario sportivo che percorre la medesima stretta parete sud del Baffelàn, completamente attrezzato a fix e dedicato a Roberto Cocco. Aperta dagli amici di roberto del gruppo "I Sogati". Sviluppo: 380 m; difficoltà: 6b/A0.
Su questa montagna non è praticabile né sci alpino né sci alpinismo, a causa delle pareti troppo rocciose e ripide. Nel versante settentrionale, meno scosceso, la discesa è invece impedita dalla presenza di una fitta vegetazione.
Note
Antonina Giammarinaro, I nomi locali del Roveretano, in Archivio per l'Alto Adige, XLVI, 1952, pp.113-191.
Angelo Saccardo, Toponomastica storica di Valli del Pasubio - I nomi locali degli antichi comuni di Valle dei Conti e Valle dei Signori, a cura del comune di Valli del Pasubio, 2016.
Bibliografia
Guido Casarotto, Arrampicate scelte nelle Piccole Dolomiti e nel Pasubio, VR, Cierre Edizioni, 2005.
Arturo Franco Castagna, A un passo dal cielo, Montecchio Maggiore, VI, Antersass, 2009.
Gianni Pieropan Piccole Dolomiti Pasubio, 1978, Milano, CAI TCI.
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